Una tomba per Scarface, il più famoso leone della savana morto pochi giorni fa nella solitudine che si addice ai re. Per lui, che la cicatrice sotto l’occhio destro aveva reso un eroe riconoscibilissimo ed amato come Al Pacino protagonista del film omonimo di Brian De Palma, è pronta una sepoltura che gli renda onore, sotto l'ombra delle acacie della savana che amava tanto. Prima di lui una tomba era stata scavata solo per Bibi, la leonessa avvelenata nel 2015. E anche per Scarface il ciclo della natura si completerà con il tornare ad essere polvere tra la polvere rossa dell’Africa.
«Sarà portato lontano dalla vista di tutti e lasciato solo, in modo che possa tornare a far parte del cerchio naturale della vita», ha spiegato il Mara Predation Conservation Programm che, dal cuore della Masai Mara National Reserve dove si occupa di preservare i predatori nell'ecosistema, ne ha annunciato la morte sulla sua pagina Facebook. «Alle 1 ora locale, Scarface ha esalato l'ultimo respiro. È morto in pace, senza essere disturbato da veicoli e iene. Eravamo l’unica auto sulla scena e gli unici al suo fianco, cercando di offrire ogni tipo di conforto. Il Masai Mara ha perso un altro dei suoi grandi maschi iconici. Possa la sua leggenda vivere per sempre».
Un leone leggendario
E la storia di Scarface, infatti, è già leggenda. Anzi, lo era già da anni, quando la BBC inglese, cominciò a raccontarla con una serie di documentari. Aveva solo quattro anni ed era già famoso. Perché assieme a Sikio, Morani e Hunter, i suoi fratelli, Scarface era protagonista di una vita libera e selvaggia nel Mash Pride africano, il vasto territorio ai margini della Riserva Nazionale Masai Mara in Kenya. I Moschettieri, così erano chiamati, erano un gruppo di quattro maschi forti e indipendenti, capaci di imporre i loro dominio su un vasto territorio, negli oltre mille e cinquecento chilometri quadrati del Masai Mara, l’enorme riserva naturale nella parte sud occidentale del Kenya che mescola nel suo nome quello dell’antica tribù dei Masai e quello del fiume Mara che l’attraversa.
«Un vero Lion King»: il racconto della guida safari italiana
«Scarface è stato uno dei leoni più amati del Maasai Mara. Una vera leggenda da vivo, ora consacrato tale per sempre – racconta Massimo Vallarin, membro onorario del Kenya Wildife Service e grande esperto d’Africa dove vive e lavora – Se uno dovesse pensare al vero Re Leone, a chiunque verrebbe in mente Scar. Da guida di safari professionista, quindi molto spesso in giro al Maasai Mara, i miei occhi erano sempre alla ricerca di Scar sotto ogni cespuglio. Sia perché ogni volta non vedevo l’ora d’incontrarlo io stesso e sia perché, per me, far vedere il mitico Scar ai miei ospiti in safari è sempre stata la mia più grande soddisfazione professionale. L’ho incontrato tante volte e l’ho visto invecchiare senza mai perdere la sua maestosità e possenza. Neppure quando ormai magro e zoppo, riusciva ancora a farsi rispettare dai più giovani… Un vero Lion King»
Una vecchiaia serena e una morte fiera, da essere libero quale era
È proprio nella Masai Mara National Reserve che si sono presi cura di Scarface le tante volte che, scontrandosi per la femmina migliore o per le prede da sbranare, aveva avuto bisogno delle cure dei veterinari. Una di queste battaglie gli aveva lasciato quel segno profondo sotto l’occhio, una cicatrice nera e ben visibile, che era diventata il suo marchio di fabbrica. Scarface se ne va a 15 anni, al culmine di una serena vecchiaia che aveva vissuto nella sua savana. Dal 2019, quando aveva perso Hunter, uno dei quattro fratelli, gli anni avevano cominciato a farsi sentire. Le immagini del re dell»»a savana, ripreso da A. M Hassanein in un documentario pubblicato su You Tube, lo mostrano più stanco e affaticato, mentre sbadiglia e si addormenta sdraiato sotto un albero. È ancora meravigliosamente bello, malgrado i segni sul volto. Ancora meravigliosamente fiero e maestoso, malgrado una criniera già un po’ segnata dal tempo. Ancora meravigliosamente libero, soprattutto. Come è sempre stato, Scarface, e come lo ricorderanno tutti. Libero di essere semplicemente ciò che era, un leone.