Un nuovo fossile di pterosauro ha ottenuto finalmente un nome dopo essere stato scoperto nel 2010 all'interno di alcune miniere della Baviera, vicino a Mülheim, da un gruppo di paleontologi provenienti da diversi parti del mondo. Una specie il cui studio è stato molto lungo e travagliato per via della fragilità dello stesso reperto e che ha necessitato di oltre un decennio per essere portato a termine.
La nuova specie possiede un cranio di oltre 30 centimetri di lunghezza e dai risultati emersi dallo studio pubblicato sulla rivista Paleontologica Elettronica sappiamo che presentava un'apertura alare di circa due metri. A rendere però molto particolare questa specie agli occhi dei paleontologi è però lo scheletro del suo cranio. Pur essendo molto simile ad altri pterosauri della sua epoca, questa nuova specie verrà infatti principalmente ricordata per via della cresta ossea collocata sulla cima della testa, che ha spinto molti paleontologi a paragonare l'animale addirittura a Elvis Presley.
Non a caso in un primo momento i paleontologi hanno dato al fossile il soprannome del cantante americano che fra gli anni Cinquanta e Sessanta fece impazzire milioni di persone e che è ancora oggi riconoscibile per il suo particolare tagli di capelli. Lo pterosauro "Elvis", comunque, non era presente in Nord America, ma sorvolava invece molto probabilmente il vasto continente euroasiatico, che allora si estendeva dalla Cina meridionale all'attuale Germania centrale, fra 150 e 145 milioni di anni fa, verso la fine del periodo d'oro dei dinosauri: il tardo Giurassico.
Dopo un decennio di studio lo scheletro ha permesso comunque agli scienziati di dare un nome ufficiale all'animale, nominato Petrodactyle wellnhoferi da Peter Wellnhofer, uno dei più importanti paleontologi tedeschi che hanno contribuito allo studio di questi straordinari animali. Wellnhofer è conosciuto, tra le altre cose, anche per il lavoro che svolto sui vari esemplari fossili di Archaeopteryx e per aver scoperto "Urvogel", uno dei primi uccelli preistorici conosciuti.
Tornando alla cresta, è strutturalmente e morfologicamente molto grossa per un animale volante di quelle dimensioni. «Molti pterosauri sono noti con creste ossee che usavano principalmente come segnali sessuali per altri membri della specie, ma Pterodactyle wellnhoferi ha di gran lunga la cresta più grande mai vista in un animale di questo tipo – ha detto il dottor David Hone, un paleontologo della Queen Mary University di Londra, che è stato fra i protagonisti dello studio. – Inoltre, per quanto grande sia questa cresta dal punto di vista scheletrico, sappiamo che questi pterosauri avevano delle estensioni della pelle che erano attaccate ad essa, quindi nella vita reale Petrodactyle avrebbe potuto avere delle creste ancora più grandi, rispetto a quelle delle prime ricostruzioni».
Anche dal punto di vista del becco questa specie può considerarsi molto particolare. Per quanto infatti trattasi di una specie moderna, che visse diversi milioni di anni dopo la comparsa del primo ranforinco – gli pterosauri più arcaici che è possibile trovare nei sedimenti del Triassico – "Elvis" aveva anche delle mascelle particolarmente arcaiche, essendo lunghe e con un'insolita combinazione di denti corti e appuntiti, utili per predare i pesci. Inoltre, la cresta fungeva anche da ancoraggio per dei poderosi muscoli che permettevano di contrarre la mascella, di modo che questo pterosauro potesse avere un morso molto forte rispetto a molti dei suoi contemporanei.
Gli scienziati sono riusciti ad analizzare questi ed altri dettagli scheletrici tramite la luce UV, che di solito viene impiegata in paleontologia per aiutare gli esperti ad individuare le differenze tra le ossa e la roccia in cui sono incastonate. Proprio su questo metodo, René Lauer della Lauer Foundation si è espressa, commentando il suo lavoro nello studio. «L'uso della fotografia digitale insieme alla fluorescenza indotta da UV ha fornito la capacità di discernere le strutture fini delle piccole ossa e ha fornito ulteriori informazioni sulle strutture della cresta ossea che hanno aiutato noi scienziati a fare le nostre interpretazioni e le conclusioni su questa nuova specie».
Questo metodo si è rivelato anche molto importante per comprendere l'età esatta dell'esemplare al momento della morte. Per quanto infatti in un primo momento gli scienziati hanno pensato che l'esemplare fosse morto dopo la maturità sessuale, lo studio analitico di ciascun osso ha fornito un dettaglio molto interessante: Elvis era un adolescente al momento del decesso e questo comporta che da adulto sarebbe potuto divenire molto probabilmente più grosso. Una particolarità degli pterosauri, condivisa insieme ai dinosauri e agli altri rettili del Giurassico, è che gli animali crescevano costantemente fino al momento della morte.
Gli pterosauri erano degli organismi molto importanti per i diversi ecosistemi del Mesozoico. Svolgevano infatti il compito di spazzini e tenevano sotto controllo il numero delle popolazioni ittiche di fiumi e laghi. Sono tuttavia principalmente noti per aver sorvolato i cieli sovrastanti il mondo dei dinosauri, ben prima della comparsa degli uccelli, per poi cadere nel declino insieme alle "lucertole tiranne". A renderli infine molto affascinanti è anche la loro grande diversità forme, soprattutto grazie alle loro ali, alle creste craniche e alle loro mascelle.