L'odore del nostro stress, ovvero la capacità dei cani di tradurre attraverso l'olfatto le nostre emozioni, li porta a fare scelte più pessimistiche. È quanto scoperto da un team di ricercatori inglesi del Dipartimento di Bio scienze dell'Università di Cardiff e di Veterinaria dell'Università di Bristol.
I risultati dello studio, pubblicati su Nature e Scientific Reports il 22 luglio, confermano ancora una volta quanto sia unica la relazione tra cane e umano, tale da coinvolgere entrambi in una osmosi emozionale che induce il cane a modificare il suo comportamento e non solo perché influenzato emotivamente ma con un cambiamento consapevole, ovvero a livello cognitivo.
Come la ricerca spiega, infatti, Fido modifica il proprio umore e dunque i suoi atteggiamenti in senso negativo se percepisce stress da parte della sua persona di riferimento. «I cani possono discriminare i campioni di odori umani stressati da quelli non stressati – spiegano gli autori nel paper – ma l’effetto sulla loro cognizione non era ancora stato analizzato. Questo è il primo studio a dimostrare che senza segnali visivi o uditivi, i segnali olfattivi dello stress umano possono influenzare la cognizione e l’apprendimento dei cani».
Utilizzando campioni di odori raccolti da tre volontari sconosciuti durante attività stressanti e rilassanti, i ricercatori hanno testato diciotto cani ponendoli di fronte a tre "condizioni": nessun odore, odore di stress e odore rilassato. Quando esposti all'odore di stress, i cani avevano una probabilità significativamente inferiore di avvicinarsi a una ciotola posizionata in una delle tre posizioni rispetto all'assenza di odore, indicando possibili comportamenti di riduzione del rischio in risposta all'odore dello stress umano. L’apprendimento da parte dei cani delle posizioni positive e negative è migliorato con test ripetuti ed è stato significativo solo quando esposti all’odore di stress, suggerendo che l’odore ha influenzato l’apprendimento.
«Il termine “contagio emotivo” – sottolineano gli esperti – descrive il modo in cui gli individui di un gruppo percepiscono e imitano le emozioni degli altri che li circondano. Si ritiene che questo fenomeno sia automatico e coinvolga l'elaborazione di molteplici segnali, inclusi visivi (ad esempio linguaggio del corpo o espressioni), uditivi (ad esempio tono della voce, volume o intonazione) e olfattivi. È stato dimostrato che i segnali chemioterapici olfattivi rilasciati dagli esseri umani durante lo stress e la paura inducono ansia e influenzano inconsciamente i comportamenti difensivi automatici, la cognizione, il processo decisionale e la percezione di segnali neutri o ambigui ("bias di giudizio") negli esseri umani. Questi risultati indicano che il rilevamento olfattivo di stati emotivi negativi negli altri si traduce in risposte più caute o pessimistiche, suggerendo un effetto di “contagio” dello stress tra gli esseri umani».
Ora è dimostrato che questo avviene anche nei cani, da sempre a fianco degli esseri umani in quello che è a buon diritto definito come un processo di co evoluzione. Sono sempre di più, del resto, gli studi scientifici che accertano le capacità cognitive del "miglior amico dell'uomo" e come sappia leggerci e comprenderci, tanto da modificare appunto il suo stato emotivo e il comportamento in base alle nostre emozioni. I cani sanno quando li prendiamo in giro, conoscono le nostre intenzioni e in parte prendono parte del nostro carattere senza dimenticare la loro individualità come soggetti unici e irripetibili.
In questo studio in particolare emerge però un altro aspetto ancora: quando appunto influenziamo il loro comportamento e lo stato d'animo tanto che «quando esposti all’odore dello stress umano, i cani sperimentano uno stato emotivo negativo e impiegano più tempo ad avvicinarsi alle ciotole in luoghi ambigui rispetto a quando esposti all’odore rilassato o senza odore».
I ricercatori, in buona sostanza, suggeriscono che questa risposta “pessimistica” riflette uno stato emotivo negativo e potrebbe essere un modo per il cane di risparmiare energia ed evitare delusioni.
Come ha dichiarato il dottor Nicola Rooney, docente di fauna selvatica e conservazione presso la Bristol Veterinary School e autore principale dell'articolo, su Phys.org: «Comprendere come lo stress umano influisce sul benessere dei cani è una considerazione importante per i cani nei canili e quando si educano cani da compagnia e cani da lavoro». Noi aggiungiamo che è uno strumento utile anche per comprendere il cane in quanto tale, come essere vivente che va rispettato nella sua etologia comprendendo sempre di più il nostro ruolo non solo come "educatori" o "addestratori" ma come compagni di vita di un individuo che da sempre ci mostra le sue qualità e le sue capacità.