Finiscono a processo i volontari che gestiscono l’oasi felina di Su Pallosu, in Sardegna. L’11 maggio si è aperto il procedimento davanti a un giudice del tribunale di Oristano, l’accusa è di invasione di terreni e imbrattamento.
Andrea Atzori e Irina Albu sono i “gattari” – così si definiscono loro stessi – che ormai da oltre dieci anni gestiscono l’oasi sulla spiaggia di San Vero Millis, un impegno che li ha trasformati in una sorta di attrazione turistica: moltissime persone scelgono di visitare la zona proprio per dare un’occhiata alla colonia del litorale sardo, ma per alcuni residenti la presenza dei gatti rappresenta un problema, talmente grande da avviare una battaglia legale.
Atzori e Albu riferiscono di essere stati più volte bersaglio di minacce e insulti da parte di alcuni vicini, una situazione degenerata nel 2018: «Le hanno provate tutte, promuovendo anche una ridicola campagna sulla presunta pericolosità dei gatti prima, inviando lettere a Comune, Asl – ricordano – Tanti visitatori ci hanno raccontato che quando hanno chiesto indicazioni per raggiungere l’Oasi, una signora in loco ha cercato in ogni maniera di fargli cambiare idea. Poi direttamente nel 2018, una spedizione punitiva familiare ha divelto la cassetta postale e cercato di farci male fisicamente con un lancio di alcuni blocchi. Dal 2012 ad oggi si sono occupati di noi; vigili urbani, Asl, Forestale e carabinieri. Non contenti di tutto ciò o forse per i tentativi andati a vuoto, hanno tentato la querela».
La denuncia ha portato, ai tempi, a un decreto penale condanna a un mese di carcere per i due volontari, che hanno subito impugnato il provvedimento con un ricorso. L’11 maggio è partito il processo penale, basato sul fatto che – secondo le accuse – i gatti dell’oasi sarebbero entrati in terreni privati sporcandoli. Al centro della battaglia una strada cieca che conduce all’ingresso della casa di Atzori, unico accesso all’oasi felina, e che secondo il giudice che l'11 maggio ha aperto il procedimento non sarebbe in realtà privata, ma comunale. E dunque dovrà essere il Comune di San Vero Millis – che ha bocciato la richiesta di riconoscimento della colonia felina perché i gatti «non vivono in un luogo pubblico o aperto al pubblico» – e costituirsi eventualmente parte civile, perché chi ha fatto partire la denuncia non ne ha diritto.
Il giudice del tribunale di Oristano ha aggiornato il processo a luglio, stabilendo la notifica degli atti al Comune e attendendo una replica. Nel frattempo Atzori e Albu continuano a portare avanti il loro lavoro, chiedendo una riflessione: «Se saremo condannati, significherà che la motivazione di rigetto (non è un luogo pubblico o aperto al pubblico) della richiesta del riconoscimento della colonia felina addotta dalla pubblica amministrazione era infondata – sottolineano – Se invece saremo assolti, sarà una conferma della nostra attività in difesa dei diritti animali e di tutela del benessere animale».
La storia dell'oasi felina di Su Pallosu
Nell’oasi felina di Su Pallosu vivono oggi 32 gatti, di cui 21 completamente liberi, tutti registrati a nome delll’Associazione Amici di Su Pallosu e 11 con restrizioni parziali o totali di libertà, per motivi di sicurezza e salute ospiti di vari rifugi e box. Sorge su un terreno di proprietà privata, acquistato nel 1961 da Gianni Atzori, insegnante elementare oristanese che vi realizzò il suo laboratorio artistico per la lavorazione del corallo, attivo sino al 2002. Oggi è il giardino privato dell’abitazione privata della famiglia Atzori.
L’oasi di Su Pallosu a oggi non è una “colonia felina riconosciuta” proprio perché l’amministrazione comunale aveva negato, attraverso una delibera del consiglio comunale del 2013, il richiesto riconoscimento: «La delibera del consiglio è stata successivamente annullata dal DPR (Decreto del Presidente della Repubblica) del 12 dicembre 2014, grazie all’accettazione del ricorso presentato dai gattari dell”Associazione Amici di Su Pallosu – spiegano dall’associazione – Ricorso vinto in toto, poiché la delibera comunale era viziata da illegittimità perché basata su “eccesso di potere, erronea valutazione dei fatti, illogicità della motivazione, carenza sotto il profilo d’istruttoria e di motivazione».
Nel febbraio de 2015 i gatti di Su Pallosu sono stati microchippati per difendere la presenza storica dei felini nella stessa area, minacciati di cattura, trasferimenti e ingabbiamento da parte della precedente amministrazione comunale, anche dopo il citato annullamento della delibera del consiglio comunale. Con l’operazione di microchippatura i gatti sono diventati, dal 2015 di proprietà dell’Associazione Amici di Su Pallosu, non trasferibili, non catturabili e non potranno dunque più per legge far parte di alcuna colonia felina formalmente riconosciuta ai sensi della legge 281 del 1991.
Quasi tutti i gatti dell'oasi sono stati abbandonati in zona e accolti dall’associazione, che a oggi non accetta altri animali proprio per la particolare situazione “giuridica” che la caratterizza: di fatto è una colonia felina di gatti di proprietà, che non potrà mai diventare colonia felina ufficialmente riconosciuta a causa della precedente diatriba con il Comune. La casa degli Atzori ha un accesso diretto alla spiaggia, e capita che alcuni gatti vengano avvistati sul litorale, anche se Su Pallosu è considerata da almeno un secolo la “spiaggia dei gatti” proprio perché la presenza felina risale almeno agli inizi del secolo scorso. La gestione sanitaria dei fatti è affidata alla Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, i cui operatori verranno sentiti nell’ambito del procedimento.