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11 Settembre 2023
11:41

Scoperto un nuovo sauropode gigante in Egitto: si tratta di un titanosauro

Il ritrovamento di una nuova specie di titanosauro in Egitto permette di comprendere quanto diverso fosse questo paese rispetto oggi sul finire del Mesozoico.

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Questo periodo storico è molto importante e ricco per la storia della paleontologia africana. Dopo infatti un agosto pieno di rinvenimenti e scoperte, come quella relativa al ritrovamento di una pista d'impronte nel Lesotho o la descrizione di due nuove specie di abelisauridi in Marocco, recentemente è stato da poco annunciato dagli scienziati un nuovo gigante estinto, proveniente questa volta dall'Egitto.

Si tratta di un titanosauro, un genere di sauropodi del Cretaceo che assunsero enormi dimensioni e che secondo le ultime ricostruzioni presentate all'interno dello studio pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology visse fino a 75 milioni di anni, nella fase discendente del dominio dei rettili sulla Terra.

A scoprire l'animale, trovando cinque vertebre dorsali e altri 12 frammenti di ossa, è stato il team di paleontologi guidato da Eric Gorscak, docente del Midwestern University dell'Illinois con il contributo di alcuni paleontologi del posto, come Hesham M. Sallam, dell'American University del Cairo. Insieme hanno dato al nuovo titanosauro il nome di Igai semkhu, che significa "vecchio signore dimenticato delle oasi".

Questa è la seconda specie di questo gruppo ad essere stata trovata all'interno della formazione Quseir, nelle oasi del deserto occidentale dell'Egitto, al confine con la Libia. E per gli scienziati è anche la specie più grande, essendo leggermente più lunga della precedente, a cui gli scienziati avevano dato invece il nome di Mansourasaurus shahinae. Prendendo infatti come esempio gli scheletri degli altri animali appartenenti allo stesso gruppo, i paleontologi hanno calcolato le misure di questa nuova specie, stimate in circa 8-10 metri di lunghezza e 15 di altezza.

Nonostante queste misure non risultino eccezionali per i titanosauri, tanto che per alcuni appassionati potrebbero essere considerate persino modeste rispetto ai 30 m delle specie più grandi, i paleontologi sottolineano che l'I. semku era comunque uno dei  più grandi dinosauri del Nord Africa del suo periodo, se non del continente intero, per quello che sappiamo al momento.

I sauropodi di questo periodo, infatti, riuscirono a battere qualsiasi record di dimensioni raggiunto precedentemente dai loro antenati evolutisi durante il Giurassico, tanto che non esistevano molte specie in grado di abbatterli.

«È interessante notare che tutti i titanosauri conosciuti provenienti dai depositi campano-maastrichtiani dell'Africa settentrionale e dell'allora connessa penisola arabica erano di  piccole e medie dimensioni per i sauropodi, – ha sottolineato Gorscak, commentando la scoperta – Lo stesso vale per la maggior parte dei titanosauri ritrovati fra gli strati dello stesso periodo dell’Europa meridionale. Al contrario, i titanosauri provenienti dalle Americhe raggiunsero dimensioni corporee molto maggiori, per quanto presentassero una corporatura equivalente a quelli ritrovati in Africa dello stesso periodo».

Ciò probabilmente era dovuto al fatto che l'Eurasia e l'Africa al tempo erano già connessi geograficamente in Medio Oriente e presentavano una tipologia di fauna molto simile e continua, almeno fino alla fine del Cretaceo. Una teoria che viene rafforzata proprio dalla recente scoperta.

Ovviamente ai tempi dei titanosauri gli ecosistemi presenti sulla costa settentrionale dell'Africa erano molto diversi da quelli attuali e il deserto non andava a ostacolare il cammino di questi giganti erbivori. L'ambiente africano alla fine del Cretaceo era infatti particolarmente umido e ricco di vegetazione, con diverse aree salmastre che spesso si fondevano con i delta dei fiumi o con l'oceano Tetide, che proprio in quel periodo aveva raggiunto il massimo della sua estensione.

Se dobbiamo quindi immaginare gli habitat delle zone occupate dall'attuale Egitto, dobbiamo avere in mente paesaggi molto più rigogliosi, che presentavano comunque diversi ostacoli – almeno per i piccoli di sauropodi o per le specie meno maestose – per via della presenza di diverse specie di carnivori di piccola e media taglia.

Il prossimo obiettivo dei paleontologi sarà ora quello di studiare meglio gli antichi ecosistemi in cui vivevano questi giganti, andando alla ricerca di nuovi reperti nascosti sotto la sabbia africana.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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