Dopo quasi quattro giorni di grande apprensione, la disavventura di Margot si è chiusa con il più classico dei “lieto fine”. Il Bracco Ungherese di quattro anni era fuggita da casa, sulle alture di Genova, nel pomeriggio del 31 dicembre, spaventata da un botto esploso vicino al portone: da lì ore e ore di spasmodiche ricerche senza risultato con qualche avvistamento, poche segnalazioni e con il supporto anche di un cane da ricerca. Ma di Margot nessuna traccia.
Poi, all’alba del 4 gennaio, la telefonata che i suoi pet mate aspettavano da giorni: Margot era vicino a casa, nei boschi che conosceva. «Abbiamo ricevuto la telefonata di un ragazzo che si è fermato e ha provato a prenderla senza però riuscirci, così è tornata nel bosco – racconta a Kodami l’umana di riferimento di Margot – con tutta la famiglia ci siamo subito mobilitati per cercarla, poi mio figlio l’ha vista mentre stava tornando da sola verso casa. Siamo molto felici, ringraziamo tutti perché la solidarietà che abbiamo ricevuto in questo momento così difficile è stata grandissima. Abbiamo vissuto malissimo questi giorni, specie io e mio marito perché è scappata a noi e ci sentivamo in colpa, anche se non c’è colpa. Non pensavamo ad altro, temevamo potesse finire male perché Margot è abituata a stare in casa ed era da sola sui monti».
La storia di Margot è quantomai emblematica delle conseguenze che i botti possono avere sul benessere psicofisico degli animali. «Ho avuto tre cani e i primi due non avevano problemi con botti o tuoni – concludono dalla famiglia di Margot – lei, invece, ha paura di tutti i rumori forti, li accusa molto. Dai primi di dicembre faccio appelli sui social per non sparare botti nel rispetto degli animali, vedevo Margot che la viveva malissimo. Quindi ribadisco i miei appelli. Mi auguro che vengano rispettate le ordinanze, perché ci sono e serve che siano rispettate. Oppure non spariamo proprio i botti, che sarebbe meglio».
La famiglia di Margot fa riferimento all’ordinanza emessa dal Comune di Genova in vista dei festeggiamenti di fine anno con il divieto “su tutto il territorio cittadino, dalle ore 19 del 31 dicembre 2023 alle ore 7 del 1° gennaio 2024, di detenzione e uso di ogni tipo di artificio pirotecnico/materiale esplodente in area pubblica e/o aperta al pubblico”. Una norma che, di fatto, non ha compreso i giorni vicini al Natale e quelli immediatamente antecedenti il Capodanno quando in tutta la città si sono sentiti botti a ripetizione.