I Nautilus sono fra gli animali marini più a rischio d'estinzione per molte concause. Sono infatti principalmente preda dei turisti e dei collezionisti che adorano la forma e i colori delle loro conchiglie. Subiscono poi il cambiamento climatico e l'acidificazione degli oceani che mette a rischio la salvaguardia della superficie delle loro conchiglie. Spesso inoltre sono anche vittima della sovrapesca.
Ha pertanto destato molto interesse e stupore la scoperta di tre nuove specie, la cui notizia è stata pubblicata il mese scorso sulla rivista Zookeys da parte di una equipe composta da diversi biologi marini americani.
Le tre specie sono state osservate nel Mare dei Coralli, un tratto del Pacifico meridionale situato poco lontano dalla Grande Barriera Corallina Australiana,e sono stati classificati soprattutto grazie ai fondi del progetto "Save the Nautilus" a cui sono iscritti molti dei biologi americani che hanno poi pubblicato lo studio. Gregory Barord, uno dei principali autori ha commentato la ricerca così: «Recentemente, il nostro team ha scoperto tre nuove specie di nautilus: Nautilus vitiensis, proveniente dalle Fiji, Nautilus samoaensis, proveniente dalle isole Samoa americane, e Nautilus vanuatuensis tipica di Vanuatu. Questi nautilus abitano la regione più orientale dell’Oceano Pacifico ed erano stati precedentemente tutti raggruppati sotto la specie Nautilus pompilius».
Secondo gli studiosi la nuova denominazione di queste specie era necessaria, visto l'ottenimento di nuove informazioni inerenti la storia genetica, la presenza geografica e i nuovi caratteri morfologici che le differenziano di molto dalla forma più comune. «Il lignaggio dei nautiloidi si estende molto indietro nella documentazione sui fossili, fino a oltre 500 milioni di anni fa. E mentre in passato erano abbondanti e diversificati in tutti gli oceani, oggi si trovano esclusivamente nell’Indo-Pacifico, vivendo nei pendii profondi della barriera corallina. Inoltre, i nautilus viventi oggi sono isolati, per via delle diverse condizioni di vita a cui si sono adattati. Le popolazioni raramente si incrociano e nel tempo si adattano ed evolvono ulteriormente, il ché può provocare eventi di speciazione. E questo isolamento, unito alle specie endemiche uniche in ogni località, sono considerazioni importanti da tenere in mente per la gestione della conservazione e delle popolazioni esistenti di Nautilus».
Il responso finale però delle immersioni esplorative compiute grazie al progetto "Save the Nautilus", non si riduce a questa scoperta. I biologi marini e i sommozzatori americani che per un certo periodo hanno fatto tappa a Guam hanno anche descritto altre sei specie.
Tra queste figura il fuzzy nautilus, noto alla scienza come Allonautilus scrobiculatus, la cui caratteristica principale è quella di avere il guscio della conchiglia completamente incrostata da una sorta di melma limacciosa che è prodotta dallo stesso animale. Essa vive nel mare intorno alla Nuova Guinea e secondo alcuni degli scopritori avrebbero evoluto tale conchiglia come forma di difesa nei confronti dei predatori, che risulterebbero "disgustati" dal colore e dalla consistenza della sua superficie.
Il lavoro svolto per scoprire e classificare questi animali ovviamente è stato molto lungo e dispendioso. Barord e i suoi colleghi hanno infatti scandagliato per anni l’oceano Pacifico, soprattutto nei pressi delle isole Fiji, Samoa americane, Guam e Vanuatu, tramite immersioni e l'uso di grandi trappole in acciaio, rete e filo di ferro che venivano innescate dagli animali con l'uso di una esca di pollo crudo.
Le esche venivano calate a una profondità di 300 metri solitamente durante il tramonto, per poi essere recuperate all'alba del giorno dopo. I ricercatori si sono assicurati di utilizzare un approccio non letale nella loro ricerca: tutti i Nautilus catturati sono stati infatti studiati e liberati, senza prevederne l'abbattimento. Anche perché non è più pensabile effettuare ricerche faunistiche, come si faceva un tempo, commettendo l'errore di prelevare degli esemplari direttamente da una popolazione naturale. Gli esemplari così catturati sono stati mantenuti a una temperatura per loro adeguata, per effettuare le giuste misurazioni e prelevare solo alcuni piccoli campioni di tentacoli, di appena un centimetro.
Gli scienziati assicurano che questi studi e la scoperta di nuove specie sono importantissimi per la sopravvivenza dei Nautilus, ancora incerta per via dei fattori di cui abbiamo parlato all'inizio. Proprio per assicurare però una speranza a questo gruppo di animali, nel 2017 la CITES ha deciso di includere l'intera Famiglia Nautilidae nell’Appendice II, che prevede una regolamentazione ferrea per l'esportazione commerciale delle loro conchiglie. A secondo infatti della varietà e del luogo di provenienza, questi animali possono essere anche venduti fino a 1.000 dollari ed è a seguito di questo loro enorme valore se alcuni pescatori della Polinesia come dell'Indonesia hanno cominciato a specializzarsi unicamente nella pesca di questa specie.