Una scoperta recente riaccende le speranze di salvezza per una delle specie di uccelli più rare e minacciate al mondo. Un gruppo di ranger indigeni e scienziati ha scovato la più grande popolazione conosciuta di pappagalli notturni dell'Australia occidentale, nella vasta e remota zona del deserto del Great Sandy. La scoperta, pubblicata sulla rivista Wildlife Research, segna una possibile svolta per la conservazione di questa rarissima specie che fino a non molto tempo fa era addirittura considerata già estinta.
I pappagalli notturni (Pezoporus occidentalis) vivono esclusivamente in Australia e sono uccelli misteriosi ed estremamente sfuggenti, anche per il loro insolito stile di vita notturno condiviso solo con un altro pappagallo minacciato, il neozelandese kākāpō. A differenza di quest'ultimo sono però in grado di volare, anche se passano buona parte del loro tempo a terra, tra i cespugli di alcune piante endemiche conosciute come spinifex, diffuse in gran parte nell'entroterra australiano secco e polveroso.
Grazie alla conoscenza delle popolazioni locali e all'uso di moderne tecnologie, come registratori e fototrappole, gli scienziati e i ranger sono riusciti a identificare almeno 50 individui distribuiti in 17 località della Ngururrpa Indigenous Protected Area. Una cinquantina di uccelli rimane un numero drammaticamente piccolo, ma se si considera che l'altra popolazione nota, presente invece nel Queensland, conta meno di una ventina di individui, siamo di fronte a un ritrovamento piuttosto importante e potenzialmente decisivo per il futuro della specie.
La scoperta è stata comunque resa possibile solo grazie alla stretta collaborazione tra i ranger indigeni Ngururrpa – un raggruppamento di diverse popolazioni native che abitano il Gran Deserto Sabbioso – e gli scienziati dell'Indigenous Desert Alliance. Rachel Paltridge, co-autrice dello studio, ha sottolineato proprio l'importanza della collaborazione tra scienziati e popolazioni locali. I popoli nativi possiedono infatti una conoscenza e un'esperienza secolare legata al territorio e alla fauna locale, che difficilmente può essere eguagliata, non solo in Australia.
Cindy Gibson, ranger Ngururrpa, ha raccontato invece come sia stato emozionante scoprire per la prima volta un'area di nidificazione sconosciuta, con tanto di nidi e uova. Ma nonostante la scoperta sia un segnale di speranza, la specie rimane naturalmente gravemente minacciata. Tra le principali minacce ci sono soprattutto gli incendi, che possono devastare l'habitat di nidificazione. I popoli Ngururrpa utilizzano infatti il fuoco controllato per gestire il rischio di incendi, combinando queste pratiche con interventi mirati per proteggere l'habitat dei pappagalli notturni.
Un’altra grave minaccia rimangano poi i gatti domestici rinselvatichiti, predatori invasivi e particolarmente pericolosi soprattutto per i giovani pappagalli che, dopo aver lasciato il nido, trascorrono diverse settimane a terra e sono perciò molto vulnerabili. Fortunatamente, la presenza dei dingo, che tengono sotto controllo il numero dei gatti, rappresenta un elemento importante per la tutela di questi uccelli. Con una popolazione in natura stimata in poche decine di individui, il pappagallo notturno rimane comunque un specie In pericolo critico per la Lista Rossa IUCN.
Secondo molti esperti e appassionati, questa specie potrebbe infatti tranquillamente essere paragonata alla tigre della Tasmania per il suo status quasi mitologico che si è guadagnata tra gli ornitologi, visto che è stata considerata "perduta" per quasi un secolo fino alla riscoperta avvenuta nel 1979. Questa nuova e inaspettata popolazione presente in Australia occidentale dimostra quindi quanto sia fondamentale non arrendersi e continuare a esplorare e proteggere gli habitat delle specie minacciate, anche se per qualcuno sono ormai spacciate.