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Sangue freddo e squame: i rettili

I rettili sono il gruppo di vertebrati terrestri più numeroso in termini di specie e anche uno dei più importanti per la storia della vita sulla Terra. Scopriamo quindi quali sono, che caratteristiche hanno, qual è la loro storia evolutiva e com'è cambiata la classificazione di questo affascinante gruppo animale oggi.

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I rettili sono un gruppo di vertebrati terrestri tradizionalmente considerato una classe al pari di anfibi, mammiferi e uccelli. Essendo però strettamente imparentati proprio con gli uccelli e gli altri dinosauri, dovrebbero essere raggruppati insieme a questi in un'unica categoria, e non in gruppi differenti. Tuttavia continuano ad essere convenzionalmente trattati in maniera separata dagli uccelli per via delle loro caratteristiche fisiche, biologiche ed ecologiche nettamente differenti dai pennuti. Proprio le penne (e le piume) infatti, insieme a tante altre caratteristiche, sono una delle principali e più evidenti differenze tra gli uccelli e i rettili, che hanno invece tra i loro tratti più evidenti la presenza di squame cornee dure come rivestimento protettivo della pelle.

I rettili viventi sono inoltre il gruppo di vertebrati terrestri più numeroso tra tutti, e contano oltre 11,300 specie descritte, superando proprio gli uccelli (circa 11,160 specie). Tutti le specie viventi vengono suddivise in quattro gruppi principali molto diversi tra loro: i rincocefali, che sopravvivono oggi con una sola specie, i testudinati, che include le tartarughe e le testuggini, gli squamati, che raggruppa lucertole e serpenti e infine i coccodrilli. Da un punto di vista evolutivo, i rettili e i loro parenti più stretti, sono stati un gruppo fondamentale nella storia della vita sulla Terra: sono stati i primi infatti a conquistare in maniera definitiva la terraferma, al contrario degli anfibi, ancora oggi fortemente legati all'acqua. La branca della zoologia che studia i rettili è chiamata erpetologia.

Classificazione dei rettili

I rettili vengono oggi inseriti nel grande gruppo dei sauropsidi, che è essenzialmente equivalente alla vecchia classe Reptilia con l'aggiunta degli uccelli. In questo modo il raggruppamento include tutti gli antenati comuni tra rettili e uccelli e i loro diretti discendenti sull'albero filogenetico della vita, senza escludere nessuno, come invece avveniva con la classificazione tradizionale che separava i due gruppi e non rispettava la parentela effettiva.

A loro volta tutti i sauropsidi moderni vengono suddivisi in altri due grossi gruppi, i lepidosauromorfi e gli arcosauromorfi, che includono tutte le specie viventi comunemente chiamate rettili e gli uccelli, che sono così suddivisi nei vari ordini:

Lepidosauromorfi

  • Rincocefali, che include una sola specie attualmente vivente endemica della Nuova Zelanda, il tuatara (Sphenodon punctatus);
  • Squamati, il gruppo più numeroso, che unisce tutte le lucertole, i serpenti e le anfisbene, per un totale di oltre 11mila specie conosciute;

Arcosauromorfi

  • Testudinati, chiamati anche cheloni, che unisce tutte le testuggini e le tartarughe, con circa 360 specie conosciute;
  • Coccodrilli, il gruppo formato da alligatori, coccodrilli, gaviali e caimani, 27 specie attualmente viventi;
  • Aves, il raggruppamento che include tutti gli uccelli;

Se i rapporti di parentela tra la maggior parte dei rettili e gli uccelli sono piuttosto chiari e consolidati da tempo, la posizione di tartarughe e testuggini non è ancora del tutto condivisa, ed è spesso oggetto di discussioni e rivisitazioni. C'è chi le considera vicine a coccodrilli e uccelli e chi invece ritiene debbano essere escluse e inserite in un raggruppamento a parte.

