Tra le numerose specie marine protette c'è il dattero di mare (Lithophaga lithophaga): si tratta di un mollusco bivalve che vive in ambienti marini, scavando gallerie nelle rocce calcaree per crearsi un habitat idoneo alla sua crescita. È proibito pescarlo perché il metodo di raccolta comporta la distruzione delle rocce e, di conseguenza, degli ecosistemi marini associati. La pesca di questo mollusco causa, infatti, gravi danni ambientali, portando alla distruzione di habitat complessi e alla perdita di biodiversità.
Se troviamo un dattero di mare, quindi, non dobbiamo raccoglierlo non solo perché è illegale, ma anche per proteggere gli ecosistemi marini. Il loro ruolo nell'ambiente è cruciale e la loro raccolta comporta danni irreversibili all'habitat naturale, mettendo a rischio molte altre specie che dipendono da quegli ecosistemi.
Chi è il Lithophaga lithophaga, il dattero di mare
Lithophaga lithophaga, comunemente chiamato dattero di mare, è un mollusco marino della famiglia Mytilidae, la stessa delle cozze (chiamate appunto mitili). Si distingue per il suo guscio allungato e liscio, di colore marrone scuro o nero, che può raggiungere una lunghezza di circa 8-10 cm, e per la sua peculiarità di vivere scavando nelle rocce. Questo mollusco, infatti, abita principalmente le acque poco profonde, nascosto all'interno di rocce calcaree, dove scava gallerie utilizzando un acido secreto per dissolverle.
Il ciclo di vita del dattero di mare è molto lento: questi molluschi possono impiegare fino a 15-20 anni per raggiungere la maturità, cosa che li rende particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva. A causa della loro lentezza nella crescita e del loro habitat specifico, sono considerati una specie a rischio e sono protetti da leggi internazionali e nazionali.
Perché è proibito pescare i datteri di mare
La pesca dei datteri di mare è vietata per diverse ragioni ambientali e legali: in primo luogo, la raccolta di questi molluschi comporta la distruzione del loro habitat naturale, poiché vivono all'interno delle formazioni rocciose e per estrarli è necessario romperle, causando danni irreparabili all'ecosistema marino. Questo tipo di attività distruttiva non solo elimina i datteri di mare, ma compromette anche la vita di molte altre specie marine che dipendono dalle rocce per il loro habitat.
In secondo luogo, la lentezza con cui i datteri di mare crescono rende impossibile un recupero rapido della popolazione una volta che viene decimata e la loro pesca intensiva può portare rapidamente a un declino drammatico delle popolazioni, mettendo in pericolo la specie e l'equilibrio dell'ecosistema marino.
Per queste ragioni, la pesca, il possesso e la commercializzazione dei datteri di mare sono strettamente regolamentati e vietati in molti paesi, tra cui l'Italia. Le sanzioni per chi infrange queste leggi possono essere severe, includendo multe elevate e, in alcuni casi, pene detentive.
Cosa devi fare se trovi i datteri di mare
Se ti capita di trovare dei datteri di mare durante una nuotata o un'immersione, la cosa migliore da fare è lasciarli dove sono. Non solo raccoglierli è illegale, ma manipolarli può causare loro danni. Questi molluschi sono parte integrante dell'ecosistema marino e il loro benessere contribuisce alla salute complessiva dell'ambiente costiero.
Se, invece, vedi qualcuno raccogliere datteri di mare, è importante informare le autorità competenti per garantire che le leggi di protezione siano rispettate. La protezione dei datteri di mare non è solo una questione di legalità, ma anche di responsabilità ecologica: proteggere queste creature e il loro habitat è fondamentale per preservare la biodiversità marina e garantire che le generazioni future possano godere delle meraviglie del nostro mare.