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4 Agosto 2023
9:50

Scoperto un nuovo insetto che finge di essere un’altra specie per imbrogliare i predatori

Alcuni ricercatori neozelandesi hanno scoperto una nuova specie di insetto che simula la colorazione di una specie velenosa. Peccato però il suo mimetismo non stia funzionando, perché i predatori hanno cominciato a comprendere l'inganno e ad affrontare il rischio.

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Siamo abituati a pensare che il fenomeno del mimetismo serva esclusivamente a nascondere gli animali ai loro predatori, ma se ci fermiamo a riflettere sulle diverse tipologie di questa capacità osserveremmo che i suoi effetti spesso sono molto più complessi e affascinanti di così e che anche i predatori potenzialmente possono sfruttare gli stessi trucchi per attaccare le loro prede, come avviene per esempio con le tigri o per tantissime tipologie di insetti, incluso un piccolo plecottero nero neozelandese in cui questa abilità è stata appena scoperta e descritta.

Esiste infatti una forma di mimetismo molto particolare che è meno conosciuta dal pubblico. Un vero e proprio "imbroglio" che se applicato con una certa abilità può permettere ad una preda di sopravvivere agli attacchi dei predatori, pur restando comunque ben visibile ai suoi occhi. Trattasi del mimetismo batesiano, che permette ad un animale di sfruttare le colorazioni e le forme di qualche altra specie, il più delle volte pericolosa o velenosa (in questo caso si chiama aposematismo), nel tentativo di non farsi riconoscere e mangiare.

Un ultimo esempio di questo mimetismo è stato scoperto in Nuova Zelanda da alcuni ricercatori dell'Università di Otago, studiando la biologia di una specie appartenente alla famiglia d'insetti plecotteri degli austroperlidi: Austroperla cyrene.

Questo insetto possiede infatti un'intensa colorazione nero pece sulla superficie del suo corpo come avvertimento nei confronti dei predatori, poiché prende in "prestito" le tonalità e le forme di un altro insetto neozelandese, la Zelandoperla fenestrata. Un fenomeno che secondo le indagini molecolari effettuati dai ricercatori risulta essere molto recente e che è stato descritto in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Molecular Ecology. Tuttavia, nello specifico cosa ha portato questa nuova specie ad assumere la colorazione di un altro insetto?

«Le ragioni dietro a questo cambiamento sono legate dal fatto che Zelandoperla fenestrata è una specie altamente tossica per i predatori, mentre la nuova specie probabilmente era molto cacciata in un tempo abbastanza recente – ha dichiarato l'autore principale dello studio, il dottor Brodie Foster, che lavora nel dipartimento di biologia dell'Università di Otago – In natura, infatti gli uccelli fanno sempre una grande fatica a notare la differenza tra le specie velenose e quelle non velenose, e quindi le evitano entrambe. Anche per l'occhio inesperto di un neofita umano, riconoscere queste specie è impossibile: le specie velenose e le sue imitazioni sono difficilmente distinguibili».

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Zelandoperla fenestrata. Foto da Wikimedia Commons

Non è un caso se Foster fa riferimento alla difficoltà umana di distinguere queste due specie. Per identificare la nuova specie i ricercatori sono stati infatti costretti ad utilizzare un approccio genomico per rivelare le mutazioni genetiche chiave in grado di distinguere la specie ed identificare il gene della colorazione che distingue gli esemplari imbroglioni dagli originali. Tuttavia, ora che gli scienziati hanno l'occhio allenato, dichiarano che è possibile distinguerli se si fa un po' più di attenzione.

La nuova specie – che in origine aveva colorazioni brunastre – presenta infatti delle linee differenti sulla superficie del corpo, un nero meno lucido e manca di due "antenne" terminali addominali, che risultano invece chiaramente visibili in Z. fenestrata.

Il mimetismo batesiano sembra però non funzionare sempre. Come infatti afferma un altro autore dello studio, Graham McCulloch. Tale strategia può diventare inutile se il predatore si accorge dell'inganno, accetta il pericolo di essere intossicato o compare una nuova specie in grado di predare anche le specie velenose. «I nostri risultati indicano inoltre che una strategia di ‘imbroglio' non paga nelle regioni in cui le specie velenose sono rare». E sfortunatamente per Austroperla cyrene, Zelandoperla fenestrata sta subendo un periodo di flessione demografica, con tanto di estinzioni locali in alcuni territori dell'isole dell'arcipelago, rendendo quindi inutile il sistema difensivo batesiano delle altre specie.

Effettuando delle missioni di monitoraggio nei siti in cui gli scienziati hanno trovato la nuova specie, McCulloch ha infatti notato che gli uccelli non si lasciano più abbindolare dalla colorazione dell'Austroperla cyrene cacciandola tranquillamente, disinteressandosi dei segnali di pericolo che lancia. La specie sembra quindi costretta a rivedere le sue strategie molto presto, se non vuole estinguersi nel breve tempo per colpa dei predatori.

Il team neozelandese sta ora valutando in che modo il cambiamento ambientale sta interagendo nell'evoluzione delle specie native della Nuova Zelanda, mentre il prossimo obiettivo sarà sicuramente capire quale futuro attende la nuova specie, che rischia persino di estinguersi già pochi anni dopo la sua scoperta.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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