Campobasso avrà il suo cimitero per gli animali di affezione e, la cosa particolare, sarà che ad occuparsi del progetto saranno gli studenti del IISS Leopoldo Pilla grazie ad una convenzione stipulata tra l’Istituto e l’amministrazione. E così, nove mesi dopo l’inizio dell’iter del progetto in Comune, sono partite anche le operazioni tecniche per verificarne la fattibilità.
I ragazzi hanno svolto proprio in questi giorni i rilievi nel vecchio Cimitero Napoleonico nella frazione di Santo Stefano, area individuata dal Comune per la sepoltura degli amici animali. Il prossimo passo sarà la progettazione di un elaborato vero e proprio che verrà poi ceduto all’Amministrazione Comunale.
La disponibilità di un luogo dove poter seppellire il proprio cane o gatto, una volta che non c’è più, era una richiesta che aleggiava da parecchio tempo nel capoluogo molisano. In tutta la Regione, infatti, non esistono aree comunali in cui poter ricordare per sempre il proprio amico, nonostante dal 2008 sia entrata in vigore una legge che dà tale possibilità ai Comuni.
Dopo anni di stop a Campobasso, però, il 25 gennaio scorso, per fortuna, è partito l’iter di realizzazione del cimitero dando seguito alle sollecitazioni di tutti quei cittadini che ritengono i propri animali dei compagni di vita da rispettare e da accompagnare fino alla fine e per i quali è molto difficile rassegnarsi a considerarli come rifiuti da smaltire.
La morte di un animale del resto è un evento traumatizzante che provoca una grande sofferenza, anche se ancora poco legittimata. Diversi studi sulle cause della depressione indicano proprio la perdita del proprio animale tra quelle possibili, rendendo bene l’idea dell’impatto emotivo che questa esperienza può avere.
Una sempre maggiore sensibilità verso questo tema, ha portato diversi Comuni a mettersi in moto per realizzare cimiteri per animali, comprendendo quanto questi luoghi possano servire ai pet mate per attenuare quella tremenda sensazione di distanza che sentono tra loro e il proprio animale scomparso.
Dei numerosi cimiteri per animali sorti da Nord a Sud del Paese, da annoverare c’è senz'altro quello di Milano, «Il fido custode», il più grande d’Italia, immerso nel verde del Parco Sud, tra il Parco Trenno e il Bosco in Città, in un’area di oltre 50.000 metri quadrati.
A Roma, invece, c’è la «Casa Rosa», il cimitero più antico d'Italia, voluto da Mussolini per ospitare il volatile deceduto con cui giocavano i figli.
Tra Cesena e Ravenna il «Parco Beato», aperto 14 anni fa che oggi ospita più di 860 tombe di cani, gatti, ma anche criceti, conigli, tartarughe e una cavia peruviana. "Custode" del parco, è il micio senza coda abbandonato lì 2 anni fa. Un cartello all’ingresso ricorda agli ospiti di non maltrattarlo né, tantomeno, di portarlo via.
Ad Aulla, c’è il «Parco degli affetti» nome scelto da Giuseppe Pettenati ideatore e gestore del cimitero in provincia di Massa-Carrara, il primo sorto in Italia. Oltre duemila metri quadri di terreno, ricavati nel parco del Castello della Brunella che sovrasta il Comune lunigiano, tra Toscana e Liguria.
Qui hanno casa Poldo, un cane randagio di La Spezia, investito da un'auto, Toffi, una gattina di Parma, prima ospite del parco e ancora tanti altri, compresi gatti, tartarughe, canarini e criceti.
Kodami è poi andata al cimitero per animali del Rifugio San Francesco, nel Casertano, un luogo fuori dal tempo in cui scoprire la vita dell’Italia che fu e l’evoluzione del rapporto tra esseri umani e animali.