Fra i comportamenti animali più altruistici che possiamo immaginare c'è sicuramente la condivisione del cibo con gli altri, e infatti nella nostra specie questo comportamento è largamente diffuso ed è alla base della nostra natura cooperativa. Nella maggior parte delle altre specie animali invece, anche in quelle caratterizzate da una socialità complessa e dalla presenza di comportamenti di natura altruistica, la condivisione del cibo, specialmente quando fatta in maniera spontanea, rappresenta un evento abbastanza raro e molto difficile da osservare.
In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society un gruppo di ricercatori ha cercato di espandere le conoscenze che abbiamo su questa forma di altruismo, focalizzandosi nello studio dei nostri parenti più prossimi, scimpanzé e bonobo. Nello specifico, i ricercatori hanno cercato di capire quali fattori potessero influenzare la possibilità che questi animali si comportassero in maniera altruista, ad esempio se fossero più propensi a farlo con chi si era mostrato più gentile in precedenza con loro, così come accade tipicamente anche nella nostra specie.
Per chiarire questi aspetti, hanno sottoposto ad un test di condivisione del cibo un gruppo di circa 18 fra scimpanzé e bonobo che vivono in cattività in un centro di ricerca sui primati a Lipsia. Successivamente, i risultati ottenuti con questi animali sono stati confrontati con quelli raccolti in un contesto simile dove veniva testato lo stesso comportamento fra 48 bambini di circa 4 anni, in modo tale da capire se ci fossero analogie o differenze nel modo di esprimere questo comportamento altruistico fra umani e altri primati.
Per quanto riguarda l’esperimento con i primati, questi ultimi venivano fatti entrare a coppie in alcuni recinti confinanti e comunicanti fra loro per mezzo di un’apertura dalla quale poteva passare un piatto scorrevole su cui erano posti vari tipi di cibi come arachidi e uva. L’aspetto fondamentale consisteva nel fatto che solo uno dei due individui poteva scegliere cosa farne di quel cibo, ovvero se tenerlo tutto per sé non lasciando neanche una briciola al compagno, oppure scegliere di condividerlo con lui.
In questa fase iniziale del test, poco più della metà delle scelte totali di scimpanzé e bonobo favorivano la condivisione del cibo con il compagno, mostrando e confermando dunque come l’altruismo spontaneo fosse effettivamente un comportamento raro da osservare. Nella seconda parte dell'esperimento, veniva invece reso impossibile ai primati accedere al cibo senza averlo prima condiviso, in modo tale da far sì che ci fossero tanti eventi di condivisione del cibo da far credere ai primati "spettatori" che gli altri si comportassero intenzionalmente in maniera altruistica e caritatevole nei loro confronti.
E infatti, quando gli "spettatori" che avevano beneficiato del gesto altruista si trovavano a loro volta a scegliere cosa fare col cibo, questi ultimi erano molto più propensi a condividerlo con chi in precedenza si era mostrato buono nei loro confronti, arrivando fino ad un totale di circa l’80% delle scelte altruiste. In questo modo è stato dimostrato come il gesto altruista di un benefattore lasciasse una firma positiva nel ricevente che lo motivava a sua volta a ricambiare il favore, con quello che sembra essere un vero e proprio meccanismo di aiuto e altruismo reciproco.
Curiosamente, anche i bambini si comportavano in maniera simile a scimpanzé e bonobo durante l’esecuzione dello stesso test (anche se diverso ovviamente per alcune caratteristiche), mostrandosi molto più propensi ad essere altruisti e a condividere il cibo con chi in precedenza l’aveva fatto con loro.
Questi risultati dimostrano come, nonostante il gesto altruista della condivisione del cibo in questi primati possa essere un evento raro, quello che invece è comune è l’effetto "domino" positivo che può innescare un gesto altruista per quanto riguarda l'incremento della probabilità che si verifichino ulteriori scambi altruistici fra gli individui, come nel caso della condivisione del cibo.
La conferma della presenza di questo genere di altruismo reciproco grazie allo "strumento" della condivisione del cibo ed il fatto che ci siano dei parallelismi nel modo di essere altruisti in tal senso fra primati e bambini, suggerisce come alla base ci siano meccanismi cognitivi di gratificazione emotiva e potenzialmente d'empatia in comune fra noi e loro, e come questi si siano molto probabilmente evoluti per il ruolo cruciale e vantaggioso che hanno svolto (e continuano a svolgere) nel promuovere la cooperazione e la formazione di legami sociali saldi fra gli individui, con innumerevoli risvolti positivi.