video suggerito
video suggerito
5 Aprile 2022
19:30

Satriano, il pastore del branco di cani che ha aggredito a morte una ragazza non risponde al giudice

Il pastore si è rifiutato di rispondere alle domande del gip dopo l'arresto per l'omicidio colposo della giovane Simona Cavallaro. Intanto i cani di Satriano restano in canile.

368 condivisioni
satriano pastore

Pietro Rossomanno ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti sulla morte di Simona Cavallaro, la ventenne deceduta il 26 agosto 2021 a seguito delle ferite inflitte da alcuni cani da pastore a guardia di un gregge a Satriano, provincia di Catanzaro.

Dopo essere stato arrestato lo scorso primo aprile e posto ai domiciliari con l'accusa di omicidio colposo, oggi il pastore di Satriano ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere al giudice durante l'interrogatorio di garanzia.

A Rossomanno sono stati contestati, oltre all'omicidio colposo, anche i reati di introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo.  L'uomo, secondo l'ipotesi della Procura di Catanzaro titolare del fascicolo, sarebbe stato negligente nella gestione dei cani a guardia del suo gregge, lasciati soli su un terreno di pertinenza del Comune e provocando così la morte della giovane.

Simona Cavallaro quel 26 agosto si trovava con un amico nella pineta Montefiorino di Satriano, dove stava progettando di organizzare una gita domenicale. Qui i due amici sono stati raggiunti dai 13 cani del gruppo. Simona e il suo amico, spaventati, si sono rifugiati all’interno di una chiesetta in legno all'interno della pineta cercando di richiamare l'attenzione del pastore. Poco dopo però Simona è uscita, probabilmente diretta alla macchina, alla quale, purtroppo, non è mai arrivata.

Gli esperti dal Ris di Messina che hanno analizzato le tracce ematiche rinvenute sui cani di Satriano hanno confermato l'appartenenza a Simona. Da subito dopo la tragica vicenda i cani si trovano nel canile Pet Service di Torre Melissa, in provincia di Crotone, dove sono destinati a restare rinchiusi a tempo indefinito. Almeno fino a quando non saranno state accertate le responsabilità del pastore.

Come infatti appare evidente dalle accuse formulate dalla Procura, esiste una stretta correlazione tra la responsabilità dell’omicidio e la proprietà dei cani, che per la legge rappresentano un mero bene, sarà una parte importante del dibattimento. I cani di Satriano, allo stato dei fatti, sarebbero riferibili proprio a Pietro Rossomanno come risultato dalle indagini svolte in fase preliminare dagli inquirenti e dagli approfondimenti dell'Asl. Dei 13 cani, al momento della cattura, solo Bianca aveva il microchip e la registrazione a nome del pastore, tutti gli altri ne erano sprovvisti, contravvenendo all'obbligo di legge.

In un contesto normale, i cani a guardia di un gregge non aggrediscono le persone, anzi, il comportamento più frequente è quello di allontanare senza reagire. A Satriano, tuttavia, è accaduto qualcosa di estremo e molto raro. Alla vicenda Kodami ha dedicato una video inchiesta "Satriano, analisi di una tragedia".

Video thumbnail

Dopo l’inchiesta di Kodami sono arrivate le prime richieste di adozione per i cani coinvolti nella morte di Simona Cavallaro. Tuttavia, dopo molti mesi niente è ancora cambiato per questi animali ancora fermi nella struttura “Pet Service” di Torre Melissa.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social