E' molto comune osservare uccelli acquatici capaci di impermeabilizzare il piumaggio ma esistono specie, come la grandule del Namaqua (Pterocles namaqua) che, al contrario, riescono a trattenere acqua attraverso le piume. In un nuovo studio pubblicato su Journal of the Royal Society Interface, dei ricercatori mostrano che il segreto di questo loro "super potere" riguarda la particolare struttura microscopica del piumaggio.
Le grandule di Namaqua sono talmente esperte in questo che addirittura i maschi possono volare per più di 20 chilometri da un lontano abbeveratoio al nido e trattenere ancora abbastanza acqua nelle piume per il pulcini, capacità non indifferente per una animale che vive negli ardenti e aridi deserti di Namibia, Botswana e Sud Africa. Ora gli studiosi si stanno concentrando sullo studio dei meccanismi che permettono a questa specie di essere così efficiente nel trasporto di liquidi.
L'eccezionale capacità di trasporto dell'acqua delle piume della grandule del Namaqua non è una novità. Quest'informazione, infatti, è nota dal 1896 quando tale comportamento venne avvistato per la prima volta.
Nel 1967, gli studiosi Tom Cade e Gordon MacLean hanno riportato in una ricerca i dati ottenuti dalle osservazioni del comportamento di questi uccelli che si abbeveravano alle pozze d'acqua e hanno dimostrato che effettivamente questa loro bizzarra caratterista era reale. Da tale ricerca è emerso, infatti, che i maschi di questa specie dopo essersi immersi per circa 5 minuti in acqua, sono capaci di trattenere 25 millilitri di acqua nel loro piumaggio. Una volta preso il volo, perdono circa la metà del carico di acqua a causa dell'evaporazione, ma in ogni caso, la restante parte giunge comunque al nido permettendo ai pulcini incapaci di volare di abbeverarsi.
Ecco dunque che i ricercatori hanno voluto costruire un'immagine delle strutture delle piume grazie alla tecnologia moderna che permette loro di ottenere immagini dettagliate a livello microscopico.
Gibson e Mueller, due degli autori del progetto, hanno condotto il loro studio utilizzando le piume del ventre. Le piume negli uccelli generalmente possiedono un fusto centrale, da cui si estendono barbe più piccole, dalle quali, a loro volta, si diramano barbule di dimensioni ancora inferiori. Tuttavia, le piume di questa specie sono strutturate in modo diverso: le barbule hanno una struttura a spirale elicoidale vicino alla loro base. Nella zona esterna, invece, la spirale elicoidale è assente e le barbule sono semplicemente diritte. Quando sono bagnate, la barbule creano una fitta foresta di fibre in grado di trattenere l'acqua ed impedirne la fuoriuscita.
Ma non è finita qui: attraverso l'utilizzo di tecniche di microscopia, sono state misurate le dimensioni delle diverse componenti della piuma. La zona interna di quest'ultima è abbastanza rigida da fornire una base grande attorno alla quale si deformano le altre parti della penna. Le barbule, invece, diventando sempre più piccole man mano che si allontanano dalla base riuscendo a trattenere man mano sempre più acqua ripiegandosi internamente. Ecco spiegati i meccanismi che permettono la realizzazione di questo insolito, ma affascinante, fenomeno.
Lo studio è stato guidato principalmente dalla curiosità di voler comprendere questo fenomeno comportamentale unico, afferma Gibson: «Volevamo solo vedere come funziona. L'intera storia sembrava così interessante». Oltre a soddisfare la curiosità dei ricercatori, però, questa scoperta potrebbe portare ad alcune applicazioni pratiche. Ad esempio, nelle regioni desertiche dove l'acqua scarseggia e sono spesso presenti nebbia e rugiada, come nel deserto cileno di Atacama, la struttura delle piume potrebbe essere incorporata nei sistemi che sono utilizzati localmente per raccogliere l'acqua.