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29 Dicembre 2021
16:28

Pompei, inizia il restauro del cavallo di Maiuri (e sarà anche un modello in 3D)

Il cavallo di Maiuri, rinvenuto negli scavi archeologici di Pompei, dopo il restauro sarà oggetto di un modello in 3d per ipovedenti.

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pompei restauro cavallo

Inizia il restauro del "cavallo di Maiuri" negli scavi archeologici di Pompei, lo scheletro equino che prende il nome dall'archeologo che lo scoprì nel 1983 in una zona della città antica. Si apre così un nuovo capitolo per l'archeozoologia del Parco archeologico.

Il cavallo è stato ritrovato all'interno di un'antica stalla, con vicino ancora i resti di una mangiatoia. Era usato per il trasporto delle merci e faceva parte della grande comunità di animali attiva a Pompei prima della sua distruzione. Come testimoniano numerosi affreschi erano presenti in città molti animali come come cani e cavalli ma anche uccelli ed altri esemplari di fauna selvatica.

Il cavallo oggetto di restauro è stato inghiottito insieme a tutta la città durante l'eruzione del Vesuvio del 79 d. C. Fu ritrovato nel 1983 dall'archeologo Amedeo Maiuri durante alcune operazioni di scavo.

Maiuri decise di applicare nel luogo del ritrovamento la stessa strategia già impiegata per il resto del sito archeologico: non spostare i resti e lasciarli in situ, allo scopo di realizzare un vero e proprio museo a cielo aperto. Questa modalità di valorizzazione dei beni archeologici in luoghi come gli scavi di Pompei risulta straordinariamente efficace in termini di impatto sul visitatore. Tuttavia il piedistallo in metallo sopra cui sono stati posti i resti per dargli una posizione eretta e la sola copertura di una tettoia non hanno protetto il cavallo dalle intemperie e dall'ossidazione causata dal tempo.

Il trascorrere degli anni e il progressivo degrado hanno reso inevitabile, quindi, il nuovo intervento di conservazione da parte dei professionisti del Parco diretto da Gabriel Zuchtriegel.

Il futuro allestimento del cavallo di Maiuri a Pompei

Il Parco ha scelto di restaurare il cavallo e inserirlo in un nuovo futuro allestimento più adatto alla sua conservazione. «Sarà un vero e proprio intervento mutidisciplinare – spiega Luana Toniolo, funzionario archeologo di Pompei – Oltre ai restauratori e agli archeologi lavorerà nel team anche un archeozoologo».

L'archeozoologo è una figura fondamentale per l'archeologia contemporanea e anche per il nuovo allestimento del cavallo di Maiuri: questa figura lavorerà per dare maggiore accuratezza scientifica a tutti i dettagli, a partire dalla corretta postura del cavallo.

Il restauro negli scavi archeologici di Pompei non è rivolto però solo al recupero ma guarda al futuro: l'obiettivo è infatti realizzare un modello tattile in 3d che darà la possibilità anche alle persone ipovedenti di apprezzare il reperto. Il modello avrà parti differenziate per fare capire attraverso la sensazione tattile quali punti sono ricostruiti e quali originali.

Una iniziativa nata con l'intento di renderlo più «accessibile e inclusivo», sottolineano dal Parco archeologico. A ciò si affiancherà una spiegazione in Braille del contesto storico e delle abitudini del cavallo.

Il tutto è eseguito sfruttando nuove tecnologie: grazie all'utilizzo di un laser scanner, il cavallo è stato piano piano smontato dalla struttura metallica per essere portato in laboratorio dove lo attende una lunga "convalescenza".

Purtroppo il degrado al quale è stato esposto ha causato danni irreversibili che hanno portato all'ossidazione del colore delle ossa e alla perdita di alcune parti dello scheletro, come quelle della gabbia toracica, mancanti rispetto alle testimonianze lasciate dalle foto dell'epoca della scoperta di Maiuri.

«Si tratta di un intervento multidisciplinare, che vede all'opera i restauratori in primis e gli archeologi, costantemente affiancati in ogni fase degli interventi da un archeozoologo al fine di condurre un adeguato studio scientifico del cavallo, non affrontato all’epoca del Maiuri, che sarà in grado di fornire ulteriori e importanti informazioni sul tipo di animali che venivano utilizzati a Pompei e sulle loro caratteristiche – sottolinea il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel – Il progetto di valorizzazione del reperto nel suo nuovo allestimento lo renderà, inoltre, fruibile a tutti i visitatori, nell'ottica della massima accessibilità e inclusività, anche relativamente alla conoscenza delle attività di restauro del Parco».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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