Quando l'appassionato cultore di fauna selvatica e star di YouTube, JoCho Sippawat, passeggiando nella foresta vicino a casa sua, nella provincia di Tak, nel nord-ovest della Thailandia, si è imbattuto in un ragno insolito ha capito subito che si trattava di qualcosa di speciale.
Senza perdere tempo, Sippawat ha fotografato l’animale e ha inviato l’immagine all'aracnologo Narin Chomphuphuang, ricercatore del dipartimento di entomologia e patologia vegetale della Khon Kaen University il quale, dopo aver analizzato da vicino l’animale e aver attivato una serie di ricerche più approfondite, ha potuto confermare che quell’esemplare era ufficialmente una nuova specie di tarantola, come riportato sul blog Pensoft.
La tarantola è stata battezzata Taksinus Bambus, in omaggio al sovrano Taksin il Grande che ha governato la nazione dal 1767 al 1782. I dettagli della recente scoperta sono stati pubblicati sulla rivista ZooKeys e sono molto interessanti. Tra quelli che maggiormente hanno incuriosito i ricercatori, c’è sicuramente l’habitat del tutto originale scelto dalla Taksinus Bambus, ovvero all'interno degli steli di bambù.
Mai prima d’ora era stato documentato qualcosa del genere nella famiglie delle tarantole che popolano l’Asia sudorientale, le quali vivono sulla terra, o anche sugli alberi, ma senza prediligerne uno in particolare, ma spostandosi a seconda della quantità di cibo disponibile.
La Taksinus Bambus, invece, sceglie solo il bambù. Esaminando tutti gli alberi dell'area dove era avvenuto il ritrovamento, gli scienziati hanno potuto confermare che, una creatura simile, non era stata intercettata in nessun'altra pianta. Evidenza che ha ovviamente accreditato la tesi degli studiosi dell’unicità dell’esemplare, almeno per quanto riguarda la Thailandia.
La scelta del bambù, peraltro, non avviene per caso. Infatti, la superficie scivolosa della pianta tiene lontani i predatori, ma soprattutto, trattenendo un’alta percentuale di umidità, aiuta a mantenere la temperatura delle tarantole costante. L'animale entra nel bambù dai fori fatti da altri animali, come scarabei o scarafaggi e, una volta dentro, riesce a trasformare la cavità interna della pianta in un luogo ideale per costruire il proprio nido.
La tarantola e la brutta fama che l’accompagna
Tarantola è il nome generico con cui, nel linguaggio comune, s'indicano i ragni appartenenti alle famiglie delle Theraphosidae Thorell e delle Lycosidae. Le prime si chiamano anche “migale”, le seconde sono note anche come “ragni lupo” e vivono principalmente in Europa meridionale, comprese molte regioni italiane. Nonostante la brutta fama con cui si accompagnano, pochissime di loro sono considerate pericolose per l'uomo.
Infatti, il loro morso su un essere umano è un evento abbastanza raro e perlopiù accidentale, poiché tendono ad attaccare solo se costrette, come ultima risorsa per difendersi. Se possibile, in presenza di un essere umano, preferiscono allontanarsi e darsi alla fuga.
Sugli effetti dei morsi di tarantola la documentazione è comunque piuttosto scarsa: la maggior parte mostra però conseguenze inferiori ad una semplice puntura di vespa. A parte il dolore, l'unico pericolo è la possibilità di una reazione allergica o, in casi rari, di infezione. È comunque importante non sottovalutare il morso e informare sempre il medico.
Per quanto riguarda le caratteristiche fisiche, le tarantole hanno dimensioni spesso considerevoli, ma non sempre. La più grande al mondo è la "tarantola Golia" (Theraphosa blondi) e si tratta di un migalomorfo della famiglia delle Theraphosidae. Questa specie vive principalmente nella foresta Amazzonica, nelle zone del Suriname, Venezuela, Guyana francese e Brasile. È una specie velenosa, aggressiva e territoriale, ma non letale per l'uomo.
Le tarantole si nutrono tipicamente di insetti come grilli o falene, solo in rari casi possono catturare anche topi o piccoli uccelli. Pur essendo predatori crepuscolari, hanno una capacità visiva limitata, ma nonostante questo, riescono comunque a catturare con grande precisione le loro prede, grazie a una sviluppatissima sensibilità alle vibrazioni. E, una volta prese, le uccidono iniettando il veleno attraverso gli aculei.