Ottime notizie sul fronte della riproduzione dei capovaccai, il più piccolo delle quattro specie di avvoltoi europei, a estremo rischio estinzione: per la prima volta in Europa sia ha la certezza che un soggetto nato in cattività e liberato si è riprodotto in natura.
Il capovaccaio in questione è Sara, esemplare di sette anni liberata in Puglia, nell’oasi Lipu di Gravina di Laterza, pochi mesi dopo la nascita. Ad aprile era stato confermato che Sara, dotata di gps e per questo costantemente monitorata nei suoi spostamenti, aveva formato una coppia con un maschio selvatico, e pochi giorni fa il Cerm (Centro Rapaci Minacciati) ha confermato ciò che si sperava, ovvero che dalla loro unione è nato almeno un pulcino. Un avvenimento che gli esperti attendevano ormai da 19 anni, e cioè da quando sono iniziati i rilasci in natura dei giovani nati nel centro toscanonell’ambito di uno dei più importanti progetti europei finalizzati al ripopolamento del capovaccaio: il Life Egyptian Vulture, un’iniziativa organizzata dall’ISPRA insieme con Biodiversità sas, De Rerum Natura sas e appunto il Centro Rapaci Minacciati di Calimera.
La vita avventurosa di Sara, dalla liberazione alla riproduzione
Proprio il Cerm, dove Sara è nata nel 2012, ha ripercorso la sua storia: dopo il rilascio in Puglia il capovaccaio si era allontanato per raggiungere l’Africa subsahariana (Niger), dove ha trascorso i primi quattro anni della sua vita, trasferendosi ogni estate, dall'età di due anni, nel nord dell'Algeria (montagne dell'Atlante). Nella primavera del 2019 Sara è ritornata per la prima volta in Italia, e da allora ogni anno trascorre nel nostro Paese parte della primavera e dell'estate, comportamento tipico della specie.
«Nel 2022 Sara ha iniziato la sua quarta migrazione primaverile, ma con un mese e mezzo di anticipo rispetto agli anni precedenti – spiegano dal Cerm – Infatti, già il 26 febbraio 2022 era partita dal Niger raggiungendo l’Italia il 21 marzo. In Sicilia è stata avvistata e fotografata con un partner in un inconfondibile comportamento riproduttivo. Dopo qualche giorno Sara e il suo compagno, probabilmente scacciati da una coppia territoriale di capovaccaio, si sono trasferiti in Basilicata e attualmente nidificano in una cavità utilizzata in passato da un'altra coppia di questi piccoli avvoltoi. È la prima volta che in Europa si ha la certezza che un capovaccaio allevato in cattività e rilasciato in natura nidifichi ed allevi pulcini».
Per seguire Sara gli esperti del progetto Life Egyptian Vulture sfruttano il GPS Microwave Telemetry, che dopo 7 anni è ancora perfettamente funzionante e ha registrato tutte le tappe salienti della sua avventurosa vita: nel 2015, durante la sua prima migrazione autunnale, Sara attraversò il mar Mediterraneo dalla Sicilia alla Libia (un volo di 550 km sul mare senza scalo) e raggiunse i luoghi di svernamento il 21 settembre, dopo aver percorso 3.980 km in 28 giorni.
Durante la migrazione autunnale del 2019 sorvolò l'Isola di Pantelleria assieme a Tobia, un altro capovaccaio allevato in cattività e rilasciato dall'Associazione Cerm nel 2015, ma non nello stesso luogo di rilascio di Sara bensì in Calabria. Durante la migrazione autunnale del 2020, Sara fu osservata di nuovo nell'Isola di Pantelleria, questa volta in compagnia di un capovaccaio nato in natura, al quale ha potuto fare da guida nel suo primo viaggio verso l’Africa. Nell’aprile del 2022 la conferma che era nata una coppia, a luglio quella, importantissima, della nascita di un pulcino.
«La nidificazione dimostra che i programmi di riproduzione in cattività e di rilascio funzionano»
«La nidificazione di Sara dimostra che i programmi di riproduzione in cattività e di rilascio di giovani sono utili per il rafforzamento della popolazione italiana del capovaccaio – sottolinea il Cerm – Un'ottima notizia per la specie e un forte incentivo a continuare queste azioni in Italia».
Il capovaccaio (Neophron percnopterus), come detto, è il più piccolo delle quattro specie di avvoltoi europei (grifone, gipeto e avvoltoio monaco sono le altre tre) ed è anche quello con l’aspetto più singolare, lontano dallo stereotipo dell’avvoltoio. È considerato in pericolo di estinzione secondo la IUCN, e per questo motivo è estremamente protetto e tutelato: il numero totale di esemplari è diminuito di oltre l’80% negli ultimi 50 anni, e la popolazione riproduttiva è confinata in Basilicata, Calabria e Sicilia. Nel 2019 era stata stimata in circa 7-9 coppie in Sicilia e 3-4 coppie nell’Italia peninsulare.