Quante volte abbiamo visto in TV o al cinema scene di coraggiosi e virili cowboy al galoppo del loro cavallo catturare al lazo bestiame impazzito o pericolosi ricercati in fuga? Questa tecnica di cattura, che utilizza una corda dotata di laccio a forma di cappio all'estremità, è diventata una delle immagini più iconiche del selvaggio west e delle fertili pampas sudamericane. Ma oltre ad essere un pittoresco cliché mandriano da oggi è anche una sorprendete tecnica di arrampicata utilizzata dai serpenti bruni arboricoli per scalare gli alberi alla ricerca di prede. Questa è, infatti, l'inattesa scoperta effettuata da Julie Savidge e colleghi della Colorado State University pubblicata l'11 gennaio su Current Biology.
Invasione e scoperta della locomozione a lazo
Il filmato di un serpente bruno arboricolo, catturato di notte con una telecamera a infrarossi, rivela il modo unico in cui questa specie si arrampica: il serpente si avvolge intorno a un palo utilizzando la coda per formare un cappio col corpo per poi spingersi verso l'alto. La tecnica consente al rettile di scalare strutture che altrimenti sarebbero troppo larghe per arrampicarsi. J. SAVIDGE ET AL / CURRENT BIOLOGY 2020
Il serpente bruno arboricolo (Boiga irregularis) è una specie di colubride originaria delle foreste della Papua Nuova Guinea, dell'Indonesia orientale, delle coste della Australia settentrionale e di altre isole più piccole. Come molti serpenti è un abilissimo predatore piuttosto generalista in grado di arrampicarsi sugli alberi e catturare gli uccelli, principalmente al nido. Essendo un rettile particolarmente adattabile e dall'ecologia plastica è diventato, purtroppo, anche una pericolosa specie invasiva. A partire dalla Seconda guerra mondiale, infatti, è stato accidentalmente introdotto dall'uomo in numerose altre isole sprovviste di predatori, viaggiando probabilmente come clandestino a bordo di navi o aerei. In una di queste, l'isola di Guam, il suo impatto sugli ecosistemi è stato devastante e ha portato all'estinzione diverse specie endemiche di uccelli. Per proteggere la nidificazione degli storni della Micronesia (Aplonis opaca), uno dei pochi uccelli autoctoni rimasti, i ricercatori stavano quindi studiando nuovi metodi per evitare di far arrampicare i serpenti fino alle cassette artificiali installate per aiutarli nella nidificazione.
Tutti i serpenti utilizzano quattro tecniche diverse di arrampica e una di queste, quella "a fisarmonica", è usata per scalare superficie lisce mediante l'avvolgimento delle spire a più giri intorno all'albero o al sostegno. Per provare a limitare queste incursioni hanno pensato di installare le cassette nido su supporti molto più larghi, che non potessero essere avvolti con più giri dal corpo dei rettili. Quando però hanno analizzato le immagini delle videocamere per verificare l'efficacia antipredatoria di questi sostegni hanno assistito a qualcosa di inaspettato, mai osservato prima: un serpente bruno arboricolo si è legato a laccio intorno al largo palo e ha iniziato a salire verso l'alto. Questo nuovo metodo di arrampicata è stato chiamato quindi: locomozione a lazo.
Studio, adattamenti e conservazione
Questa nuova e sorprendete tecnica utilizza un singolo allaccio sul corpo e permette a questi agili serpenti di potersi arrampicare anche su alberi dal fusto molto largo. Analizzando la locomozione a lazo in laboratorio si è però scoperto non essere un metodo particolarmente agevole ed efficace per i serpenti. La salita è incredibilmente lenta e e faticosa, mediamente con una velocità di meno di un millimetro al secondo, e spesso gli animali si fermavano a lungo per riposare, mostrando importanti difficoltà respiratorie legate allo sforzo. Questi dati suggeriscono, quindi, che si tratta di un metodo particolarmente impegnativo per i serpenti.
Questa nuova sconcertante scoperta evidenzia ancora di più quanto siano incredibili le capacità adattative di questi serpenti e ne spiega il segreto del loro successo. Dimostra anche quanto ancora resta da scoprire lì fuori sull'ecologia e il comportamento di moltissime specie, persino le più comuni e studiate. Approfondire i meccanismi e i limiti delle capacità di arrampicata di questi rettili potrebbe aiutare a progettare nuovi supporti o meccanismi di protezione per ridurre il loro impatto sulla fauna e salvare gli uccelli in via d'estinzione di questa e altre isole. È forse questa la notizia più importante che possiamo ricavare da questa nuova e curiosa scoperta.