Si pensava fosse estinto ormai da 40 anni, ma un gruppo di ricercatori ha scoperto che alcuni esemplari del rarissimo pipistrello “ferro di cavallo” sono ancora presenti tra le montagne del parco nazionale di Nyungwe, un'area protetta situata nella parte sud-occidentale del Ruanda istituita nel 1933.
Il pipistrello ferro di cavallo (Rhinolophus hilli) prende il nome dalla caratteristica forma del naso, che ricorda appunto un ferro di cavallo. Gli scienziati la ritenevano ormai una specie perduta, ma un team multinazionale composto da esperti della Bat Conservation International (BCI), Rwanda Development Board (RDB) e Rwanda Wildlife Conservation Association (RWCA) lo ha “riscoperto” dopo quasi 10 anni di lavoro.
La (ri)scoperta della specie perduta
La missione per trovare tracce di questo raro pipistrello ad altissimo e concreto rischio estinzione, è iniziata infatti nel 2013, ed è culminata con una spedizione di dieci giorni e dieci notti nel parco nazionale di Nyungwe, nel gennaio del 2019. In quell’occasione il team è riuscito a catturare due esemplari maschi di pipistrello che hanno immediatamente catturato l’attenzione degli scienziati.
«Abbiamo capito subuto che il pipistrello che avevamo catturato era insolito e straordinario – ha confermato la dottoressa Winifred Frick, a capo del team della BCI – I lineamenti del muso erano esagerati al punto da diventare comici. I pipistrelli ferro di cavallo sono facilmente distinguibili dagli altri pipistrelli proprio per la caratteristica forma a ferro di cavallo e peculiari lembi di pelle sul naso».
«Si tratta di una specie rarissima – ha spiegato in una diretta Facebook la dottoressa Frick – è stata osservata soltanto altre due volte nella storia, la prima nel 1964, e la seconda nel 1981. Negli ultimi decenni è quindi cresciuto il timore che questa specie elusiva di pipistrelli fosse del tutto estinta. Restava però il dubbio che vi fosse ancora una piccola popolazione nelle foreste del Ruanda, un paesaggio meraviglioso e una delle foreste più antiche del mondo».
A mettere a rischio la sopravvivenza di questo pipistrello, così come quella di molte altre specie, è prima di tutto la deforestazione, con conseguente distruzione del loro habitat. La conferma che si trattasse della specie perduta, arrivata da esami approfonditi e consultazioni degli archivi dei musei europei per il confronto con gli unici esemplari conosciuti, è stata quindi accolta con grande entusiasmo.
Gli scienziati hanno iniziato a raccogliere una serie di dati finalizzati proprio a rintracciare più facilmente in futuro questi animali, tra cui la registrazione dei richiami di ecolocalizzazione (il meccanismo con cui i pipistrelli, praticamente ciechi, si orientano, sfruttando il modo in cui il suono “rimbalza” sulle superfici) con cui questi animali cacciano gli insetti.
Conoscere le caratteristiche dell’ecolocalizzazione di questa specie di pipistrelli è di vitale importanza per proseguirete ricerche, ed è anche per questo che i ranger del parco hanno posizionato una serie di sensori nella foresta: obiettivo, intercettare le onde sonore emesse durante i voli notturni. Le rilevazioni sono proseguite per 9 mesi, in 23 località diverse, per un totale di circa un quarto di milione di file audio, e gli scienziati analizzandole hanno concluso che i pipistrelli ferro di cavallo sono presenti in 8 zone del parco che circondano la stessa piccola area.
Aggiornata la Global Biodivesity Information Facility
Alla luce di una scoperta così importante, i dati raccolti dai ricercatori sono stati inseriti all’interno del Global Biodiversity Information Facility, una rete internazionale di dati finanziata dai governi del mondo e finalizzata a fornire a chiunque, ovunque, accesso aperto e diretto ai dati su tutti i tipi di vita sulla Terra.
«Tutto il lavoro svolto finora conferma che si tratta di una specie molto rara con un areale centrale molto piccolo – ha confermato Frick – Non vediamo l'ora di collaborare con il Rwanda Development Board e la Nyungwe Management Company per rafforzare gli sforzi di conservazione esistenti e garantire che resti protetto».