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19 Luglio 2024
13:58

Scoperta una nuova specie di caravella portoghese: somiglia a una medusa, ma non lo è

Scoperta una nuova specie di caravella portoghese tra Australia e Nuova Zelanda. Questi affascinanti organismi marini urticanti sembrano un singolo animale e si comportano come tale, ma si tratta di colonie composte da numerosi individui.

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Una nuova specie di caravella portoghese è stata identificata nelle acque tra l'Australia e la Nuova Zelanda, grazie all'analisi del DNA di campioni provenienti da tutto il mondo. Le caravelle portoghesi sembrano meduse, ma sono in realtà organismi coloniali chiamati sifonofori, composti quindi da tanti individui più piccoli, chiamati zooidi, che svolgono ruoli differenti, come occuparsi della digestione, della riproduzione o di catturare le prede. Tutti questi zooidi sono attaccati a un "palloncino" galleggiante riempito di gas di colore blu, da cui si estendono poi i lunghi tentacoli urticanti.

Alla fine del XVIII e all'inizio del XIX secolo, i naturalisti descrissero tre specie diverse di caravella portoghese, ma successivamente furono tutte riconsiderate una singola specie presente anche nel Mediterraneo occidentale: Physalia physalis, a cui si è poi aggiunta Physalia utriculus. Ora però, il team composto da numerosi esperti guidati da Samuel Church dell'Università di Yale ha analizzato il DNA di 133 caravelle provenienti da tutto il mondo, esaminando anche oltre 4.000 foto caricate sul portale iNaturalist, per studiarne l'aspetto e la morfologia.

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Caratteristiche e distribuzione delle quattro specie individuate da questo studio. Da Church et al., 2024

Dallo studio, pubblicato in pre-print e quindi ancora in fase di revisione, è emerso che esistono almeno quattro specie distinte con caratteristiche fisiche uniche e distribuzioni geografiche specifiche. Tre di queste corrispondono alle specie nominate oltre 200 anni fa: ovvero P. physalis, P. utriculus e P. megalista. La quarta specie inedita emersa per la prima volta da questo studio, vive nel Mar di Tasman, ma non ha però ancora un nome ufficiale. Rispetto alle altre, ha più tentacoli, un galleggiante più piccolo e tozzo e una cresta meno pronunciata.

Per di più, gli autori ritengono che potrebbe esistere anche una quinta specie, ma al momento non ci sono abbastanza dati e prove per esserne sicuri. Questo studio, rappresenta infatti il primo vero tentativo di esaminare in modo completo la genetica e la morfologia globale di questi animali tanto conosciuti e diffusi, ma ancora scarsamente studiati. Una caratteristica misteriosa di questi cnidari è per esempio che, in base alla popolazione, le caravelle orientano il proprio galleggiante in direzioni diverse.

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«Le caravelle possono essere destre o sinistre, il che significa che la maggior parte dei corpi e dei tentacoli emergono solo da un lato del galleggiante», ha spiegato Church. «Questo cambia la direzione in cui si spostano in risposta al vento e può influenzare anche quali caravelle finiscono sulla spiaggia. Non sappiamo con certezza come ciò venga determinato, ma pensiamo che non si tratti di una questione genetica». Comprendere dove si trovano i diversi gruppi di caravelle e le correnti che le muovono permetterà per esempio di prevedere meglio quando e come avvengono gli spiaggiamenti in massa.

Come per le meduse, i suoi tentacoli sono infatti molto urticanti e quindi parecchio pericolosi per gli esseri umani. La scoperta di una nuova specie di caravella portoghese evidenzia quindi la complessità e la diversità dei nostri oceani, ricordandoci quanto ancora abbiamo da imparare. Attraverso studi genetici e morfologici dettagliati come questo, gli scienziati stanno svelando i segreti di questi affascinanti organismi marini, offrendo nuove prospettive per la ricerca e la conservazione.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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