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5 Aprile 2023
9:19

Se spariscono davvero tartarughe e coccodrilli si rischia una catastrofe ecologica

Tartarughe e coccodrilli sono fra le specie più minacciate della classe dei rettili. Un nuovo studio ci permette di capire quanto grave è la loro condizione e quanto importanti si stiano dimostrando per il benessere degli ecosistemi.

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I rettili sono fra gli animali che presentano attualmente il maggior rischio d'estinzione. Tra tutte le specie di questa classe di vertebrati sono però le tartarughe e i coccodrilli quelli più minacciati per colpa dell'espansione dell'uomo. Secondo uno studio pubblicato su Nature communications, le loro condizioni sono talmente precarie che neanche i progetti di conservazione talvolta riescono a migliorarle e qualora dovessero scomparire la loro assenza porterebbe a una catastrofe ecologica che coinvolgerebbe molte altre specie che abitano negli stessi territori.

Come riferiscono i ricercatori del Dipartimento di Biologia dell‘Università di Oxford, queste specie in genere svolgono ruoli altamente specializzati all'interno dei loro ecosistemi e non possono essere sostituiti da qualsiasi altra specie una volta estinti. Per questo Rob Salguero-Gómez, che lavora al dipartimento di chimica di Oxford ed è uno degli autori dell'articolo, si dichiara pessimista riguardo al futuro. Per l'esperto l'estinzione di diverse specie di coccodrilli e tartarughe non equivale solo a una perdita ingente di biodiversità, ma porta anche un danno elevatissimo ai vari ecosistemi, dove senza questi animali l'ambiente vede un peggioramento generale del proprio stato di salute.

I ricercatori hanno utilizzato così dei modelli statistici per simulare le estinzioni di questi animali, legate all'inquinamento e all'espansione dell'uomo e per valutare quali sarebbero i loro impatti sugli ecosistemi. Tramite la stessa tecnica hanno anche osservato quali sono i fenomeni antropogenici – come cementificazione, inquinamento e costruzione di dighe negli alvi fluviali – che mettono a maggior rischio le specie di acqua dolce e quali sono i loro effetti più nascosti, ovvero difficilmente osservabili in natura.

Questi risultati hanno indicato soprattutto che se tutte le specie di tartarughe, testuggini e coccodrilli attualmente valutate come in pericolo critico dalla IUCN si estinguessero, il 13% delle forme di vita che convivono con queste creature andrebbe persoRispetto a qualsiasi altra specie minacciata esaminata, la scomparsa dei coccodrilli e delle tartarughe ha infatti il potenziale di causare il doppio della perdita di specie, che presentano un'elevata "diversità funzionale" all'interno degli ecosistemi. Con questo termine gli scienziati definiscono la gamma di specie che svolgono un rilevante compito ecologico all'interno dei diversi habitat e osservare una perdita quindi del doppio della diversità funzionale, se coccodrilli e tartarughe dovesse estinguersi, indica l'importanza di questi rettili, che assumono in tutto il mondo il ruolo di costruttori di nicchie ecologiche. 

Tale tipologia di animali in pratica, svolgendo le proprie faccende quotidiane, rende possibile l'instaurazione di micro ambienti che permettono ad altre specie d'insidiarsi e sopravvivere all'interno dello stesso territorio. Lo fanno limitando per esempio la popolazione di una specie che può diventare invasiva o costruendo piccoli habitat in cui specie più piccole possono trovare rifugio.

Inoltre, le  tartarughe e i coccodrilli che presentano strategie di vita caratterizzate da maturità sessuale tardiva e bassa sopravvivenza della prole sono quelle più vulnerabili alla minaccia rappresentata da fenomeni di predazione e malattie invalidanti, come la paramyxovirosi.  Come riferimento, gli scienziati si rifanno all'isola di Sumatra, dove una minaccia significativa per il "falso gaviale" ( Tomistoma schlegelii ) è la predazione delle loro uova da parte del cinghiale (Sus scrofa).

Questi suidi infatti sono ben capaci di allontanare le madri di falso gaviale dai loro siti di nidificazione, sfruttando il numero delle loro famiglie e l'elevata aggressività, per cibarsi delle centinaia di uova che i rettili hanno deposto. Inoltre il modo con cui si cibano di uova di coccodrillo assolve anche ad un altro scopo: eliminano dal loro territorio un potenziale competitor e un predatore. Una strategia di caccia terribile per le sorti dell'animale e che non verrebbe mai associata al cinghiale, se non fosse stata osservata tramite telecamere.

Le minacce derivanti dall'inquinamento sono infine un altro grave problema per i coccodrilli e le testuggini che possiedono un'elevata capacità riproduttiva, ovvero quelle specie che producono il maggior numero di uova nella covata, come le tartarughe d'acqua dolce e i coccodrilli d'acqua salata. Nell'articolo i ricercatori presentano il caso della tartaruga rugosa dalle tre strie (Batagur dhongoka), che è anche molto suscettibile ai grandi progetti idrologici come le dighe che interrompono i percorsi che seguono questi animali durante le migrazioni. La longeva tartaruga gigante asiatica (Manouria emys) invece viene generalmente uccisa e macellata sul posto per la sua carne ogni volta che viene incontrata dai cacciatori nell'Asia orientale, fenomeno che avviene sempre più frequentemente anche perché si è scoperta sensibile agli scarichi fognari. Ogni qual volta  questo animale si ritrova infatti a contatto con le acque reflue dei villaggi, tenta di sfuggirvi risalendo i corsi fluviali o di trovare riparo fra le loro sponde, aumentando così le probabilità di essere catturata dagli esseri umani e di fare una brutta fine.

L'autore principale dell'articolo, il dottor Roberto Rodriguez che lavora all'Università di Alicante, ha dichiarato comunque che la principale minaccia alla sopravvivenza di questi gruppi di rettili è la perdita e la frammentazione dell'habitat. «La scomparsa delle zone umide, l'aumento dell'urbanizzazione e lo sviluppo dell'agricoltura intensiva, che hanno già effetti tangibili, continueranno probabilmente a incidere negativamente su queste specie e sulla loro capacità di persistere nel medio-lungo termine», ha spiegato l'esperto, chiarendo come tutte le minacce possiedano ormai un effetto sempre più globale.

Secondo i ricercatori, i risultati di questo studio hanno dato ancora una volta la prova di quanto si reputi urgente la necessità di praticare efficaci piani di gestione della conservazione che prevedano di tutelare soprattutto quegli animali che presentano strategie di vita uniche e ruoli ecologici di rilievo. Incorporare la diversità funzionale delle specie nelle politiche di conservazione può quindi rivelarsi l'approccio migliore.

I ricercatori aggiungono infine che coloro che si ritengono preoccupati per la salvaguarda delle tartarughe e dei coccodrilli in generale dovrebbero evitare di acquistare prodotti realizzati con la loro pelle o il loro carapace, visto l'enorme valore che hanno questi materiali per il mercato legale ed illegale.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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