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29 Ottobre 2023
10:28

Scoperte tre nuove specie di Minorisa, organismi unicellulari fra i predatori più antichi e piccoli

I Minorisa, un gruppo di eucarioti unicellulari famosi per essere tra i più piccoli predatori del mondo, sarebbero anche gli antenati di alcune particolari microalghe ampiamente diffuse negli oceani.

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I primi predatori comparvero sulla Terra circa 2,5-2 miliardi di anni fa ed erano per la maggior parte minuscoli microorganismi conosciuti anche come protisti, ovvero organismi unicellulari eucarioti. Questi microrganismi hanno poi dato vita a diversi gruppi nel corso dell'evoluzione, tra cui quello dei Minorisa, minuscoli organismi flagellati che vivono in grande abbondanza tra gli ecosistemi marini e costieri e che si sono rivelati i protagonisti di una nuova scoperta recentemente pubblicata su Phycological Research.

In questo nuovo studio, infatti, un team di microbiologi dell'Università di Tsukuba in Giappone ha infatti scoperto e descritto ben tre nuove specie strettamente associate alle alghe cloraracniofite, tra le più abbondanti specie microalgali dell'Oceano Pacifico. Tale scoperta, effettuata da Takashi Shiratori, Yuta Kato e da Ken-ichiro Ishida, ha permesso inoltre di comprendere l'origine evolutiva dei plastidi presenti in queste alghe, ovvero gli organelli tipici delle cellule vegetali che permettono tra le altre cose anche la fotosintesi.

Le tre specie sono state ufficialmente denominate dai ricercatori Minorisa fusiformis, M. magna e M. megafusiformis e insieme all'altra specie già nota del gruppo e che per anni ha fornito le uniche informazioni inerenti questo gruppo, M. minuta sono considerate molto importanti per la salute degli ecosistemi marini del Pacifico. Per compiere questa scoperta, gli scienziati hanno isolato dall'acqua di mare cinque ceppi coltivati ​​di Minorisa raccolta lungo le coste di alcune isole giapponesi, conducendo esperimenti e osservazioni microscopiche dettagliate con successivi confronti di sequenze genetiche, così da chiarire bene quali fossero le differenze fra le tre nuove specie e M. minuta.

Tutte le specie che appartengono a questo genere sono comunque degli eterotrofi marini per cui, a differenza degli organismi autotrofi che possono contare sulla fotosintesi, sono costretti a nuotare e a pascolare attivamente fra le acque marine per andare a caccia di batteri di cui nutrirsi. Secondo alcune stime, questi microrganismi rappresentano fino al 5% di tutti i flagellati eterotrofi del mondo, divenendo quindi a loro volta un'importante risorsa alimentare per i predatori di maggiori dimensioni.

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Ceppo culturale di una cloraracniofita, Lotharella globosa. Le parti in verde sono i plastidi che consentono a queste alghe di compiere la fotosintesi e che secondo le moderne scoperte sarebbero i discendenti dei microrganismi non digeriti dai dinoflagellati Minorisa

Secondo la ricostruzione dei ricercatori giapponesi, il loro ruolo più importante si ricollega però alla stretta parentela con le alghe cloraracniofite. È molto probabile, infatti, che miliardi di anni, dopo essere riusciti a catturare degli organismi autotrofi in grado di effettuare la fotosintesi, alcuni antichi Minorisa non siano riusciti ad assimilarli e digerirli. Di conseguenza, sono stati costretti ad accoglierli all'interno del loro citoplasma e a conviverci come in una sorta di simbiosi, portando poi allo sviluppo delle attuali alghe dotate di plastidi.

Questa teoria ha come prove a proprio supporto l'analisi filogenetica molecolare – che ha sfruttato diverse sequenze di RNA ribosomiale provenienti dagli organuli presenti oggi nelle cloraracniofite – e le osservazioni microscopiche, che hanno rivelato come i vari ceppi di Minorisa possiedono uno stadio ameboide privo di flagello, morfologicamente identico alla superficie delle alghe loro parenti. Nello stadio ameboide, inoltre, Minorisa possiede pseudopodi lobosi e/o estrusivi, che in teoria avrebbero permesso alle popolazioni ancestrali di attaccare gli antenati degli attuali plastidi.

Dobbiamo quindi ringraziare la voracità di questi piccoli predatori, spiegano gli scienziati, se oggi nei mari vive uno dei gruppi più importanti e abbondanti di alghe, poste alla base della catena alimentare di tutti gli oceani.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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