È stato un evento più unico che raro quello a cui hanno assistito gli operatori della Pacific Whale Watch Association: un gruppo di circa 15 orche ha attaccato due grosse megattere al confine tra Stati Uniti e Canada, tra le acque dello stretto di Juan de Fuca.
Lo scontro tra giganti degli oceani è cominciato poco dopo le 11:00 di giovedì 29 settembre, quando a un certo punto i membri dell'equipaggio della Eagle Wing Tours hanno notato un gruppo di orche insolitamente attive e agitate in superficie.
Il motivo di tanto trambusto è stato presto svelato quando un altro operatore, il capitano della BC Whale Tours Jimmy Zakreski, ha visto sbucare i profili di due megattere accerchiate e attaccate dalle orche. Lo scontro è durato per ben tre ore, lasso di tempo in cui le orche hanno continuato ad attaccare senza tregua con ripetuti speronamenti, aggressioni e vigorosi colpi di coda. A rendere ancora più sorprendente l'osservazione ci hanno pensato le stesse megattere: secondo i testimoni, i due misticeti non hanno tentato la fuga quando ne avevano l'opportunità, anzi. Spesso erano proprio loro a puntare le orche e a rispondere per le rime agli attacchi.
L'equipaggio è riuscito anche a filmare lo scontro poco prima che tutti i cetacei sparissero improvvisamente nelle profondità del mare, lasciando così un alone di mistero sull'esito finale.
Che le orche (Orcinus orca) fossero in grado di attaccare balene, balenottere e altri cetacei è un fatto abbastanza noto. Lo stesso nome inglese, killer whale, si riferisce infatti proprio alle straordinarie abilità di caccia di questo predatore marino altamente sociale, che era appunto chiamato "assassino di balene".
I naturalisti della PWWA sono riusciti anche a identificare alcune delle orche protagoniste dello scontro, tra cui T109A, T233 e T252, individui che sono stati già avvistati più volte in zona. Anche le megattere (Megaptera novaeangliae) sono state identificate grazie alle foto dei profili e delle pinne: una si chiama BCX1948 (soprannominata Reaper) e l'altra BCY1000 (soprannominata invece Hydra). Reaper ha almeno 4 anni ed è probabilmente nato tra le acque al largo di Jalisco, in Messico. Hydra è invece una femmina adulta ed è stata già osservata nelle aree di riproduzione al largo di Maui, alle Hawaii, dove ha già dato alla luce almeno tre piccoli.
Nulla o quasi sembra fermare le orche, che grazie al lavoro di gruppo e agli attacchi coordinati, sono persino in grado di abbattere l'animale più grosso del Pianeta: la balenottera azzurra. Nel 2019 alcuni ricercatori hanno infatti assistito a un attacco mortale su una balenottera azzurra, evento mai osservato prima e che è stato descritto solo recentemente. Le orche sono predatrici formidabili, intelligentissime e capaci di combinare sofisticate strategie di gruppo alla loro possente stazza per abbattere qualsiasi tipo di preda.
I diversi ecotipi e i singoli pod (nome utilizzato per identificare un gruppo sociale di orche), a secondo della regione in cui vivono, si sono specializzati nella caccia di singoli o pochi organismi, che catturano attraverso elaborate strategie di caccia che vengono tramandate culturalmente di generazione in generazione. Alcune prediligono i pesci, altre i pinguini, altre ancora cacciano mammiferi marini come foche e otarie o persino squali. Le orche argentine, per esempio, si spiaggiano volontariamente per catturare i giovani leoni marini sulla battigia. Quelle antartiche, invece, generano volontariamente onde per far scivolare le foche che si rifugiano sulle lastre di ghiaccio rimaste isolate in mare.
Le orche di Bigg, il nome con cui è conosciuto il gruppo protagonista di questo scontro, si nutrono solitamente di foche, leoni marini e focene, anche se occasionalmente cacciano prede più grandi come le megattere. Nonostante ciò, la PWWA non era mia riuscita a documentare prima d'ora un attacco, ma con le popolazioni di entrambi i cetacei in continua crescita, gli esperti ritengono che queste interazioni potranno diventare sempre più comuni in futuro.
In copertina le orche di Bigg si scontrano con la megattera Reaper. Foto di Mollie Naccarato, Sooke Coastal Explorations, PWWA