Scimmie infuriate che uccidono sistematicamente cani (cuccioli principalmente) «per vendetta» dopo che un piccolo è stato morso a morte da un cane randagio. La storia così narrata ed esplosa su siti e social network arriva dall’India, per la precisione da Lavool, piccolo villaggio non lontano dalla città di Majalgaon, nel distretto di indiano di Beed.
È qui che, stando a quanto riportato prima da un media indiano poi da diversi siti stranieri e anche da numerosi altri italiani, le scimmie che vivono nella zona avrebbero iniziato a uccidere i cani, «almeno 250» secondo le dichiarazioni riportate, dopo la morte di un piccolo. Nel villaggio vivono circa 5.000 persone e vi sarebbe una nutrita popolazione di cani randagi, ma «non un singolo cane è rimasto nell’area», perché «le scimmie cercano vendetta: dopo l’uccisione di un piccolo da parte di un cane, i primati hanno iniziato a rapire i cani e a portarli sulle cime di alberi o palazzi per poi buttarli di sotto». Addirittura, riportano anche altri media locali, le scimmie fuori controllo «avrebbero iniziato a prendersela con i bambini dopo avere sterminato – questi i toni con cui la notizia è stata più volte riportata – l’intera popolazione di cani del villaggio».
«Due esemplari sono stati catturati», ha dichiarato poi Sachin Kand, responsabile delle guardie forestali di Beed, per essere poi rilasciate in un’altra area.
Ma le cose non stanno così come sono state riportate e la narrazione antropocentrica non aiuta a comprendere dal punto di vista etologico il comportamento delle scimmie e anche il rapporto di coesistenza in India, come in molte altre zone del mondo, tra primati e cani. Non è raro in natura che i primati sottraggano i cuccioli ai cani adulti: su Kodami ad esempio avevamo raccontato il caso di un macaco che era stato ripreso mentre camminava tranquillamente sui rami degli alberi dopo aver rapito un cucciolo di cane bianco e nero.
La parola "vendetta" è stata sicuramente utilizzata con molta leggerezza per far presa sulle persone quando è più plausibile che i cuccioli presi dalle scimmie siano caduti dai tetti e morti per questo motivo, mentre le persone che mal sopportano e che hanno paura del numero elevato di primati presenti sul territorio non li abbiano soccorsi e abbiano chiesto con più forza l'intervento delle autorità competenti.
L'esperta mondiale Anindita Bhadra: «Una situazione di conflitto tra cani e scimmie che va avanti da tempo»
La “guerra tra scimmie e cani”, così è stata ribattezzata, tiene banco sui media ormai da qualche giorno, ma la domanda è e deve sorgere spontanea: un gruppo di scimmie può decidere di avviare una guerriglia contro i cani per vendetta, uccidendone addirittura 250 in poche settimane? La risposta è complessa e composita. Ne abbiamo parlato con Anindita Bhadra, ricercatrice indiana e massima esperta mondiale di etologia con focus sui cani randagi.
Dottoressa Bhadra, è possibile che una cosa come quella descritta dai media sia effettivamente accaduta? O potrebbe trattarsi dell’interpretazione, anche mediatica, di una differente tipologia di comportamento, quello delle scimmie, motivato da altre intenzioni?
Che le scimmie agiscano per vendetta è ancora una domanda aperta. Può trattarsi di una situazione di conflitto tra cani e scimmie che va avanti per un prolungato periodo di tempo. Ci sono stati episodi di cani che hanno inseguito scimmie quando queste ultime sono entrate nei loro territori, ma questo caso sembra avere qualcosa di unico, se si rivelasse vero.
Ci sono state conferme ufficiali di quanto accaduto?
La questione è stata riportata da un’agenzia di stampa locale, ma non sono riuscita ad averne una conferma in modo indipendente. Ci sono conflitti, ripeto, con cani che inseguono scimmie per questioni territoriali, ma non è mai stato riportato nulla di scientifico e ufficiale su scimmie che uccidono cani per vendetta. E 250 cani in un solo posto sembra bizzarro.
Come si può descrivere il rapporto e la convivenza tra scimmie e cani nella zona?
In generale scimmie e cani co-esistono intorno agli umani in diverse parti dell’India e può capitare di assistere a conflitti. Stiamo cercando di commentare le interazioni tra cani e scimmie in altre parti del Paese, dove vivo io capita che gruppi di entelli facciano incursioni nei giardini. Se ci sono cani in giro, spesso abbaiano e rincorrono le scimmie. Raramente però assistiamo ad aggressioni. Nella maggior parte dei casi i cani e le scimmie restano neutrali, li guardano, o si limitano all’inseguimento o a metterle in guardia.
Succede invece che le scimmie rubino i cuccioli di cane e le persone dal canto loro sono spaventate dalle scimmie, dalla loro presenza abbondante. Secondo lei è possibile che questa volta gli abitanti del villaggio abbiano "approfittato" di questo comportamento per far intervenire le autorità e far catturare le scimmie?
È una domanda interessante, ma sfortunatamente non abbiamo dati utili ad approfondirla, solo un breve report e nessuna documentazione dettagliata dal posto. Difficile quindi rispondere.
