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18 Marzo 2022
11:33

Scoperta una nuova specie di pesce color arcobaleno nelle acque delle Maldive

Una nuova specie di pesce è stata scoperta nelle acque delle Maldive, in particolari ambienti oceanici chiamati barriere crepuscolari. Si tratta del labro fatato velato di rosa, per decenni identificato in maniera errata.

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Una nuova coloratissima specie di pesce chiamata labro fatato velato di rosa è stata recentemente scoperta nelle acque tropicali delle Maldive. O meglio, gli scienziati hanno da poco ascritto questo animale a una nuova specie dopo che il pesce ha trascorso decenni a essere identificato in maniera errata. Il pesce color arcobaleno vive tra barriere coralline insolitamente profonde conosciute come "barriere crepuscolari".

Ma da cosa deriva l'errore? il "nuovo" pesce in effetti assomiglia al labro fatato di velluto rosso (Cirrhilabrus rubrisquamis), diffuso nell'Oceano Indiano occidentale, ma solo per quanto riguarda gli individui femmina. L'errore degli scienziati è infatti dovuto proprio al fatto che i primi esemplari osservati di C. finifenmaa nel 1990 erano proprio delle femmine principalmente rosse, rosa e blu, indistinguibili dalle loro "cugine".

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Femmina di labro fatato velato di rosa

Recentemente però un altro gruppo di ricercatori ha raccolto esemplari di C. finifenmaa dalle barriere crepuscolari che circondano le Maldive. Quando hanno invece confrontato i maschi delle due specie le differenze sono apparse evidenti: le loro squame presentavano più tonalità arancioni e gialle. I ricercatori hanno anche scoperto che il labro fatato velato di rosa ha un numero diverso di squame in alcune regioni del corpo e spine dorsali più alte rispetto al suo corrispettivo, ed infine l'analisi del DNA ha confermato che queste due specie erano geneticamente distinte.

Inoltre, lo studio ha rivelato che C. finifenmaa ha un'area geografica molto più piccola rispetto a C. rubrisquamis, il che informerà gli sforzi di conservazione per proteggere la specie. La scoperta è stata poi pubblicata su ZooKeys.

Labro fatato, un altro "fiore" nelle acque delle Maldive

Difficile non incantarsi davanti alle delicate sfumature di questi esemplari, da rendere meritatissimo l'aggettivo "fatato". Per quanto riguarda l'epiteto specifico invece, "finifenmaa" significa "rosa" nella lingua indigena Dhivehi delle Maldive, un riferimento non solo alla sua livrea, ma anche al fiore nazionale delle Maldive.

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Francobollo delle Maldive con il fiore nazionale

Nonostante l'arcipelago ospiti migliaia di pesci, in molti casi anche endemici di queste isole, per la prima volta, a battezzare la specie è stato un ricercatore locale.

«Sono sempre stati scienziati stranieri a descrivere le specie trovate alle Maldive, senza molto coinvolgimento da parte degli scienziati locali», ha affermato Ahmed Najeeb,  biologo del Maldives Marine Research Institute e coautore dello studio. «Questa volta è diverso, ed entrare a far parte di qualcosa per la prima volta è stato davvero eccitante».

Tuttavia, i ricercatori sospettano che la popolazione di C. finifenmaa delle Maldive possa essere già in pericolo di declino. A causa della loro bellezza, i labri fatati sono stati a lungo presi di mira dai pescatori locali per essere venduti per il commercio mondiale di acquari, che genera circa 330 milioni di dollari ogni anno, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente.

Sebbene la specie sia abbastanza abbondante e, quindi, attualmente non ad alto rischio di estinzione, gli scienziati hanno sottolineato quanto sia «inquietante» quando un pesce viene già commercializzato prima ancora che abbia un nome scientifico

Le misteriose barriere crepuscolari

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Una barriera crepuscolare

Entrambe le specie di labri fatati vivono  tra 30 e 149 metri sotto la superficie dell'Oceano Indiano, nelle barriere coralline crepuscolari. Le "twilight reef", o barriere coralline mesofotiche, sono particolari barriere coralline che si sviluppano ad un'insolita profondità, dove la luce del sole penetra solo parzialmente, donando a questi ambienti un'atmosfera, appunto crepuscolare, anche in pieno giorno. Sono perciò costituite da coralli ermatipici dipendenti dalla luce, per la presenza nei loro tessuti di alghe cellulari chiamate zooxantelle adattate alle condizioni di luce ridotta.

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La luce che penetra in questi ambienti è fortemente ridotta, ma non del tutto assente

Come le barriere coralline classiche, questi ecosistemi sono un vero e proprio hotspot di biodiversità: secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, durante la loro esplorazione, i ricercatori hanno anche raccolto campioni di altre otto specie scoperte di recente che aspettano ancora di essere descritte.

«Quello che in precedenza pensavamo fosse una specie di pesce diffusa sono in realtà due specie diverse, ciascuna con una distribuzione potenzialmente molto più ristretta», ha affermato in una dichiarazione pubblica l'autore principale Yi-Kai Tea, ricercatore presso l'Università di Sydney in Australia. «Questo esemplifica il motivo per cui la descrizione di nuove specie, e la tassonomia in generale, è importante per la conservazione e la gestione della biodiversità».

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