Sta avendo grande risonanza internazionale la storia del ritrovamento di un enorme pliosauro (un rettile marino, vissuto all'epoca dei dinosauri) in Inghilterra, dopo che le prime immagini di presentazione dell'animale hanno fatto il giro del mondo, tramite i social e un servizio dedicato della BBC. La storia della scoperta di questo gigantesco carnivoro marino ha dell'incredibile e sembra essere la trama di un film, invece è stato confermato che è tutto vero.
Qualche anno fa un appassionato di fossili e di paleontologia, Philip Jacobs, stava correndo insieme ad un amico di prima mattina su una spiaggia nei pressi della Jurassic Coast, nella baia di Kimmeridge, di fronte al canale della Manica. Stava parlando insieme al suo amico quando il suo passo inciampò in quello che in un primo momento gli sembrò uno strano scoglio emerso dalla sabbia. Andando però a controllare meglio la superficie, Jacobs si rese conto di come incredibilmente al posto delle scanalature tipiche di una roccia il masso presentava dei chiari rilievi biologici, che identificò immediatamente come dei denti aguzzi.
Incominciò allora a scavare, incuriosito dalle dimensioni stesse di quei denti e dal modo con cui emergevano dalla sabbia, e con sua enorme meraviglia si trovò a lavorare insieme all'amico per riportare alla luce i resti di un'enorme cranio. Il più grande che avesse mai visto. Oggi, dopo che il cranio è stato ripulito e portato lontano dalla costa, lo stupore di Jacobs sembra aver contagiato anche altri studiosi e i tanti esperti che si sono avvicinati al fossile per studiarne l'anatomia.
Da quello che finora è trapelato dal laboratorio in cui è ancora rinchiuso, questo esemplare di pliosauro visse circa 150 milioni di anni fa, durante il Giurassico superiore, e visto che la sua bocca misura oltre 2 metri di lunghezza, molto probabilmente la sua specie superava i 10-15 metri di dimensioni totali, risultando uno dei rettili marini più grandi ad essere mai comparso sulla Terra. Studiando approfonditamente la mascella, inoltre, i paleontologi dell’Università di Bristol hanno capito che il suo morso era praticamente inarrestabile, visto che esercitava la forza spaventosa di 33.000 Newton e risultava molto più forte del morso dell'attuale coccodrillo marino (16.400 N).
La bocca dell'animale era anche dotata di circa 130 denti, lunghi diversi centimetri e molto affilati, mentre la parte terminale del muso presenta vari fori, che hanno portato gli scienziati ad ipotizzare che questi ospitassero delle particolari ghiandole in grado di interpretare le variazioni di pressione dell’acqua, prodotte dalle prede, un po' come accade attualmente per le linee laterali degli squali e di altri pesci.
Le operazioni di recupero di questo fossile sono state molto complicate, stando alle dichiarazioni di Jacobs, che già durante il giorno del ritrovamento si preoccupò di contattare il collega di fama internazionale Steve Etches, per mettere in sicurezza la costa ed estrarre delicatamente l'intero fossile dalla sabbia. Il reperto infatti era troppo grande e troppo pesante per due paia di braccia e l'alta marea rischiava di rovinare le parti emerse del fossile. Parte del cranio inoltre era rimasto sospeso ad un'altezza elevata sopra la scogliera. Una difficoltà aggiuntiva che ha obbligato i paleontologi a calarsi dall'alto, per scavare e portare in sicurezza l'intero animale.
Etches stesso, dopo aver studiato attentamente il reperto e fatto in modo che i suoi frammenti venissero ricollegati come in un puzzle, ha programmato l'esposizione del pliosauro all'interno del museo di Kimmeridge a partire dal prossimo gennaio, includendolo all'interno della sua collezione di reperti. Prima però che i turisti e gli appassionati invadano il museo, un'altra operazione di divulgazione scientifica coinvolgerà il rettile marino, destinato probabilmente a divenire uno dei reperti fossili appartenuti al Giurassico più visitati e apprezzati del mondo.
Il prossimo Capodanno infatti il primo canale nazionale inglese, BBC One, trasmetterà in esclusiva un lungo documentario su questo ritrovamento, presentato nientemeno che dal celebre documentarista britannico Sir David Attenborough, decano della divulgazione scientifica britannica. Il documentario verrà inserito in una puntata speciale dal titolo “Attenborough and The Giant Sea Monster” e consentirà a tutti gli appassionati di rettili marini del globo di conoscere in dettaglio le informazioni inerenti l'anatomia e la vita dell'animale. Lo stesso Attenborough ha affermato alla stampa di essersi sentito in soggezione di fronte ai resti del grande predatore.
Seppur il ritrovamento di questo fossile sia ritenuto straordinario, Jacobs e Etches sottolineano che la costa in cui è stato trovato questo reperto è piuttosto famosa tra i paleontologi per essere stata più volte protagonista di grandi ritrovamenti. Non è quindi la prima volta che nella Jurassic Coast vengano ritrovati dei fossili davvero importanti, tanto che nel 2001 l'Unesco dichiarò l'intera area patrimonio dell'umanità.