Origine ed evoluzione dei rettili

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Un geco comune (Tarentola mauritanica), la specie di geco più diffusa in Italia

I primi rettili sono comparsi sulla Terra nel tardo Carbonifero, circa 310-320 milioni di anni fa, quando a partire dai tetrapodi rettilomorfi si è sviluppata la biforcazione evolutiva che ha dato origine da un lato al ramo dei sauropsidi, inclusi i rettili quindi, e dall'altro a quello dei sinapsidi, il gruppo che porterà poi ai mammiferi attuali. Inizialmente i rettili erano un gruppo piccolo e ai margini degli ecosistemi, oscurati da altri tetrapodi più grossi e numerosi in termini di specie. Quando però ci fu il cosiddetto crollo delle foreste pluviali del Carbonifero, circa 305 milioni di anni fa, l'ambiente cambiò molto diventando più secco, le foreste umide si frammentarono e la maggior parte dei tetrapodi primitivi più diffusi, ancora legati all'acqua, si estinsero.

In quel periodo iniziò l'ascesa dei rettili, che essendo più adatti al nuovo ambiente più secco, occuparono nuove nicchie, e diedero origine a tante nuove forme e specie, che divennero rapidamente, insieme ai sinapsidi, le forme dominanti del pianeta e posero le basi per la cosiddetta Era dei rettili: il Mesozoico, iniziato circa 250 milioni di anni fa. L'era dei rettili iniziò, però, successivamente a un altro grande evento che spianò definitivamente loro la strada: la grande estinzione di massa del Permiano, la più enorme e catastrofica tra tutte. Circa 251 milioni di anni fa la vita rischiò di sparire per sempre dalla faccia della Terra. Alla fine del Permiano si estinsero infatti oltre l'80% delle specie marine e circa il 70% di quelle terrestri.

Nel Mesozoico i rettili divennero i dominatori incontrastati del pianeta, e diedero origine alla maggior parte dei gruppi e delle forme di arcosauromorfi e lepidosauromorfi che sono arrivate fino a noi. Conquistarono tutti gli ambienti possibili: terra, acqua e persino i cieli. Tra i rettili del Mesozoico comparvero infatti alcuni tra gli animali più affascinanti e iconici che abbiano mai vissuto su questo pianeta, come gli ittiosauri e i mosasauri oppure gli alati pterosauri, ma soprattutto è proprio nell'era mesozoica che comparvero e conquistarono la Terra i maestosi e giganteschi dinosauri, compresi gli uccelli. Ma questa è un'altra storia, e con la famosa estinzione di massa, avvenuta 66 milioni di fa alla fine del Cretacico, rettili e dinosauri subirono un forte calo che portò all'estinzione di buona parte delle specie, lasciando campo libero a noi mammiferi. Sopravvissero solo gli uccelli e i gruppi di rettili che ancora oggi camminano e strisciano tra noi.

Caratteristiche e riproduzione

I rettili sono stati tra i primi gruppi animali a svincolarsi completamente dall'ambiente acquatico, e questo è stato possibile grazie a una serie di caratteristiche e adattamenti unici. A differenza degli anfibi la loro pelle non umida e traspirante, ma è ricoperta e protetta da un'epidermide cornea molto spessa, composta da squame o placche. Queste rendono la pelle impermeabile e meno sensibile all'evaporazione, consentendo a questi animali di vivere anche in luoghi molto secchi e caldi. Ma il più importante segreto dietro il successo evolutivo dei rettili è nel loro uovo. I sinapsidi e i sauropsidi, di cui fanno parte i rettili, sono i primi vertebrati terrestri a essere definiti amnioti. Il loro uovo, diversamente da quello degli anfibi, è protetto da un guscio rigido, spesso calcareo, che protegge dalla disidratazione. Inoltre al suo interno ci sono diverse membrane, tra cui appunto l'amnios, che proteggono ulteriormente l'embrione. Grazie a queste preziose innovazioni i rettili possono deporre le loro uova anche fuori dall'acqua e in luoghi caldi, e il loro sviluppo embrionale può così essere più lungo e privo di uno stadio larvale. Tutte caratteristiche assenti in quasi tutti gli anfibi, che sono quindi ancora fortemente legati all'acqua per la riproduzione e lo sviluppo.

I rettili restano comunque animali ectotermi, cosiddetti a sangue freddo, e il loro metabolismo è quindi fortemente influenzato e limitato dalla temperatura ambientale nella maggior parte delle specie. Per poter regolare la propria temperatura corporea hanno bisogno di continui bagni di sole, comportamento che viene chiamato anche sunning o basking. Le altre caratteristiche all'interno dei vari sottogruppi sono molto variabili, basti pensare che i coccodrilli sono evolutivamente più vicini agli uccelli che a tutti gli altri rettili viventi. Esistono, per esempio, tutte le possibili strategie riproduttive, dall'oviparità, diffusa in buona parte dei rettili, alla viviparità, presente in diverse specie di lucertole e serpenti. Le femmine di alcune specie sono persino in grado di riprodursi da sole senza la fecondazione del maschio. Questo particolarissimo modo di riprodursi, che permette alle femmine di produrre copie di se stessa a partire da un uovo non fecondato, è chiamato partenogenesi.

