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29 Settembre 2022
10:43

Scomparso in Alto Adige e ritrovato in Sicilia: il Maltese Speik è tornato a casa grazie a un post sui social

Il Maltese Speik è scomparso in Alto Adige a fine agosto e, grazie a un post sui social, è stato ritrovato un mese dopo in Sicilia. Ora è di nuovo con la sua famiglia.

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Era il 28 agosto quando Franz Untersteiner, di Fortezza, in Provincia di Bolzano, ha denunciato attraverso i social la scomparsa del suo Maltese di 5 anni di nome Speik. «Eravamo insieme in giardino, mi sono allontanato un attimo e quando sono tornato non c'era più – racconta a Kodami il pet mate – Non so come sia successo, ma ho pensato da subito che si fosse trattato di un furto compiuto da un allevatore clandestino perché Speik non si era mai allontanato da solo prima di quel momento».

Da Bolzano alla Sicilia e ritorno: «Estremamente grati alle persone che ci hanno aiutati»

La notizia della scomparsa di Speik ottenne in poche ore numerose condivisioni. Con il passare dei giorni, però, le speranze di ritrovarlo diminuivano, finché, a quasi un mese di distanza, la diffusione del post ha finalmente dato i suoi frutti.

«Pochi giorni fa, un uomo ci ha contattati dalla Sicilia – racconta Untersteiner – Ha detto di averlo trovato malconcio e sporco lungo la tangenziale della sua città, poco dopo aver letto la notizia della sua scomparsa. Lo ha caricato in macchina e ci ha contattati. Poi abbiamo verificato che si trattasse effettivamente di lui».

Con l'aiuto dei veterinari, l'identità del cane è stata confermata e un gruppo di volontari del posto ha quindi organizzato una staffetta improvvisata di oltre 1000 chilometri per permettere a Speik di ripercorrere a ritroso la strada verso casa.

«Non possiamo descrivere la gioia provata quando abbiamo scoperto che, grazie all'aiuto di queste persone, sarebbe potuto tornare finalmente da noi perché, come molti Maltesi, è un cane dolcissimo e affettuoso – afferma Untersteiner, quasi commosso – Ora che è di nuovo con noi sembra ancora più carino e straordinario di prima».

Le carenze dell'anagrafe veterinaria italiana

Ancora non si conosce la causa della sua scomparsa dal giardino di Fortezza, ma la storia di Speik ha avuto, fortunatamente, un lieto fine. In Italia, però, sono molti i cani e i gatti di cui ogni anno vengono perse le tracce senza che la storia si concluda, poi, con il ritrovamento delle famiglie.

Le cause alla base delle sparizioni possono essere diverse ma ad aumentarne i numeri è certamente una grave carenza: ancora non c'è una banca dati nazionale in cui vengono registrati i dati dei cani residenti sul territorio. Il microchip è uno strumento fondamentale – oltre che obbligatorio per legge già dal 2005 – e permette di risalire all'identità dell'animale e del pet mate, favorendo il riconoscimento dei soggetti vaganti. Il registro, però, è accessibile solo a livello regionale e non permette ai veterinari e ai responsabili dei canili contattati in seguito ai ritrovamenti, di risalire all'identità e all'indirizzo dei cani residenti fuori dal proprio confine regionale.

Ciò significa che se la persona che ha trovato Speik non avesse letto il post diffuso sui social, per gli addetti ai lavori sarebbe stato estremamente difficile scoprire che la sua famiglia viveva letteralmente all'altro capo del Paese e le possibilità di tornare a casa sarebbero state minime.

La situazione, però, si sta rapidamente evolvendo ed è notizia di pochi mesi fa l'intenzione, da parte del Ministero della Salute, di aggiornare il sistema e fare in modo di attivare la comunicazione tra le Regioni. Per il momento, però, nulla è ancora cambiato.

«Si tratta di una grave lacuna del nostro sistema – commenta Maria Mayer, veterinaria del comitato scientifico di Kodami – Quando ci viene portato un cane vagante sul territorio, non possiamo fare altro che chiedere aiuto ai colleghi che lavorano altrove e hanno accesso ai dati dei microchip registrati nelle altre regioni. Scoprire la residenza del soggetto è ancora più complesso nel caso in cui l'animale individuato non sia un cane. Nel caso dei gatti, ma anche dei furetti, infatti, non vi è ancora alcun obbligo di microchip».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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