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25 Settembre 2023
16:34

Scoperto il fossile di un ragno botola gigante vissuto in Australia 16 milioni di anni fa

In Australia una equipe di paleontologi ha scoperto il fossile di un ragno gigante molto particolare: il primo appartenente al gruppo dei ragni botola.

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Il continente australiano è sempre stato un luogo particolarmente ospitale per animali potenzialmente pericolosi per gli uomini e uno studio recente, pubblicato tra le pagine del Zoological Journal della Linnean Society, ha descritto una nuova specie di ragno botola vissuto tra gli 11 e i 16 milioni di anni fa, durante il Miocene,

L'animale è stato ufficialmente chiamato Megamonodontium mccluskyi. Misurava ben 23,3 mm e probabilmente da adulto sarebbe potuto diventare ancora più grande, arrivando alle dimensioni di una mano che per un ragno sono davvero grandezze enormi.

E' anche il primo fossile appartenente alla grande famiglia dei ragni botola Barychelidae che dispongono di una tecnica molto particolare per cacciare le loro prede. Questi aracnidi costruiscono un piccolo tunnel nel suolo soffice che viene poi ricoperto da una botola con cui si chiudono all'interno: quando una potenziale preda passa sopra, il ragno scatta verso l'esterno afferrando la vittima tramite gli arti e i pedipalpi e stordendola anche grazie all'impatto con l'apertura della botola.

«Solo quattro fossili di ragno sono stati trovati in tutto il Continente, il ché ha reso difficile per gli scienziati comprendere la loro storia evolutiva – ha spiegato uno degli autori dello studio, il paleontologo Matthew McCurry docente dell'Università del Nuovo Galles del Sud e curatore dell'Australian Museum – Ecco perché questa scoperta è così significativa poiché rivela nuove informazioni sull'estinzione dei ragni e colma una lacuna nella nostra comprensione del passato».

McCurry è un paleontologo molto famoso al livello internazionale, basti pensare che solo il mese scorso era fra i protagonisti di un altro importante studio che aveva completato la descrizione di un fossile appartenuto ad una grande salamandra, dopo ben 30 anni dal suo ritrovamento.

Ciò che rende il fossile di M. mccluskyi particolarmente interessante per la scienza è anche il suo ottimo stato di conservazione. Come è infatti possibile vedere osservando le immagini messe a disposizione dai paleontologi, il reperto consente di studiare l'animale nella sua interezza e di analizzare così anche alcune particolarità anatomiche.

«La microscopia elettronica a scansione ci ha permesso di studiare i minimi dettagli degli artigli e delle setole presenti sui pedipalpi, sulle zampe e sul corpo del ragno – spiega Michael Frese dell'Università di Canberra, altro autore dello studio – Le sete sono strutture simili a capelli che possono avere una serie di funzioni differenti. Possono percepire sostanze chimiche e vibrazioni, difendere il ragno dagli aggressori e persino emettere suoni».

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Oggi questi ragni non sono più presenti in Australia ma cosa li ha spinti a estinguersi completamente? È lo stesso reperto a fornirci delle informazioni utili per comprendere quello che è successo, hanno spiegato i ricercatori. Effettuando infatti un confronto diretto fra la specie appena scoperta e i ragni attualmente presenti in Australia, è stata notata una differenza che consente agli esperti di descrivere anche l'antico ambiente in cui si sono evoluti questi animali.

M. mccluskyi era una specie adattata a territori molto umidi, verdi e brulicanti di vita: aveva quindi tanta disponibilità di cibo da poter cacciare con efficace grazie alla trappola. Le specie di ragni oggi presenti in Australia sono invece i perfetti esempi di ragni adattati invece a condizioni ambientali molto più aride e che sono costretti a muoversi in continuazione per poter trovare da mangiare.

La desertificazione durante e dopo il Miocene, dunque, fu probabilmente responsabile dell'estinzione locale di alcuni gruppi di ragni in Australia, fra cui quello dei ragni botola. Il mondo stesso in cui abitava questa specie d'altronde era molto diverso dal nostro: basti considerare che gli uccelli del terrore erano i più grandi predatori presenti sulla terraferma e che le tigri dai denti a sciabola non si erano ancora nemmeno diffuse in Nord America.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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