M237 era partito dal Canton Grigioni, in Svizzera, per iniziare il suo viaggio verso Est. In meno di un anno aveva attraversato parte del Trentino Alto Adige, poi l'Austria, l'Ungheria e si stava avvicinando alla Slovacchia. I suoi spostamenti, seguiti grazie al collare GPS, lo hanno reso celebre per aver affrontato la più lunga dispersione mai osservata in Europa.
Una storia avvincente che, purtroppo, è terminata il 13 di aprile con la notizia della sua scomparsa, resa nota dall'Ufficio caccia e pesca del Canton Grigioni in un comunicato.
La perdita di segnale del dispositivo GPS dell'animale viene confermata anche dall'Istituto svizzero di ricerca Kora che, da sempre, collabora nel monitoraggio dell'animale. «Il trasmettitore di M237 era stato trovato vicino al confine tra Ungheria e Slovacchia pochi giorni fa – spiega a Kodami, Manuela Von Arx, zoologa e membro di Kora – Tuttavia dell'animale non c'è alcuna traccia. Secondo le prime informazioni da parte delle autorità ungheresi, che stanno seguendo le indagini, alcuni indizi permettono di ipotizzare un possibile atto di bracconaggio».
Gli esperti, però, stanno analizzando anche altre ipotesi: «Il collare era stato programmato per avere una durata di due anni, ma al momento non possiamo escludere neanche la possibilità di un malfunzionamento tecnico – ha commentato Arno Puorger, Direttore dell'Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni, nel comunicato – I trasmettitori, di fatto, possono anche rompersi, cadere o esaurire le batterie».
La storia di M237, discendente di F07 la prima femmina di Calanda
M237 era nato nel 2021 a Stagias, nel Cantone dei Grigioni. Anche la madre, F31, era nota nel mondo della ricerca, perché figlia di F07, la femmina del primo branco di lupi svizzeri nella zona di Calanda, nella Svizzera orientale. Proprio qui, nell'autunno del 2011, vennero avvistati i primi individui della specie dopo 150 anni dalla scomparsa.
Pochi mesi dopo, nel maggio del 2012, mentre in Lessinia si cominciava a parlare di Giulietta e Slavc, anche in questo versante delle Alpi veniva avvistata nuovamente F07, ma questa volta era in cinta e, infatti, nel settembre del 2012 venne osservato e fotografato il primo cucciolo di lupo della zona.
La vita di F07 venne documentata in maniera sorprendentemente accurata e, grazie all'intenso lavoro di monitoraggio, fu possibile accertare che si accoppiò per 7 anni consecutivi con M30. Da questi due individui nacquero ben 46 lupi, di cui 20 femmine e 26 maschi ed è soprattutto grazie a loro se oggi la popolazione svizzera può contare numerosi branchi.
Verso la fine di marzo del 2022, F07 venne avvistata insieme ad un soggetto ibrido, che venne poi abbattuto dal Guardiacaccia pochi giorni dopo. Dopo un'ulteriore segnalazione, se ne persero le tracce. Secondo molti esperti, poteva poi aver perso la vita, ma nei primi giorni del 2023 è stata catturata nuovamente da una fototrappola, alla sorprendente età di circa 13 anni.
Il viaggio di M237: in dispersione dalle Alpi all'Ungheria
Prima di arrivare in Ungheria, il giovane M237, nel suo percorso di dispersione, aveva attraversato tutto l'arco alpino. Aveva superato montagne di oltre 3 mila metri e poi città delle dimensioni di Vienna e Budapest. Le tracce lasciate dal collare GPS avevano permesso di rilevare anche il luogo in cui, dopo oltre mille chilometri, aveva attraversato il Danubio, il fiume navigabile più lungo dell'intera Unione Europea, per poi spingersi verso Nord.
Un viaggio di oltre 1900 chilometri che non aveva alcun precedente e aveva fatto sperare ai ricercatori che potesse terminare con l'individuazione di un nuovo territorio stanziale, dove in futuro accoppiarsi con una femmina locale e favorire, così, la variabilità genetica dell'intera specie, come accaduto in passato anche con Slavc e Giulietta, considerati i primi esemplari della popolazione di lupi sulle Alpi centrali.
Ora, però, bisognerà analizzare le cause della morte dell'animale e poi intervenire di conseguenza. Anche in Ungheria, infatti, esattamente come in Italia, il lupo è una specie rigorosamente protetta e, se si trattasse effettivamente di un atto di bracconaggio e si riuscisse ad individuare il colpevole di questo terribile gesto, la legge ungherese prevede una possibile reclusione fino a 3 anni.