Il Triassico fu un'era particolarmente ricca di stravolgimenti geologici ed evolutivi che portarono allo sviluppo di tantissime nuove forme di vita che avrebbero dominato per i successivi 230 milioni di anni, tra cui i dinosauri e i mammiferi. Fra gli animali più "strani"" che comparvero all'epoca – e anche fra quelli meno conosciuti – ci furono i dicinodonti, animali erbivori dotati di un becco corneo e di un paio di grosse zanne simili a canini che, secondo le moderne teorie evolutive, sono imparentati alla lontana con i moderni mammiferi. Proprio recentemente si è aggiunta una nuova prova a questa tesi grazie ad uno scavo in Polonia che ha permesso di trovare una nuova specie che presenta alcune affinità con gli antichi mammiferi, nei pressi della città di Woźniki, nel sud del paese.
I dicinodonti comparvero sul finire del Permiano, evolvendosi dagli ancora più antichi pelicosauri – dei rettili terapsidi che presentavano delle caratteristiche intermedie. Fu però durante il Triassico (250-200 milioni di anni fa) che raggiunsero il maggior successo, sviluppando un grande numero di forme e conquistando ogni angolo del pianeta, Antartide incluso. La nuova specie polacca però, a cui i paleontologi hanno dato il nome di Woznikella triradiata, visse sul finire della loro epoca d'oro, comparendo all'inizio del loro periodo discendente. Per quanto infatti il Triassico si rilevò essere l'epoca in cui vissero il loro maggiore successo, fu anche l'ultimo, visto che si estinsero prima che la Terra entrasse nel Giurassico, noto soprattutto per le dimensioni raggiunte dai dinosauri vissuti in quel periodo.
«Durante i loro 60 milioni di anni di esistenza – hanno chiarito i ricercatori dell'Istituto di Paleobiologia dell'Accademia polacca delle scienze e autori della scoperta, Tomasz Szczygielski e Tomasz Sulej – i dicinodonti hanno infatti avuto un indiscutibile successo evolutivo, come espresso dalla loro estensione geografica globale e dalla loro diversità generica. Essi però morirono anzitempo, senza lasciare traccia, per quanto durante il Triassico questo gruppo era composto da una varietà davvero incredibile di specie: da minuscoli animali lunghi meno di mezzo metro a specie massicce di dimensioni paragonabili ai più grandi mammiferi terrestri viventi».
Ovviamente la diversità, le tendenze evolutive e la distribuzione geografica e temporale dei dicinodonti sono state oggetto di moltissime ricerche approfondite nel corso degli ultimi decenni. Come già però accennato, la storia della loro distribuzione attorno al globo e la loro parentela con i mammiferi forniscono ancora oggi, dopo oltre cento anni dalla scoperta del primo esemplare, nuovo materiale con cui alimentare i dibattiti accademici, inerenti la loro posizione tassonomica rispetto agli altri rami dell'albero della vita. Ed è anche per questa ragione se la nuova specie può rappresentare un nuovo punto d'inizio per le discussioni dei paleontologi intenzionati a districarsi fra i misteri che avvolgono ancora lo sviluppo di questi antichi animali.
Per esempio, oggi sappiamo che questi animali comparvero molto prima dei primi dinosauri.« Fu poi proprio nel Triassico che cominciarono ad ottenere un predominio sulle varie comunità ecologiche mondiali che si svilupparono di seguito alla grande estinzione di 251 milioni di anni fa. E divennero il gruppo principale di grandi erbivori dell'allora subcontinente Europeo, mantenendo questo predominio fino all'epoca della comparsa dei dinosauri».
La Polonia dimostra di possedere un ruolo molto particolare all'interno della storia evolutiva di questi organismi, avendo infatti assunto il ruolo di rifugio, soprattutto quando i dinosauri cominciarono a distribuirsi meglio nelle varie regioni del mondo. Nessun fossile di dinosauro è stato infatti trovato in nessuna delle località polacche risalenti al Triassico medio e superiore, in netto contrasto con, ad esempio, la Germania o la Groenlandia dove i sauropodomorfi – gli antichi antenati dei sauropodi giurassici – sono stati trovati in abbondanza. Un evento che lascia parecchio perplessi i paleontologi che si dedicano allo studio dei fossili di questo periodo.
Questo fenomeno però potrebbe essere stato spiegato indirettamente dalle nuove ricostruzioni geografiche dell'allora Europa, chiariscono gli scienziati, visto che all'epoca il vecchio continente era schiacciato all'interno del supercontinente Pangea – che si ritiene includesse tutte le terre emerse della Terra durante alcuni periodi antichi della preistoria.
Secondo infatti gli autori dell'articolo, quando W. triradiata divenne la specie più grande della fauna presente in Polonia, mentre in Germania vivevano i primi sauropodomorfi, l'Europa orientale era praticamente capovolta verso il basso e confinava con una linea di terra che limitava l'accesso dei dinosauri in questa regione. Inoltre la zona di Woźniki era all'epoca geograficamente e paradossalmente vicina al luogo d'origine di tutti i dicinodonti, ovvero la regione dell'attuale Africa sud-orientale. Una condizione che la resa perfetta per divenire in breve tempo una sorte di rifugio per le ultime specie, in procinto di estinguersi.
«Più specie di dicinodonti sono migrate dall'Africa in modo indipendente verso nord e ovest in quel periodo, indicando passaggi aperti tra le regioni dell'emisfero meridionale e settentrionale che oggi sono scomparsi di seguito alla frantumazione di Pangea, alla nascita del mar Mediterraneo e dei diversi oceani» chiariscono i paleontologi. Ciò permette loro però di capire meglio perché questi antichi erbivori giganti si estinsero, a differenza dei mammiferi? Beh, solo in parte.
Gli scienziati sanno già da tempo che durante il Triassico i mammiferi avevano cominciato a conquistare alcune delle nicchie ecologiche più piccole e nascoste, tentando di sfuggire così allo strapotere dei rettili. Essi però non riescono ancora a capire cosa abbia permesso ai nostri antichi antenati di sopravvivere, rispetto ai loro parenti più prossimi, come i dicinodonti.
Secondo gli stessi autori dell'articolo, molto probabilmente però l'evoluzione di predatori più agili, intelligenti e capaci nel ghermire le prede, associato ad un eventuale peggioramento delle condizioni ambientali durante il Triassico superiore, spinse i nostri antenati ad adottare strategie di fuga e difesa migliori, rispetto ai meno agili organismi, evolutisi nel Permiano. Questa supposizione tuttavia deve essere confermata di volta in volta, con la scoperta di nuovi reperti, chiariscono i ricercatori.
Sono però pochi gli scienziati che credono alla possibilità che questi antichi terapsidi avrebbero potuto competere con i dinosauri ad armi pari. Alla fine essi sono stati infatti sempre visti dagli esperti come degli erbivori lenti, parzialmente indifesi e non molto dotati a livello cognitivo. «Tuttavia ciò che li condannò definitivamente fu il fatto che non riuscirono ad evolversi abbastanza velocemente, in modo tale da contrastare il cambiamento indotto dalla comparsa dei nuovi carnivori e dall'arrivo della siccità», suggeriscono i paleontologi.