Nella mattinata dello scorso 5 marzo, uno sciacallo dorato è stato trovato morto tra le campagne di Potenza Picena, nelle Marche. Si tratta della prima segnalazione accertata nella regione del piccolo canide che territori dopo territori continua la sua rapida e costante espansione sempre più a Sud lungo lo stivale.
L'animale, un maschio di circa un anno probabilmente investito da un'auto, è stato recuperato dalla Polizia Provinciale di Macerata, per poi essere affidato al CRAS delle Marche dove saranno effettuati tutti gli accertamenti del caso per conoscere le cause del decesso.
Il fatto che l'esemplare sia stato rinvenuto così a sud rispetto ai confini settentrionali della regione suggerisce che molto probabilmente ci sono già da tempo in zona altri esemplari o nuclei riproduttivi mai segnalati ed è quindi molto probabile che ci saranno nuovi avvistamenti nell'immediato futuro.
Partito dai Balcani e dall'Europa orientale, lo sciacallo dorato (Canis aureus) è arrivato per la prima volta in Italia solamente nel 1984, quando fu purtroppo abbattuto un individuo nei boschi del Comune di San Vito di Cadore, a Belluno.
Dal quel momento è iniziata una rapidissima espansione a partire dalle regioni del Nord-est che lo ha portato in pochi anni a stabilirsi in pianta stabile e ad essere avvistato in quasi tutte le regioni settentrionali, dove sempre più spesso si può sentire il suo caratteristico ululato che potete ascoltare nella registrazione sottostante.
Appena un paio d'anni fa lo sciacallo era riuscito persino a superare il Po e ad arrivare nel parmense, come ci aveva spiegano l'esperto Luca Lapini che studia questa specie fin dal suo primo arrivo in Italia. Questo "attraversamento" ha quindi spalancato le porte per la discesa verso le regioni dell'Italia meridionale: sul versante tirrenico, infatti, la specie è già arrivata in Lazio ed è quindi molto probabile che continuerà a scendere sempre più a Sud.
La rapidissima espansione dello sciacallo in Europa è diventata un vero è proprio caso ecologico per gli scienziati. Complice la drastica riduzione delle popolazioni di lupo avvenuta nel secolo scorso, il piccolo canide si è ritrovato la strada spianata e in pochi decenni è riuscito a colonizzare mezza Europa. Un fenomeno del tutto naturale che ha portato a stimare oggi per il nostro paese oltre 50 gruppi riproduttivi, per un totale di circa 300/350 esemplari diffusi dal livello del mare fino a 1.900 m di altitudine.
Simile per dimensioni a quelle di un cane di circa 10 kg, lo sciacallo vive in coppie riproduttive stabili o in piccoli gruppi familiari. È attivo soprattutto di notte ed è perciò molto difficile riuscire ad osservarne spostamenti e interazioni sociali. Una presenza discreta a cui dovremo però abituarci presto e che è destinata – lì dove non è lo è già – a diventare parte integrante della fauna e degli ecosistemi nostrani, un arricchimento faunistico che dovrebbe farci gioire. Lo sciacallo dorato, infatti, non rappresenta in alcun modo un rischio per l'uomo, poiché si tratta di un animale estremamente schivo e che cerca di evitare l'incontro diretto con gli esseri umani.