Due uomini sono stati denunciati per bracconaggio dal Corpo di Polizia della Provincia di Treviso dopo essere stati scoperti in zona Marino di Piave, in località Campagnole, mentre sparavano agli uccelli.
Gli agenti hanno scoperto i due bracconieri nel corso di un’operazione dedicata proprio al monitoraggio e al contrasto della caccia illegale sul territorio. A metterli in allarme sono stati gli spari uditi nei dintorni di una casa isolata, che li hanno spinti ad appostarsi in zona per capirne la provenienza.
Durante uno degli appostamenti sono stati scoperti due uomini che, per attirare gli uccelli nel giardino della casa, utilizzavano un dispositivo di richiamo acustico, vietato per legge. Quando gli uccelli erano abbastanza vicini sparavano, al riparo da una rete sistemata sulla parete del portico adiacente all'edificio.
I due bracconieri sono stati fermati e sanzionati dalla Polizia provinciale non solo per l'utilizzo del richiamo acustico, ma anche per abbattimento di fauna selvatica protetta: gli agenti hanno trovato i corpi senza vita di un pettirosso, di un fringuello e di un codirosso, ma il sospetto è che nei giorni precedenti le vittime siano state molte di più. Per i due uomini è scattata anche la sanzione per mancanza della documentazione necessaria per svolgere l'attività venatoria.
«L'attenzione al contrasto del bracconaggio e degli illeciti contro la fauna selvatica è una priorità per le donne e gli uomini che compongono il Corpo di polizia dell'amministrazione provinciale di Treviso – ha detto Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – a loro un grande plauso per l'operato e per tutte le attività di monitoraggio e prevenzione».
Il bracconaggio è un reato che causa danni pesantissimi agli ecosistemi, e che ogni anno miete centinaia di vittime. Spesso i cacciatori di frodo utilizzano strumenti ad hoc, vietati per legge, come richiami acustici artificiali, appunto, o nei casi peggiori uccelli che vengono catturati appositamente e tenuti in piccole gabbie per attirare esemplari selvatici in punti specifici e abbatterli a colpi di fucile. Nelle province venete gli uccelli passeriformi, nonostante siano protetti dalla legge, sono purtroppo ancora cacciati di frodo per preparare piatti considerati della tradizione, come per esempio “polenta e osei”.