Pietro Rossomanno ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti sulla morte di Simona Cavallaro, la ventenne deceduta il 26 agosto 2021 a seguito delle ferite inflitte da alcuni cani da pastore a guardia di un gregge a Satriano, provincia di Catanzaro.
Dopo essere stato arrestato lo scorso primo aprile e posto ai domiciliari con l'accusa di omicidio colposo, oggi il pastore di Satriano ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere al giudice durante l'interrogatorio di garanzia.
A Rossomanno sono stati contestati, oltre all'omicidio colposo, anche i reati di introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo. L'uomo, secondo l'ipotesi della Procura di Catanzaro titolare del fascicolo, sarebbe stato negligente nella gestione dei cani a guardia del suo gregge, lasciati soli su un terreno di pertinenza del Comune e provocando così la morte della giovane.
Simona Cavallaro quel 26 agosto si trovava con un amico nella pineta Montefiorino di Satriano, dove stava progettando di organizzare una gita domenicale. Qui i due amici sono stati raggiunti dai 13 cani del gruppo. Simona e il suo amico, spaventati, si sono rifugiati all’interno di una chiesetta in legno all'interno della pineta cercando di richiamare l'attenzione del pastore. Poco dopo però Simona è uscita, probabilmente diretta alla macchina, alla quale, purtroppo, non è mai arrivata.
Gli esperti dal Ris di Messina che hanno analizzato le tracce ematiche rinvenute sui cani di Satriano hanno confermato l'appartenenza a Simona. Da subito dopo la tragica vicenda i cani si trovano nel canile Pet Service di Torre Melissa, in provincia di Crotone, dove sono destinati a restare rinchiusi a tempo indefinito. Almeno fino a quando non saranno state accertate le responsabilità del pastore.
Come infatti appare evidente dalle accuse formulate dalla Procura, esiste una stretta correlazione tra la responsabilità dell’omicidio e la proprietà dei cani, che per la legge rappresentano un mero bene, sarà una parte importante del dibattimento. I cani di Satriano, allo stato dei fatti, sarebbero riferibili proprio a Pietro Rossomanno come risultato dalle indagini svolte in fase preliminare dagli inquirenti e dagli approfondimenti dell'Asl. Dei 13 cani, al momento della cattura, solo Bianca aveva il microchip e la registrazione a nome del pastore, tutti gli altri ne erano sprovvisti, contravvenendo all'obbligo di legge.
In un contesto normale, i cani a guardia di un gregge non aggrediscono le persone, anzi, il comportamento più frequente è quello di allontanare senza reagire. A Satriano, tuttavia, è accaduto qualcosa di estremo e molto raro. Alla vicenda Kodami ha dedicato una video inchiesta "Satriano, analisi di una tragedia".
Dopo l’inchiesta di Kodami sono arrivate le prime richieste di adozione per i cani coinvolti nella morte di Simona Cavallaro. Tuttavia, dopo molti mesi niente è ancora cambiato per questi animali ancora fermi nella struttura “Pet Service” di Torre Melissa.