Dopo che la sua specie è stata ritenuta estinta per decenni, svanendo misteriosamente dal suo areale, un nuovo esemplare di Austroablepharus barrylyoni, noto anche come scinco striato delle praterie di Lione, è stato trovato quest'anno durante una spedizione zoologica nei pressi di Mount Surprise, un piccolo borgo di solo 129 abitanti che si trova nella Contea di Etheridge, nel Queensland australiano. Era da 42 anni che nessun ricercatore riusciva ad avvistare un esemplare di questa specie, un tempo distribuita ampiamente nel nord est del paese.
Gli scienziati a cui era stato indicato qualche anno fa di ritrovare questo elusivo rettile appartengono al Queensland Museum e alla James Cook University (JCU), due dei principali enti scientifici del paese che – insieme al governo centrale di Canberra – continuano a finanziare fondi per attuare vari progetti dedicati alla tutela della fauna selvatica australiana.
Insieme allo scinco striato delle praterie, gli scienziati hanno trovato però anche altre due specie molto rare, svanite anch'esse da diverso tempo dai radar della ricerca: lo scinco Lerista storri, che vive sempre all'interno della contea di Etheridge, e lo scinco Lerista ameles che vive nel Undara Volcanic National Park.
Tutte e tre le lucertole rimangono ancora oggi particolarmente vulnerabili ai disturbi antropici come agli incendi boschivi, alla siccità e all'arrivo di specie aliene, come i cani rinselvatichiti e i rospi delle canne. Queste lucertole simili ai serpenti tuttavia possiedono delle strategie di difesa nei confronti dei potenziali predatori: sono dotati di lunghi corpi flessuosi e di piccole zampe che gli consentono di sfuggire agli attacchi districandosi fra le fessure del terreno. Inoltre, secondo un report pubblicato del governo australiano, possono anche passare parte delle loro giornate sotto terra, quando sono minacciati o quando le temperature surriscaldano oltre i 35 gradi le zolle superficiali del suolo.
Gli scinchi striati delle praterie cacciano un gran numero d'insetti nell'erba alta e per questa ragione la loro presenza può essere considerata molto utile per l'uomo, in quanto sono in grado di mantenere sotto controllo la popolazione degli insetti molesti come il numero dei parassiti. Sfortunatamente però il loro crollo demografico e la competizione con le altre specie ha danneggiato pesantemente la loro popolazione, di cui non si conosce ancora l'attuale dimensione.
Il capo delegazione della spedizione che è riusciti a scovarli fra le aree semi desertiche del Queensland, Andrew Amey, ha infatti spiegato che l'«obiettivo finale della ricerca era quello di trovare dopo molto tempo le tre specie e di capire se fossero ancora in vita », non quello di verificare quanto ampiamente fossero grandi le loro popolazioni.
Per gli scienziati tuttavia è stato molto emozionante riscoprire tutte e tre le specie di scinchi, come trovare ancora in vita un animale che fino all'inizio di quest'anno in molti davano per spacciato. «Trovarsi di fronte a Austroablepharus barrylyoni è stato un grande passo in avanti per la sua conservazione e per la storia dell'erpetologia di questa terra», ha dichiarato Conrad Hoskin della JCU, consapevole dei futuri lavori che bisognerà attuare per consentire a questa lucertola di sopravvivere ancora a lungo. Finora gli scienziati australiani avevano infatti a disposizione solo qualche esemplare conservato in vitro, per tentare di far rifiorire la specie, mentre oggi hanno quanto meno un sito da cui possono attingere nuovi esemplari, con cui tentare di salvare la specie con una campagna di riproduzione.
Amey tuttavia sottolinea che sarà molto difficile realizzare questo sogno, visto che attualmente le aree selvagge del Queensland sono molto più fragili rispetto agli anni Ottanta. Oggi infatti il riscaldamento globale rischia di distruggere un gran numero di ettari con gli incendi e il territorio in sé è meno preparato ad affrontare i cambiamenti. «Questi animali svolgono però un ruolo davvero importante per i nostri ecosistemi e potenzialmente ognuno di loro può svolgere un ruolo fondamentale per mantenere in salute il loro habitat. Dobbiamo sapere quindi se le loro specie hanno delle popolazioni sane o se hanno continuato a diminuire nel corso degli ultimi quattro decenni. Finché non sapremo questo, non potremo intraprendere azioni efficaci per proteggerli ne capire quali sono le minacce specifiche che li colpiscono».
Purtroppo l’unico modo per ottenere queste informazioni è andare a cercare gli scinchi lontano da Mount Surprise, tra le aree selvagge, confidano gli scienziati. Un lavoro molto faticoso, in uno degli ambienti meno ospitali del paese, ma che si rende necessario per consentire al paesaggio australiano di subire meno gli impatti del surriscaldamento globale.