Se gli animali potessero cantare sceglierebbero “Respect” di Aretha Franklin

RSCA, la più grande organizzazione animalista del Regno Unito, ha pubblicato un video in occasione di un sondaggio che mostra «una netta differenza nel modo in cui vediamo gli animali a seconda che siano nelle nostre case, nei laboratori, nelle fattorie o in natura e dimostra che siamo diventati disconnessi da molti degli animali che ci circondano».

12 Aprile 2024
16:10
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"Just a little bit… just a little bit". Solo un pochino in più di… rispetto, semplicemente. Questo inciso che avete appena letto sicuramente a tanti avrà portato alla mente il ritmo e le parole di una canzone cult: "Respect" di Aretha Franklin. A chiederlo, ora, sono gli animali tutti o, meglio, il video della nuova campagna di sensibilizzazione di RSPCA ("Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals"), una delle più grandi associazioni per la tutela degli animali del Regno Unito.

L'organizzazione lo ha pubblicato in occasione di un nuovo sondaggio che mostra «una netta differenza nel modo in cui vediamo gli animali a seconda che siano nelle nostre case, nei laboratori, nelle fattorie o in natura e dimostra che siamo diventati disconnessi da molti degli animali che ci circondano», sottolineano nel comunicato che spiega la campagna di sensibilizzazione.

Il sondaggio, condotto su un panel di oltre 2.500 cittadini del Regno Unito, segnala che «il 90% delle persone pensa che i cani possano provare emozioni positive come la felicità, ma solo il 34% pensa che i ratti possano farlo e solo il 42% dei polli. Ma in realtà entrambe queste due ultime specie vivono una vita ricca di emozioni: i ratti amano giocare e persino ridacchiare quando vengono solleticati, e le galline sanno contare e alcune mostrano empatia per i loro simili».

Le voci "prestate" agli animali che si vedono nel video sono di personaggi famosi nel Regno Unito come la campionessa di ballo di sala e giudice televisivo Shirley Ballas, l'attore Brian Blessed, il cantante e presentatore televisivo della JLS JB Gill e il personaggio televisivo Pete Wicks.

Il video ha un impatto decisamente forte, l'associazione ai diritti del mondo animale di una canzone che è diventata sin dalla sua nascita un manifesto della rivalsa delle donne nei confronti degli uomini è il simbolo della necessità di attribuire anche ad altre specie emozioni e cognizioni differenti da quelle umane ma non per questo meno importanti.

Quando la Franklin incise il brano, la canzone era già stata diffusa da Ottis Redding e aveva un significato diverso: era un uomo che chiedeva rispetto alla sua donna. Ma una volta che la regina dell'R&B la fece sua, assunse tutt'altro significato e fu importante non solo nell'ambito del femminismo ma anche per dare una forte spinta alla questione dell'apartheid negli Stati Uniti subìto dalla popolazione afroamericana.

Questa breve storia della canzone mostra che il testo è semplicemente perfetto per identificare ciò che è necessario in qualsiasi "battaglia" per un cambio culturale: il rispetto, appunto. Senza di questo non si va avanti in nessuno scenario: che si tratti di diritti umani o animali se non si riconosce l'altro da sé non come "essere inferiore" ma come titolare di diritti in quanto essere vivente e senziente, non c'è animale umano e non che possa vivere una vita degna di questo nome in un contesto sociale.

Per coloro che non conoscono le parole di "Respect" è difficile capire fino in fondo quanto siano state ben utilizzate nel  "metterle in bocca" agli animali che si vedono. Ogni passaggio è finemente pensato e così ogni parola colpisce dritta al cuore ma anche alla testa, quando si pensa che sì l'amore è importante nella relazione con un animale ma nemmeno quello che rivolgiamo a un cane o a un gatto è tutto ciò che serve se non conosciamo il loro modo di pensare, comunicare e di esprimerci necessità e emozioni. Senza pensare poi agli animali da allevamento o, come sottolinea l'associazione anglosassone, ad animali come i ratti, simbolo di quegli esseri viventi che decisamente non provocano sentimenti di empatia nella maggioranza assoluta della popolazione umana.

Quel che vuoi
Tesoro io ce l'ho
Quello di cui hai bisogno
Lo sai che ce l'ho io?
Tutto quello che chiedo
E' un pò di rispetto quando torni a casa (Solo un po')
Hey tesoro, (solo un po') quando torni a casa
(Solo un po'), signore, (solo un po')

Non ti tradirò quando sarai andato via
Non lo farò perchè non voglio farlo
Tutto quello che chiedo
E' un po' di rispetto quando torni a casa
tesoro, (solo un po') quando torni a casa (solo un po')
Sì (solo un po')

Sto per darti tutti i miei soldi
E tutto quello che chiedo in cambio, dolcezza
E' di darmi dei profitti
Quando torni a casa (solo un…, solo un…)
Si tesoro (solo un…, solo un…)
Quando torni a casa (solo un po')
Sì (solo un po')
oh i tuoi baci
Sono più dolci del miele
E indovina un po'
Anche i miei soldi lo sono
Tutto quello che voglio tu faccia per me
E' darmi questa dolcezza quando torni a casa

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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