Oggi conosciamo più di un milione di specie che, potrebbero sembrare tantissime, ma non sono nulla in confronto a tutte quelle che ci sono ancora sconosciute. Nonostante ciò, la ricerca fa passi da gigante e ogni anno vengono rinvenute nuove specie mai viste prima. Di recente, è stata infatti descritta una nuova specie di minuscolo mollusco che vive in un antico boschetto di cipressi sommerso chiamato la foresta sottomarina dell'Alabama. La descrizione del bivalve è stata pubblicata nella rivista Deep Sea Research Part I: Oceanographic Research Papers.
La scoperta di nuove specie è sempre un motivo di gioia nel mondo della scienza, poiché rappresenta un passo avanti nell'esplorazione del nostro straordinario pianeta e della sua incredibile biodiversità. Dan Distel, professore del Marine Science Center del Northeastern, ha recentemente fatto una scoperta entusiasmante: un mollusco appartenente a un nuovo genere di mitili (i molluschi che chiamiamo comunemente cozze), il quale offre preziosi indizi su come la vita marina si sia evoluta in alcuni degli ambienti più straordinari degli oceani.
La cozza appena scoperta si chiama Vadumodiolus teredinicola, un nome stranamente lungo per una creatura le cui dimensioni paragonabili a un chicco di riso. Il suo nome potrebbe sembrare un bisticcio di parole, ma ha un significato profondo: "shallow mussel shipworm dweller", in italiano "cozza delle acque basse che vive con i vermi delle navi", e questo racconta la sua storia. Questa piccola creatura è stata trovata a soli 18 metri di profondità, nella tana di un mollusco vermiforme della famiglia dei teredinidi, un curioso animaletto che si nutre di legno, come quello delle navi. La scoperta è avvenuta quasi per caso, mentre uno studioso indagava sui vermi delle navi che avevano colonizzato il legno antico di una foresta di cipressi delle paludi sommersa, conosciuta come la foresta sottomarina dell'Alabama.
Si tratta di una foresta sommersa che era stata coperta dall'acqua decine di migliaia di anni fa e che attualmente si trova a 60 piedi sotto la superficie del golfo. Ciò che sorprende di più è che il legno, anziché essere marcio o degradato, sembra incredibilmente fresco. Questa condizione perfetta ha attratto creature straordinarie come i "vermi delle navi", oggetto di studio di Distel. «Un giorno, mentre esaminavo un pezzo di legno, ho visto spuntare da una tana di vermi questo minuscolo bivalve, grande appena quanto un chicco di riso», ha raccontato lo studioso. «Guardando quella piccola creatura, mi sono reso conto di riconoscerla, ma non riuscivo a identificarla con certezza».
Come dargli torto? D'altronde aveva davanti a se una nuova specie. Ma non è finita qui. Distel non era riuscito a capire che animale fosse con precisione perché successivamente ha scoperto appartenere a un gruppo di bivalvi che si trovano quasi esclusivamente nelle profondità marine, quindi era molto strano averlo scoperto a soli 18 metri di profondità. Le analisi genetiche e la filogenesi hanno confermato questa incredibile rivelazione, dimostrando che il minuscolo bivalve è strettamente imparentato con le cozze che abitano le profondità marine. Ma c'è di più: erano così uniche da non poter essere collocate in nessun genere o specie conosciuta. E così, con un colpo di genio, è stato battezzato un nuovo genere e una nuova specie.
Ma allora che ci faceva tra il legno dei cipressi? Questa è una domanda alla quale i ricercatori stanno cercando di rispondere. Il ritrovamento di questa specie aiuta a spiegare come si sono evolute fiorenti comunità animali nelle sorgenti idrotermali delle profondità marine, infatti si pensa che le cozze a profondità maggiori si siano evolute da minuscoli esserini come questi presenti in superficie. Effettivamente Vadumodiolus teredinicola è stata ritrovata nel legno, materiale che col tempo si impregna d'acqua e cade verso il fondo. «Quindi, è interessante come questa relazione simbiotica, stabilitasi più di 100 milioni di anni fa, abbia portato a una catena di eventi che ha permesso a questi organismi di invadere ambienti sia profondi che poco profondi».