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25 Settembre 2022
7:30

Scoperto un nuovo nucleo di lontre nel Lazio

Un nucleo di lontre è stato individuato lungo il fiume Garigliano e in parte dei suoi maggiori affluenti nell’ambito di un progetto per il censimento promosso e finanziato dal Wwf Italia.

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Arriva una straordinaria notizia per una delle specie animali più rare e minacciate d’Italia: in Lazio, nello specifico nella provincia di Frosinone, è stato scoperto un nuovo nucleo di lontre, a conferma della lenta ricomparsa della specie nella regione.

Il nucleo è stato individuato lungo il fiume Garigliano e in parte dei suoi maggiori affluenti nell’ambito di un progetto per il censimento della lontra promosso e finanziato dal Wwf Italia. La lontra, contrariamente ad altri mustelidi come il tasso e la faina, in Italia è raro, e il Lazio è una delle regioni in cui la sua presenza è molto scarsa. In altre regioni come il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige, è ricomparso soltanto di recente, e il progetto di censimento del Wwf è finalizzato proprio a mappare gli esemplari di lontra presenti sul territorio nazionale in modo da mettere in atto tutte le strategie necessarie a proteggerlo.

La scoperta del nuovo nucleo di lontre

Il nuovo nucleo di lontre del frusinate è stato scoperto quest’estate dal biologo Simone Giovacchini, responsabile dei censimenti nel Lazio. La notizia è stata però diffusa soltanto di recente, in vista della Giornata Mondiale dei fiumi che si celebra domenica 25 settembre (la Giornata Mondiale della Lontra ricorre invece il 25  maggio). Si tratta della prima segnalazione della specie dal 2000, anno in cui era stata dichiarata estinta nella regione. Il monitoraggio arriva a circa 40 anni dal precedente e a oltre 10 dal Piano di Conservazione per la lontra (PACLO) curato da Ispra. Per condurlo, il Wwf ha attivato il supporto scientifico dell’Università del Molise, che conta su alcuni dei maggiori esperti mondiali sulla specie come la professoressa Anna Loy, con cui è stato redatto un protocollo standardizzato raccomandato dall’Otter Specialist Group dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura).

A collaborare al censimento, oltre ai responsabili regionali, anche tanti volontari e appassionati che hanno suddiviso il territorio in celle di griglia di 20 km quadrati per passare al setaccio le zone che rientrano nell’habitat ideale della lontra euroasiatica (Lutra lutra. Un animale che per sopravvivere ha bisogno di ecosistemi fluviali integri e in buona salute, ed è ancora oggi una delle specie più rare in Italia. Nel secolo scorso si è sfiorata l’estinzione, ma da qualche anno la popolazione è in lenta ma graduale ripresa, grazie anche ai programmi di conservazione adottati a livello nazionale ed europeo.

Gli sforzi per proteggere le lontre in Italia

«Negli ultimi anni si è assistito alla riunificazione dei due nuclei meridionali, gli unici vitali del Paese, alla ripresa in alcune regioni confinanti e al timido ritorno nell’area alpina, legato all’espansione della specie da Austria e Slovenia e a qualche segnale nel versante francese/ligure – spiegano dal Wwf – Nonostante questo, la popolazione italiana di lontra è ancora oggi tra le più minacciate e isolate d’Europa, essendo ancora assente in gran parte del suo areale storico, soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali della penisola. In Italia si stimano tra gli 800 e i 1.000 individui di lontra, un numero ancora ben al di sotto del limite vitale minimo». A minacciarle è soprattutto la distruzione del loro habitat e una forte antropizzazione, unita anche agli incidenti stradali.

Proprio il Wwf è stato, in Italia, il primo a dare l’allarme sullo stato della lontra negli anni ’80, dando vita al Gruppo Lontra Italia e coordinando il primo e unico monitoraggio nazionale, andato in scena dalla primavera del 1984 all’autunno del 1985. Il monitoraggio evidenziò come solo il 6% dei 1.300 siti erano effettivamente occupati dalla specie. Qualche anno dopo, nel 1993, venne sottoscritto il Manifesto del Gruppo Lontra Italia, che portò a identificare una serie di centri Lontra tra cui quello dell’Oasi Wwf di  Penne.

A oggi sono proprio le Oasi del Wwf a svolgere un ruolo fondamentale nella conservazione della specie: oltre a quella di Penne anche quelle di Serre-Persano, Grotte del Bussento e Lago di Conza in Campania, Pantano di Pignola e Policoro in Basilicata, Cascate del Verde in Abruzzo. A questo si aggiunge la realizzazione di aree protette fondamentali per la tutela della lotta, come il parco nazionale del Cilento-Vallo di Diano e Monti Alburni. Il Wwf dal canto suo, oltre a tutelare le aree critiche e a prevenire alcune delle principali minacce alla lontra in Europa, a cominciare da quella degli investimenti da automobili, il progetto WWF si propone anche di creare gruppi di volontari: «Formati sotto la guida dei coordinatori regionali, in futuro potranno trasformarsi in sentinelle e ambasciatori della conservazione dei nostri sempre più minacciati ecosistemi fluviali». Ma si può sostenere il WWF anche partecipando al progetto Adotta una lontra.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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