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3 Agosto 2023
12:31

Scoperto il fossile della più antica medusa mai esistita: è simile alle specie moderne

Un gruppo di ricercatori canadesi ha scoperto il fossile della più antica specie di medusa mai trovata, risalente a oltre mezzo miliardo di anni fa. Si chiama Burgessomedusa phasmiformis ed è stata trovata in uno dei giacimenti fossili più famosi, quello di Burgess Shale.

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I celenterati, notoriamente conosciuti per le loro appendici urticanti, sono stati fra i primi organismi a comparire nell'antico oceano primordiale di oltre 500 milioni di anni fa, agli inizi del periodo Cambriano. E da allora hanno vissuto negli oceani, adattandosi a tutti i cambiamenti climatici e ambientali che hanno coinvolto il pianeta, mantenendo il proprio posto tra le principali specie marine già a partire da oltre mezzo miliardo di anni fa, come dimostra la specie più antica mai trovata appena descritta in un nuovo studio.

Con la loro forma a cupola, la ingannevole semplicità e la loro naturale lentezza, le meduse sono fra i gruppi animali più longevi del pianeta e il loro studio, nei report fossili, è sempre stato uno degli elementi centrali della paleontologia, in quanto hanno accompagnato l'intera storia dell'evoluzione della vita. Alcuni ricercatori del Royal Ontario Museum (ROM) a Toronto hanno infatti appena annunciato la scoperta del reperto di medusa più antica mai trovato, una specie così ancestrale che coincide con gli inizi di quell'esplosione cambriana che ha definito le strade evolutive di buona parte degli organismi viventi, fino ad oggi.

La nuova specie prende il nome di Burgessomedusa phasmiformis ed è stata annunciata e descritta in un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B. Questa nuova specie è importante anche perché proviene da uno dei giacimenti fossili più famosi. I fossili di Burgessomedusa sono stati infatti trovati nel sito di Burgess Shale, protagonista del saggio di Stephen Jay Gould "La vita meravigliosa" e considerato da molti il miglior testo divulgativo mai scritto, che permise alla cultura americana (e non solo) di scoprire le meraviglie dell'esplosione cambriana.

Il Royal Ontario Museum detiene quasi 200 esemplari di questa specie, da cui gli scienziati hanno potuto trarre le conclusioni che questo animale era molto simile alle specie moderne, con quasi la stessa tipologia di anatomia interna e dei tentacoli. La sua lunghezza era di circa 20 centimetri e tolto il fatto che probabilmente era capace di predare organismi di maggiori dimensioni rispetto alla media attuale, questa medusa non avrebbe sfigurato nei mari e negli ecosistemi di oggi.

Gli scienziati del museo ci tengono tuttavia a ribadire che il nuovo studio non si basa sull'ottenimento di nuovi fossili di seguito a scavi, ma dallo studio di centinaia di reperti scoperti a Burgess Shale nel corso degli ultimi 60 anni, la maggior parte dei quali sono stati ripuliti dai detriti negli anni 80 e 90 sotto l'ex curatore della sezione invertebrati del museo Desmond Collins. Lo studio di questi reperti ha quindi necessitano diversi decenni, coinvolto diversi studiosi e sottoposto i paleontologi a una grande impegno, visto che inizialmente si pensava che ogni frammento appartenesse ad un organismo differente e non ad un'unica specie.

«Anche se si pensa che le meduse e i loro parenti siano tra i primi gruppi di animali ad essersi evoluti, è stato molto difficile identificarli nella documentazione fossile del Cambriano, per via della frammentazione dei loro reperti. Questa scoperta, tuttavia, ora non lascia spazio a dubbi sul fatto che le meduse dominavano l'oceano già in quel momento come oggi», ha dichiarato il coautore dell'articolo Joe Moysiuk.

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Uno dei reperti che ha permesso l’identificazione della più antica medusa conosciuta

«Trovare animali così incredibilmente delicati dopo così tanto tempo in cima a queste montagne è una scoperta così meravigliosa – ha dichiarato invece Jean-Bernard Caron, un altro componente del team che ha studiato per anni la Burgessomedusa – Questo aggiunge un altro tassello evolutivo presente a Burgess Shale, già ricco di specie in grado di raccontare le prime fasi evolutiva della storia della vita».

Com'erano però gli altri abitanti del sito di Burgess, che fra tutti i siti fossiliferi del mondo presenta sicuramente una delle faune e delle flore più complete appartenenti alla sua epoca? Come spiegano infatti gli autori dell'articolo e come è possibile comprendere leggendo il libro di Gould, la biodiversità di questo sito ora gestito dai parchi nazionali di Yoho e Kootenay del Canada era molto variegata, tanto che oggi è possibile trovare anche gli antenati dei vertebrati, degli artropodi, dei nematodi, delle stesse spugne e meduse e di tantissime altre forme di vita. Per quanto strani, tuttavia le specie scoperte non possono essere considerate del tutto aliene alla nostra concezione standard di esseri viventi, al di fuori di alcune famose eccezioni, come Hallucigenia. 

Per capire l'elevato valore di questo sito basta sapere che i reperti trovati all'interno di questo giacimento hanno permesso l'identificazione di ben 38 generi assegnati a gruppi tassonomici ancora esistenti e 26 generi assegnati a gruppi ormai estinti, oltre ad altri 24 generi di origine e classificazione ancora incerta. Una vera miniera di informazioni, che da oltre un secolo fornisce ai paleontologi uno sguardo sul nostro più lontano passato.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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