Scoppia la polemica in Liguria per il rifiuto, da parte dei cacciatori di 36 squadre dell'Atc1 Savona-Levante, di procedere con l’abbattimento dei cinghiali come stabilito dalla Regione Liguria nell’ambito del piano di contenimento della peste suina africana.
La protesta dei cacciatori dell’ambito territoriale savonese ha poco a che fare con la tutela degli animali, quanto piuttosto con le nuove regole. Le squadre infatti rifiutano di imbracciare le doppiette perché, alla luce dell’epidemia di peste suina africana scoppiata proprio tra Liguria e Piemonte a inizio anno, gli animali uccisi dovrebbero essere consegnati (a spese dei cacciatori) alla Asl 2 veterinaria, incaricata di effettuare analisi per stabilire se si tratta di animali infetti. E anche se risultassero sani, la loro carne non potrebbe comunque essere consumata. Da qui la scelta di non partecipare alla caccia, che in Liguria si svolge dal 2 ottobre 2022 al primo gennaio 2023.
Alla querelle tra cacciatori e Asl si è aggiunta nei giorni scorsi anche Coldiretti, che ha definito la situazione «insostenibile. Non è pensabile ritardare ancora l'abbattimento degli ungulati», queste le parole di Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti, e di Bruno Rivarossa, delegato confederale. In Liguria, con l’apertura della caccia, si prevede che possano essere abbattuti sino a 35.451 cinghiali, pari al 180% di quanto fatto nell'ultimo anno: «Se i cacciatori si rifiutano di mettere in atto gli abbattimenti, opponendosi allo svolgimento di attività fondamentali per la sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori della Liguria – hanno sottolineato Boeri e Rivarossa – rischiano di confermare l'ipotesi di interessi economici che vanno ben oltre il concetto di caccia sportiva. Le istituzioni devono prenderne atto e trovare una via alternativa per portare a termine le operazioni, anche mettendo in campo l'esercito se necessario».
L'ultimo aggiornamento dell'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Toscana in merito alla peste suina africana risale al 20 settembre: i positivi nella "zona rossa" individuata tra Liguria e Piemonte erano in totale 183, uno in più rispetto all’aggiornamento precedente del 25 agosto. Di questi, 119 sono stati rinvenuti in Piemonte, 64 in Liguria. Il nuovo caso è stato riscontrato a Busalla in Liguria nella provincia di Genova. È il settimo caso di positività nel comune di Busalla da quando è iniziata l’emergenza.