Il Comune di Sanremo si aggiunge alla lista di quelli che consentono la tumulazione degli animali nella tomba di famiglia. Il consiglio comunale della cittadina ligure ha infatti approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal capogruppo della Lega, Daniele Ventimiglia, sulla sepoltura degli animali d’affezione nel loculo o nella tomba degli umani di riferimento.
La possibilità era già garantita dalla legge regionale 15/2020, con cui la giunta del governatore Giovanni Toti ha stabilito che la tumulazione nella tomba di famiglia «delle ceneri degli animali di compagnia o di affezione è possibile, previa cremazione e in urna separata, su richiesta o per volontà del defunto o dei suoi eredi». Ai Comuni viene però rimandata l’attuazione della legge, indicando in particolare i costi di questa operazione.
Il Comune di Sanremo ha stabilito, approvando la proposta di legge, che la sepoltura dell’animale nella tomba di famiglia si potrà fare appunto previa cremazione e in urna separata, su richiesta o per volontà del defunto o dei suoi eredi: «Si tratterebbe di un provvedimento importantissimo sotto plurimi profili – hanno spiegato Ventimiglia, primo firmatario della legge, e i consiglieri Stefano Isaia e Marco Stella – la tumulazione degli animali domestici nella tomba del padrone è un atto di civiltà e, insieme, di riconoscenza verso i nostri animali per la compagnia che ci fanno e l’amore che ci danno ogni giorno».
Le tariffe di tumulazione supplementare per le ceneri degli animali saranno le stesse che si applicano nel caso di tumulazione supplementare delle ceneri di persona, così come previsto già dal Comune di Genova, tra i primi ad approvare un provvedimento che recepisce la legge regionale e la applica sul territorio. La proposta di legge specifica inoltre che la possibilità di seppellire il pet nella tomba di famiglia è estesa solo ad animali di persone già defunte, e non è ammessa per animali appartenenti a persone in vita, una proposta che ha messo d’accordo tutto il consiglio comunale.
Il caso di Loano
A un’ottantina di chilometri di distanza, a Loano, il Comune aveva preso la stessa decisione a fine 2021, ma in questo caso la Diocesi di Albenga e Imperia si era opposta: ««Si prende atto con il rispetto dovuto all’Autorità Civile di tale provvedimento di un’amministrazione locale, tuttavia di fronte a tale norma, innovativa e assai inusuale, in un ambito che tocca profondamente la sensibilità umana e religiosa, diverse persone hanno sollecitato alla Chiesa diocesana una parola d’orientamento generale», aveva scritto la Diocesi in una nota diffusa il primo gennaio, chiarendo l’intenzione di «stimolare una pacata riflessione» e citando poi la Bibbia eSan Francesco D’Assisi per spiegare il proprio punto di vista.
La Diocesi aveva proseguito spiegando che «se è comprensibile l’affetto che alcuni (specialmente i bambini, gli anziani e chi è in solitudine) hanno per gli animali e in particolare per quelli da compagnia, è eccessivo sentire per essi una tenerezza e un rispetto come quelli dovuti agli esseri umani. Oppure, tra il procreare un figlio e il comperare un cane o un gatto per avere compagnia si sceglie questa ultima opzione». Un riferimento alle contestate parole di Papa Francesco, cui Kodami aveva già rivolto un invito a parlare di animali in un modo diverso, anche per spiegare a chi vuole accoglierli quanta responsabilità ci vuole nel farlo.