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29 Maggio 2023
10:45

Scoperte migliaia di nuove specie in una delle aree più sottoposte all’esplorazione mineraria del Pacifico

Nel prossimo futuro potrebbe sorgere un conflitto acceso fra diverse compagnie estrattive e i biologi marini in un'area molto estesa dell'Oceano Pacifico, dove un team variegato di scienziati ha scoperto oltre 5000 specie.

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Spesso l'esplorazione oceanografica va di pari passo all'esplorazione mineraria e talvolta è davvero difficile difendere le aree dotate di una grande biodiversità, senza che qualche grossa compagnia si impegni a costruire le proprie strutture estrattive per ottenere petrolio, gas come altri prodotti minerari. La storia dell'area di Clarion-Clipperton (CC), situata a sudest delle Hawaii, nel cuore dell'oceano Pacifico, segue perfettamente questo schema e recentemente sta animando molto il dibattito internazionale visto che è divenuta da poco protagonista di una grande scoperta scientifica.

Un team internazionale di biologi ha infatti appena pubblicato un articolo su Current Biology, in cui hanno presentato i risultati di una campagna oceanografica decennale che ha portato all'individuazione di ben 5.142 nuove specie marine proprio nell'area in cui le compagnie estrattive stanno cominciando ad esplorare i fondali dell'oceano, alla ricerca di potenziali risorse. Questa zona inoltre si estende per circa 6 milioni di km quadrati tra le Hawaii e il Messico ed è per questo che sarà molto difficile proteggerla da eventuali abusi.

«Oltre alle nuove specie, ancora prive di un nome, abbiamo anche altre 438 specie note nell'area di CC, diverse già a rischio d'estinzione», ha detto l'autore principale dello studio, Muriel Rabone, ecologista ed esperto di acque profonde presso il Natural History Museum di Londra. Questo rende l'area esplorata dai biologi marini come fra le più ricche mai osservate in natura e permette di capire quali danni potrebbero provocare eventuali disastri dovuti alla cattiva manutenzione o all'impiego imprudente delle strutture estrattive.

Quali sono però le specie che sono state identificate dai biologi? La maggior parte scoperte durante la campagna oceanografica, che ha necessitato anni e diversi rover per essere realizzata, fa parte del gruppo degli artropodi come gamberi, granchi e limuli, ma all'interno dell'area ci sono anche molte specie di anellidi, meduse, pesci ed echinodermi con diverse specie di cetrioli e i pomodori di mare che hanno già attirato l'attenzione di altri ricercatori poiché capaci di migliorare le condizioni ambientali del mare. Uno degli animali più bizzarri che è stato scoperto è stato soprannominato lo scoiattolo gommoso, a causa della sua coda appariscente e dell'aspetto gelatinoso.

Per quanto però questa regione sia ricca di specie endemiche, i contratti per l'esplorazione mineraria della zona sono stati già concessi a 17 appaltatori minerari. Tali società sono sostenute dai principali paesi che continuano a finanziare pesantemente l'estrazione offshore di petrolio e di altre risorse. Tra queste ritroviamo anche il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Cina che sperano però di trovare i minerali necessari per lo sviluppo dell'industria delle energie alternative, che necessita pesantemente di cobalto, manganese e nichel.

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A partire dal prossimo luglio, l'Autorità internazionale dei fondali marini, un organismo gestito dall'ONU con sede in Giamaica, inizierà così ad accettare le richieste di sfruttamento da parte di queste società che hanno già dichiarato di voler collaborare con gli studiosi per la realizzazione di procedure che permettano di limitare eventuali danni alla fauna.

«Vorremmo solo capire perché mai non dovremmo spingerci verso nuovi bacini, visto che parte dei minerali estratti nella Clarion-Clipperton Zone finiranno probabilmente nel ciclo dell'economia verde – ha dichiarato Gerard Barron, CEO di The Metals Company, una delle società che ha vinto gli appalti di esplorazione dell'area. – La vera domanda che tutti noi dovremmo infatti porci non è se se avremo un impatto, ma dovrebbe essere: quale sarebbe e come possiamo mitigarlo? Penso infatti che giunti in questo momento storico spingerci verso l'ignoto sarà una decisione che l'intera società umana sarà costretta ad affrontare».

Non tutti i biologi si pongono però negativamente di fronte alle richieste di collaborazione delle compagnie estrattive. Alcuni infatti sembrano essere intenzionati ad accettare con l'obiettivo di conoscere meglio le specie appena scoperte, individuare le zone meno ricche di fauna e vigilare sul lavoro degli estrattori. «Siamo alla vigilia di alcune delle più grandi operazioni minerarie in acque profonde della storia – ha affermato il coautore dello studio Adrian Glover, anch'esso ricercatore presso il Natural History Museum di Londra. – Sarebbe stupido non lavorare con le aziende che cercano di estrarre queste risorse, nel tentativo di garantire che qualsiasi attività di questo tipo rispetti un limite che non nuoccia al mare».

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Lo scoiattolo gommoso citato nell’articolo
Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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