La convivenza tra scimmie e cani e l'equilibrio perduto (a causa dell'uomo)
Resta da capire però se effettivamente ci sia un fondo di verità in quello che è quasi certamente stato esagerato per esigenze mediatiche. Secondo Clara Caspani di Stray Dogs, il punto fondamentale di questa storia è che nel territorio interessato si è in presenza di un disequilibrio tra specie che convivono abitualmente da anni – umani, cani e scimmie – che ha portato a sviluppare dinamiche di competizione.
«Il mio lavoro è osservare da vicino l’interazione tra cani liberi e altre specie animali, in India sono principalmente mucche e scimmie – spiega Caspani a Kodami – quello che è venuto fuori sino a oggi, il fatto che scimmie “rapiscano” cuccioli di cane, è successo ogni tanto, non solo in India. È capito in Malesia e negli Emirati Arabi, dove scimmie e cani liberi convivono. Si tratta di episodi molto rari e distinti: in un caso una scimmia ha preso dalla strada un cuccioli di cane solo, portandolo con sé; in un altro, documentato da un video, l’interazione avviene tra un gruppo di scimmie e numerosi cani che vivono in una discarica. Il capo scimmia in quel caso prende un cucciolo in malo modo, lo sballotta e alla fine ci si siede sopra, un po’ come ad attestare la dominanza. Le dinamiche sono quasi sempre di collaborazione o di competizione, ma l’ago della bilancia è rappresentato dall’equilibrio».
Che cosa può essere successo dunque in India? «Partendo dal fatto che non abbiamo foto, video o report ufficiali, probabilmente quello che è successo è stato investito da una proiezione umana: le persone ci rivedono una guerra tra scimmie e cani e associano sentimenti e dinamiche umane raccontandolo. Basta guardare i dati: è vero che l’India è tra i Paesi con la più alta concentrazione di cani randagi e liberi al mondo, ma se ci sono 250 cuccioli in un villaggio – cosa che non escludo, anche se lo ritengo un numero esagerato – bisogna ricordare che intorno ai cuccioli gravitano gruppi di adulti, dalla madre alla tata passando per le sentinelle. Come è possibile che le scimmie riescano a prendere i cuccioli indisturbati? Ci sarebbero quantomeno notizie di scimmie ferite, anche gravemente».
«Sicuramente in questa storia c’è lo zampino dell’uomo, e da diversi punti di vista – conclude Caspani – Ci sono esempi di interazioni tra cani e scimmie in cui la competizione per il cibo sfocia in aggressività, ed è probabile che due specie che convivono da anni sullo stesso territorio stiano sperimentando un disequilibrio probabilmente dato dalla scarsità delle fonti di cibo che le scimmie e i cani si devono contendere. Possibile che la competizione si sia alzata, che siano intervenuti gli umani, magari come riportano i media locali tirando sassi alle scimmie per allontanarli, e che le scimmie abbiamo inseguito gli umani per allontanarli. Un gran caos insomma, dipinto e riportato nella maniera più sbagliata».
L'etologa Federica Pirrone: «Rapimenti e uccisioni? Più facile che si tratti di un gioco»
Abbiamo anche chiesto a Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami, di spiegare il comportamento delle scimmie.
«A livello generale, il concetto di vendetta è stato rilevato da alcuni primatologi, come Frans de Waal, in alcune specie di primati non umani come per esempio alcune specie di macachi o scimpanzé. Però si tratta sempre di una vendetta “diretta”: l’individuo A aggredisce l’individuo B, e l’individuo B è probabile che aggredisca l’individuo A – spiega Pirrone – Quello che si sarebbe verificato in questo caso è invece un tipo di vendetta indiretta, con il destinatario dell’aggressione che non se la prende con colui che l’ha aggredito, ma con un individuo, giovane, che non è direttamente coinvolto. Tra alcune specie di macachi si è vista una cosa simile, ma con il coinvolgimento di individui di basso rango, che compiono questo tipo di azione restando così in grado di punire l’aggressore, che è dominante, prendendosela con suoi parenti più giovani e più deboli. Questo però lascia pensare che non si tratti di capacità cognitive del macaco, ma di dinamiche sociali legate al rango».
Il caso dell’India non rientra in alcun modo nella casistica: «Non ci sono prove che un cane o più cani abbiano ucciso un piccolo di scimmia, né che le scimmie abbiano effettivamente ucciso i cani – continua Pirrone – È possibile che le scimmie abbiano portato i cani sui tetti, e che i cuccioli siano caduti da soli. Non ci sono prove di intenzionalità o volontarietà. Non si può dunque parlare di vendetta, a mio parere».
Lo scenario più probabile, per Pirrone è un altro ed è già stato dimostrato in altri casi: che le scimmie stessero giocando con i cuccioli di cane e che si tratti di una trasmissione culturale del gioco. Inizia a giocare una, si diverte, le altre vedono che si diverte e fanno la stessa cosa. «Parlare di vendetta nel mondo dei primati non umani è già complesso di per sé, figuriamoci parlare di vendetta indiretta basandosi solo su aneddoti», conclude Pirrone.