Nel pomeriggio di domenica 6 agosto un'orsa ha effettuato un falso attacco a due escursionisti in località Doss del Gal, poco distante da Roncone, dove esattamente una settimana prima, è avvenuto un altro incontro tra l'orsa F36, accompagnata dal suo cucciolo, e due escursionisti.
A comunicare il fatto al corpo forestale e al sindaco di Sella Giudicarie, Franco Bazzoli, è stata questa volta una coppia che si trovava intorno ai 1.600 metri di quota e, secondo quanto riportato dalla Provincia Autonoma di Trento in un comunicato, ha osservato l'animale avvicinarsi fino a una distanza di circa quattro metri, per poi vederlo tornare nuovamente nel bosco. Durante l'incontro, le due persone coinvolte hanno detto di aver tentato di difendersi con i bastincini da nordic walking.
«Vi è l'ipotesi che il falso attacco possa essere stato effettuato ancora una volta dall'orsa F36», comunica la Provincia, anche se per il momento in questo caso non è stato fatto alcun accenno sulla presenza (o meno) di un cucciolo.
Se la protagonista fosse davvero la stessa orsa, che ha sei anni e prima del luglio 2023 non aveva mai fatto parlare di sé, il Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha già dichiarato di prendere in considerazione l'abbattimento.
La possibilità di agire in questo modo, però, è determinata dal fatto che, negli ultimi anni, la Pat è più volte intervenuta per aumentare la propria autonomia gestionale sui temi faunistici. In caso contrario, infatti, a definire il comportamento da tenere starebbe stato solo il testo del Pacobace, ovvero il Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali.
Proprio nell'ultima versione, che risale al 2021, si legge che il falso attacco (ovvero quello che, secondo le prime ricostruzioni, è avvenuto domenica 6 agosto) è è un comportamento messo in atto: «perché l'orso è stato colto di sorpresa, per difendere i propri piccoli o la sua preda», e attuato con l'obiettivo di far allontanare l'avventore, senza però entrare in contatto con lui o, come in questo caso, con loro.
Il falso attacco è tra le eventualità che richiedono un intervento intermedio e, sempre nel documento, si legge: «Sono atti istintivi ed estemporanei, tali quindi da non consentire di norma e/o richiedere l'attivazione di alcun provvedimento operativo predefinito. Qualora tali atteggiamenti risultino ripetuti è prevista la possibilità di applicare un radiocollare all’orso al fine di consentirne il monitoraggio radiotelemetrico».
Le misure descritte prevedono anche un'intensificazione del monitoraggio (nel caso di orso radiocollarato) e attività di informazione destinate ai proprietari di bestiame domestico e ai frequentatori abituali di baite isolate presenti nella zona. La squadra di intervento, chiamata ad attivare un presidio permanente nell'area interessata, secondo il Pacobace in questo caso ha solo l'autorizzazione ad attuare attività di condizionamento, oppure operare una «cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radiocollaraggio».
Nell'ultimo anno, e in particolare a partire dallo scorso mese di aprile, quando Andrea Papi ha perso la vita nei boschi di Caldes, Maurizio Fugatti e l'assessora provinciale all'Agricoltura, Giulia Zanotelli hanno però dichiarato più volte di ritenere necessario facilitare l'opzione dell'abbattimento anche in condizioni non previste dal Pacobace e dalla legge provinciale n.9 dell'11 luglio 2018, proposta dal precedente presidente della Provincia, Ugo Rossi, secondo la quale: «Si può autorizzare il prelievo, la cattura o l'uccisione di orsi e lupi, a condizione che non esista un'altra soluzione valida e che il prelievo non pregiudichi il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente della popolazione della specie interessata nella sua area di ripartizione naturale». L'obiettivo dichiarato dalla Pat è quello di non dover richiedere il parere di Ispra, che pur essendo obbligatorio, non è vincolante.
Inoltre, sul finire del mese di luglio, mentre la giunta approvava il Disegno di Legge riguardo l'assestamento di bilancio, tra gli articoli deliberati, al n.57, sono state inserite due ulteriori integrazioni relative alla gestione faunistica sul territorio provinciale, secondo le quali: «Basterà la segnalazione di un individuo all'interno di un centro residenziale, o nelle immediate vicinanze di abitazioni stabilmente in uso, per intervenire con l'abbattimento».
Nel comunicato in cui è stata data notizia dell'identificazione di F36, la Pat ha fatto sapere anche che, nel frattempo, continuano le attività di ricerca per la cattura di MJ5, soprannominato Johnny, ovvero l'orso che lo scorso mese di marzo, poche settimane prima dell'attacco mortale ad Andrea Papi, aveva aggredito un uomo in Val di Rabbi, ferendolo al braccio e alla testa. A differenza di JJ4, che è stata catturata rapidamente e ora si trova al Casteller, MJ5 si muove molto velocemente sul territorio provinciale e questo comportamento ha complicato, fino ad ora, le attività dei forestali intenzionati a catturarlo.