Un team di paleontologi provenienti da Brasile, Stati Uniti e Argentina ha appena pubblicato su Nature uno studio su un piccolo rettile risalente al Triassico inferiore che visse all'incirca 230 milioni di anni fa e che, secondo le prime ricostruzioni, potrebbe essere un parente terreste molto stretto degli pterosauri, i rettili volanti spesso confusi con i dinosauri.
Non fatevi infatti ingannare dalle immagini allegate allo studio: ciò che hanno scoperto gli scienziati non è infatti un dinosauro, ma un rettile molto più antico che gli scienziati hanno ribattezzato Venetoraptor gassenae. Questo animale potrebbe essere per di più il parente più stretto dei più noti pterosauri, i rettili volanti che hanno dominato i cieli del Mesozoico fino all'estinzione di 65 milioni di anni fa.
Fino a questo momento erano poche le informazioni riguardanti gli antenati di questi rettili volanti che molti conoscono grazie ai giocattoli o alle ricostruzioni dei film come Jurassic Park. Inoltre, non bisogna farsi confondere dalla parola "Veneto" nel nome che non ha a che fare con la regione italiana in modo diretto: fa riferimento a "Vale Vêneto", località turistica di São João do Polêsine, in Brasile, dove è stato trovato il fossile. L'epiteto specifico, poi, è un omaggio a Valserina Maria Bulegon Gassen, che è stata una delle principali responsabili della fondazione che ha permesso di effettuare gli scavi in questa area, la CAPPA/UFSM.
Come era fatto questo piccolo animale? Innanzitutto, dovete rimuovere dalla vostra mente il concetto stesso di pterosauro. Il Venetoraptor, infatti, non presenta membrane alari che permettevano all'animale di volare o planare. Ed era "solo" un animale bipede, probabilmente non più alto di 0,3 metri all'altezza dei fianchi, e che riusciva grazie alla sua leggerezza ad arrampicarsi sugli alberi, probabilmente per predare piccoli insetti, lucertole ed anfibi. La sua lunghezza non superava neanche il metro, mentre la sua bocca era formata da un becco corneo sdentato, che sarebbe stato ripreso anche da altre specie di pterosauri nei milioni di anni successivi.
Aveva anche delle grandi mani con lunghi artigli, che in un primo momento hanno generato un po' di confusione nei non addetti ai lavori. All'inizio alcuni hanno creduto che questo animale potesse essere imparentato con i terizinosauri, ma il sito di ritrovamento sudamericano e la distanza temporale che separa i due animali – diversi milioni di anni – hanno fatto presto capire ai paleontologi che le caratteristiche del Venetoraptor erano solo superficialmente simili a quelle del dinosauro.
I suoi artigli, tuttavia, si sono rivelati importanti per ipotizzare qualcosa in più sul suo comportamento. Presentando infatti delle usure probabilmente causate dall'arrampicata sugli alberi.
La comparsa di questo animale precede quella dei dinosauri e dei pterosauri di circa 80 milioni di anni, dunque ha permesso ai ricercatori anche di capire meglio come i primi organismi ad essersi evoluti si sono adattati alle nuove condizioni di vita in seguito alla grande estinzione del Permiano, che decimò il 70% della fauna terrestre della Terra e l'80% di quella marina, circa 250 milioni di anni fa.
I resti che sono stati ritrovati non permettono però agli scienziati di disporre di uno scheletro completo, ma sono comunque sufficienti per avere una chiara idea delle forme e delle dimensioni dell'animale. Fra le ossa trovate ci sono per esempio alcuni frammenti del cranio e del becco, ma anche quelle di un'intero braccio e di un'intera gamba, più gli artigli e alcune vertebre, che hanno consentito di ricostruire la natura bipede dell'animale.
Tra l'altro, come descritto dagli scienziati nel loro articolo, «la combinazione delle informazioni anatomiche della nuova specie con quelle di altri precursori dei dinosauri e dei pterosauri mostra che la disparità morfologica di questi animali supera di gran lunga quella presente nei dinosauri del Triassico e assomiglia a quella presente nei pterosauri dello stesso periodo». Ciò chiarisce che gli antenati degli pterosauri e gli stessi rettili volanti avevano un maggior numero di forme all'inizio del Triassico rispetto a quelle dei dinosauri, che presentavano invece morfologie e piani corporei tutti piuttosto simili.
Questa scoperta aggiunge quindi ulteriori prove alle teorie secondo cui il gruppo di rettili a cui appartiene Venetoraptor è più strettamente imparentato con gli pterosauri che con i dinosauri e che alla fine sia sorto un ramo evolutivo tra il gruppo dei lagerpetidi (alcune antiche forme di rettili imparentate con il Venetoraptor) e gli pterosauri alati.
Per comprendere meglio l'intricato albero evolutivo di questi animali, i paleontologi hanno anche ricostruito graficamente la filogenesi, ovvero come erano imparentati tra loro tutti questi rettili. Come è possibile notare nell'immagine in basso, Venetoraptor rappresenta uno degli animali più vicini agli pterosauri, ponendosi quasi alla base del loro albero evolutivo. Insieme ad altri appartenenti del gruppo degli Pterosauromorpha, è posizionato infatti appena sopra al ramo che ha poi portato ai veri e propri pterosauri. Una posizione quasi intermedia che lo rende uno dei più vicini animali non volanti (tra quelli conosciuti) dei rettili volanti.
Si può notare, inoltre, che dinosauri e pterosauri si sono evoluti a partire da gruppi piuttosto distanti tra loro. Per molto tempo, infatti, almeno fino a metà degli anni 80 dell'Ottocento, i paleontologi erano ancora indecisi se considerare gli pterosauri dei dinosauri veri e propri o un gruppo a sé stante di grandi rettili. Dopo il ritrovamento però di nuovi reperti, in Inghilterra cominciò a circolare l'idea che i rettili volanti appartenessero ad un altro gruppo, una teoria che è stata poi confermata successivamente da altri ritrovamenti.
Questa inoltre non è l'unica recente scoperta sull'evoluzione di questi animali. Qualche settimana fa, infatti, alcuni degli stessi paleontologi che hanno lavorato su Venetoraptor, tra cui Sterling Nesbitt, avevano studiato e descritto un altro reperto, che presentava un antenato corazzato dei dinosauri e degli pterosauri ancora più antico.
Questa specie, a cui è stato dato il nome di Mambachiton fiandohana, fa parte di un gruppo di arcosauri risalenti all'inizio del Triassico che possedeva delle piastre ossee a livello della superficie. Il Triassico inferiore sembra quindi essere stato abitato da un grande numero di forme di rettili, antenati sia dei dinosauri che degli dei pterosauri.