Le specie aliene continuano a essere un serio problema per la tutela della biodiversità e degli ecosistemi, in particolare nelle isole, dove le comunità animali e vegetali sono ancora più vulnerabili all'arrivo di nuove specie competitrici. A volte, però, il loro arrivo in un paese straniero permette alla ricerca di effettuare anche nuove scoperte e a dimostrare ciò è l'arrivo recente di una nuova specie aliena nel Galles, Carmenta brachyclados, un lepidottero mai descritto fino ad ora.
Si tratta di una falena di grande dimensioni, proveniente dalla Guyana, il cui arrivo nel Galles ha destato grande perplessità negli scienziati, per via della sua manifesta estraneità agli ecosistemi locali e per il suo tipico colore aposematico giallo e nero, che la rende simile ai grossi imenotteri sudamericani.
La sua storia è alquanto affascinante ed è stata raccontata in uno studio pubblicato sulla rivista Nota Lepidopterologica. Avvistata per la prima volta quest'anno, a febbraio, nei pressi della casa da Daisy Cadet, questo insetto ha scatenato una vera e propria caccia al tesoro, con Cadet che ha chiamato a raccolta diversi specialisti del suo paese per identificare la provenienza di questa specie.
Insieme a sua madre, Ashleigh Cadet, ha infatti pubblicato sui social un'immagine della falena, chiedendo ai suoi amici e agli altri utenti di segnalare il suo avvistamento a qualcuno di competente. Fortunatamente, alla fine la coppia è stata indirizzata verso il Natural History Museum di Londra (NHM), dove Mark Sterling e David Lees hanno subito risposto alla loro richiesta contattandola personalmente.
Insieme agli scienziati, Daisy e sua madre hanno quindi iniziato a cercare una corrispondenza tra gli esemplari avvistati e fotografi nel Galles con gli esemplari conservati all'interno della collezione di lepidotteri del NHM, la più grande e diversificata al mondo. Essa infatti contiene 13,5 milioni di esemplari di lepidotteri, catturati ai vari angoli del pianeta.
Questo compito poteva essere molto lungo e gravoso, sia in termini di energie che di tempo, ma fortunatamente il team ha cominciato ad espandersi, venendo aiutato da altri tecnici del museo, finché il sequenziamento del DNA della nuova specie ha indicato che la corrispondenza più vicina apparteneva al genere Carmenta, un gruppo di falene dell'America centrale e meridionale, che si nutrono di semi e che possono raggiungere un'apertura alare di 18 mm e una lunghezza alare di 8.
Ciò ha quindi indotto i ricercatori ha capire che la nuova specie aveva compiuto un viaggio lungo 7.200 chilometri per raggiungere la Gran Bretagna dal suo paese natale, ma cosa aveva permesso a questa semplice farfalla di sorvolare l'intero Oceano Atlantico, consentendogli di sopravvivere poco lontano dal giardino di casa Cadet?
Per rispondere a questa domanda, Sterling e Lees hanno subito posto alcune domande alle due donne, note per essere delle frequenti viaggiatrici. In particolare, Asheleigh era da poco tornata dalla Guyana, dove aveva concluso un viaggio di lavoro, in cui aveva fotografato varie località nascoste all'interno della foresta tropicale sudamericana. Un indizio di come questa specie potesse aver raggiunto l'Europa settentrionale in pochi giorni.
Controllando a casa, Daisy e Ashleigh alla fine hanno scoperto che in alcuni stivali usati in Guyana erano presenti delle tracce di fango, in cui sono stati trovati due emblematici involucri pupali ancora intatti, da cui possibilmente sono nate le prime falene inglesi di Carmenta brachyclados. Tra l'altro, nascosto nel fango, le due donne hanno anche identificato un piccolo pezzo di vegetazione che presentava i fori fatti dai bruchi delle falene.
Questa scoperta non ha solo sconvolto le due donne, ma anche stupito gli scienziati, visto che seppur sono poche le probabilità che due pupe possano venire trasportate in questo modo da un continente all'altro, sopravvivendo per un range di tempo che poi si è dimostrato di circa 3 mesi, è ancora più difficile che i successivi bruchi possano trovare subito da mangiare, venendo trasportati indirettamente con una pianta per loro commestibile.
Fortunatamente, sembra che gli esemplari liberati involontariamente dalla famiglia Cadet all'interno delle campagne gallesi siano destinati a morire presto, visto che l'autunno e l'inverno della Gran Bretagna sono troppo rigidi per questa nuova specie, abituata ai tropici. Per quanto però si possa compiere un sospiro di sollievo e questa storia possa sembrare assurda, quasi frutto di fantasia, tuttavia essa dimostra come sta diventando sempre più semplice per alcuni animali raggiungere nuovi territori dai luoghi più sperduti del pianeta, chiarendo inoltre come spesso la causa misteriosa che cerchiamo intensamente per spiegare alcuni fenomeni si nasconde dentro noi stessi.