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8 Agosto 2023
12:56

Scoperto un verme marino di 500 milioni di anni: gli scienziati lo hanno dedicato al mostro di Dune

Gli scienziati hanno trovato una nuova specie fossile di verme marino nel cuore degli Stati Uniti e lo hanno dedicato al famoso verme delle sabbia inventato da Frank Herbert nel suo ciclo di romanzi ambientati ad Arrakis, noto ai più come Dune.

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Alcuni giovani paleontologi dell‘Università del Kansas hanno appena scoperto un particolare verme marino finora sconosciuto alla scienza trovato nel giacimento fossilifero di "Spence Shale Lagerstätte", situato nell'Utah settentrionale e nel sud dell'Idaho. Questa nuova specie è particolarmente antica, essendo datata a circa 500 milioni di fa, all'origine del Cambriano, nel bel mezzo del complesso e misterioso fenomeno biologico che ha segnato la storia della vita noto come "esplosione cambriana". La nuova e insolita specie è stata quindi dedicata al verme delle sabbia della famosa saga fantascientifica "Dune".

La scoperta è stata resa nota tra le pagine della rivista Historical Biology e ha permesso di esplorare ulteriormente la complessità dell'ecosistemi dell'epoca. La cosa però più particolare che rende questa nuova specie unica è che l'esemplare trovato sembra disporre di un particolare sistema di difesa, all'altezza del dorso, che ricorda molto delle lamelle o i petali affilati di un fiore. Una caratteristica che ha sorpreso gli stessi paleontologi e che rende questo verme marino davvero unico, in tutta la storia conosciuta degli anellidi.

«Una delle ultime volte che siamo stati a scavare ho spaccato un pezzo di roccia e ho subito capito che quello che era contenuto al suo interno era qualcosa di davvero straordinario – ha dichiarato Rhiannon LaVine, ricercatrice associata alla Kansas University che era fra i paleontologi impegnati nel sito di scavo per conto del Natural History Museum di Kansas City – La prima cosa che abbiamo visto sono state queste lame radiali che sembrano stelle o fiori. Immediatamente, l'ho mostrato a Julian Kimmig, colui che sarebbe divenuto l'autore principale dell'articolo in cui avremmo presentato la nuova specie. Era perplesso. Ha detto:" Non ho mai visto niente del genere"».

I paleontologi hanno dovuto studiare a fondo il nuovo animale e pulire dai detriti la maggior parte del reperto per capire ad un certo punto che il fossile apparteneva al gruppo degli anellidi. Un lavoro difficile che ha dovuto anche chiedere l'intervento di alcuni collaboratori provenienti dall'Università del Missouri per condurre la microscopia elettronica a scansione e la spettrometria a raggi X direttamente sul fossile.

«C'è stato un momento in cui nessuno sembrava avere idea di cosa avessimo davanti. Abbiamo pensato che forse fosse un wiwaxia, un animale molto particolare di quel periodo, ma non ne abbiamo molti rappresentanti di questa specie nell'area di Spence Shale. Abbiamo poi pensato ce potesse essere un verme con squame, ma non c'erano molti vermi conosciuti in quel momento. Abbiamo persino pensato che potesse essere una giovane medusa, ma il reperto presentava superficie così affilate e le linee erano così dritte che sarebbe piuttosto strano. Quindi, visto che volevamo principalmente assicurarci che si trattasse di una reperto biologico, abbiamo scelto di effettuare la scansione per escludere che non fosse solo una crescita minerale che poteva trarci in inganno» ha dichiarato LaVine.

Quello che si sarebbe rivelato alla fine come un verme marino segmentato mai osservato nella storia della paleontologia è lungo circa 7 o 8 centimetri e sembra essere stato in grado di abitare sia gli ecosistemi marini che gli ambienti di acqua dolce, possedendo molteplici adattamenti in grado di difenderlo dalle differenti condizioni chimiche dell'acqua (come la salinità di questi ambienti) e dai differenti predatori.

Gli scienziati inoltre hanno voluto celebrare questo reperto paragonandolo con uno dei più famosi invertebrati della letteratura e della cinematografia fantascientifica, decidendo di dargli il nome indigeno dei famosi vermi delle sabbie del pianeta Arrakis, sfondo dei numerosi romanzi della saga di "Dune" di Frank Herbert.

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Un rappresentazione artistica dei vermi delle sabbie di Dune mentre affronta uno dei protagonisti dei romanzi

Shaihuludia shurikeni. Questo è il nome complesso che gli scienziati hanno deciso di dare alla nuova specie, con il termine Shai-Hulud che riporta al nome indigeno dei vermi di Arrakis, mentre "shuriken" è la parola giapponese per l'arma da lancio a forma di stella che secondo i paleontologi ricorda la forma delle lamelle utilizzate da questo animale per difendersi.

S. shurikeni è un animale straordinario, non perché è fra le poche specie di anellidi conosciuti del Cambriano, ma anche perché è tra i pochi animali del periodo che sembra essere in grado di abitare in diverse tipologie di ambienti, chiariscono i paleontologi.

«Gli anellidi sono molto rari in questo settore del Nord America e finora ne conoscevamo solo un singolo esemplare nello Spence Shale – ha dichiarato Julien Kimmig, che lavora come paleontologo nel Museo statale di storia naturale di Karlsruhe, in Germania, dopo aver lavorato per molti anni negli Stati Uniti. – Ciò che rende tuttavia Shaihuludia shurikeni eccezionale è che possedeva strutture di difesa molto peculiari, che lo rendendo l'unico anellide rinforzato del Cambriano. Anche il modo in cui il fossile è conservato è di particolare interesse, poiché la maggior parte dei tessuti molli è stato conservato come un "blob" di ossido di ferro, suggerendo che l'animale è morto e si è decomposto per un po', prima di subire il processo di fossilizzazione. Tuttavia, con metodi analitici adeguati, abbiamo dimostrato che anche con una conservazione limitata è possibile identificare un fossile particolarmente difficile da studiare».

I fossili parzialmente decomposti, infatti, perdono solitamente le proprie caratteristiche anatomiche e risultano eccessivamente trasformati dal processo di alterazione delle rocce, in particolare durante la pedogenesi, l'insieme di processi fisici, chimici e biologici che agiscono sui sedimenti e sui materiali rocciosi alterati esposti della superficie terrestre.

Gli scienziati ora sono impegnati a studiare ulteriormente la fauna di Spence Shale e i prossimi passi saranno quelli di effettuare un nuovo confronto con l'ecosistema più simile conosciuto: quello ritrovata nel sito fossilifero di argillite di Burgess, in Canada.

«L'altro anellide trovato all'interno del nostro sito, d'altronde, è stato appena riassegnato alla specie che è stata trovata per la prima volta a Burgess, ovvero al genere Burgessochaeta» ha chiarito LaVine, che sarà sicuramente fra i prossimi protagonisti del nuovo studio.

Infine un'ultima annotazione. Sembra essere un periodo particolarmente felice per i paleontologi interessati agli studi inerenti al Cambriano. Pochi giorni fa infatti altri paleontologi avevano dato notizia che era stata scoperta la più antica specie di medusa mai trovata proprio nel sito fossilifero di Burgess. Questa nuova specie di medusa e S. shuriken inoltre sono contemporanei, visto che entrambi gli animali risalgono a circa 500 milioni di anni fa.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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