Anche la determinazione del sesso dei nuovi nati è regolata in modi differenti nei vari sottogruppi. In coccodrilli e tartarughe, ma anche diverse lucertole, è la temperatura a decidere il sesso del nascituro. Le alte temperature fanno nascere femmine nelle tartarughe e maschi invece per i coccodrilli. Questo meccanismo di determinazione del sesso svolge un ruolo chiave per la conservazione delle specie. Diversi studi hanno infatti dimostrato che l'aumento delle temperature a causa del riscaldamento globale potrebbe portare a drammatici squilibri numerici nel rapporto tra maschi e femmine nei nuovi nati.

Distribuzione e habitat

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Un esemplare di camaleonte indiano (Chamaeleo zeylanicus)

I rettili hanno una distribuzione molto vasta, e sono presenti praticamente in tutti i continenti e gli habitat, a eccezione dell'Antartide e delle aree più fredde intorno al Polo Nord. La loro diffusione è chiaramente fortemente influenzata dalla termoregolazione ectotermica, e le aree più calde del pianeta sono quindi quelle con una maggiore diversità in termini di specie. Quelli che vivono in climi temperati o con forte stagionalità hanno sviluppato diverse strategie per superare l'inverno simili al letargo.

La maggior parte delle specie vive in habitat terrestri, dalle foreste equatoriali, ai deserti, passando per ambienti acquatici d'acqua dolce come fiumi e laghi. Ci sono poi alcuni gruppi che si sono adattati alla perfezione anche all'ambiente marino. A partire dalle tartarughe marine (sette specie in totale) ovviamente, che vivono la loro intera esistenza in mare aperto e ritornano sulla terraferma solamente per deporre le uova. Ma ci sono anche altre specie che si trovano decisamente bene nell'acqua salata, come le iguane marine delle Galapagos (Amblyrhynchus cristatus), il coccodrillo marino (Crocodylus porosus) o i serpenti marini, un gruppo di circa 70 specie velenose diffuse tra l'oceano Indiano e il Pacifico Occidentale.

Elenco dei rettili

Scopriamo adesso quali sono e come vivono alcune tra le specie di rettili più diffuse o particolari.

Tuatara (Sphenodon punctatus)

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Il tuatara (Sphenodon punctatus) è forse il rettile più particolare tra tutti. Vive esclusivamente in Nuova Zelanda, e sebbene possa sembrare una sorta di iguana è in realtà l'ultimo rappresentante di una linea evolutiva separata e molto diversa da tutti gli altri rettili: i rincocefali. Tutte le altre specie di questo antico gruppo si sono ormai estinte e proprio per la sua unicità evolutiva è particolarmente protetto. A differenza di molti altri animali a sangue freddo è molto attivo di notte e con temperature insolitamente basse per un ectotermo, e mangiano soprattutto invertebrati e piccoli anfibi, uccelli o uova. Si riproducono molto lentamente, e le femmine depongono le uova mediamente ogni quattro anni.

Tartaruga liuto (Dermochelys coriacea)

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La tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) e la più grossa tra tutte le specie di tartarughe marine del mondo. Il carapace può essere lungo oltre 2 metri e possono arrivare a pesare quasi una tonnellata. Di tutte le tartarughe marine è quella con la distribuzione più ampia, la si può incontrare praticamente in tutti i mari del mondo, anche se le popolazioni più numerose sono negli oceani Atlantico e Pacifico. Mangiano quasi esclusivamente meduse e sono purtroppo seriamente minacciate di estinzione. Poiché il loro numero è fortemente calato negli ultimi decenni l'IUCN l'ha inserita nella categoria Vulnerabile della sua Lista Rossa delle specie minacciate.

Testuggine di Hermann (Testudo hermanni)

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La testuggine di Hermmann (Testudo hermanni), spesso conosciuta semplicemente come tartaruga di terra, è l'unica specie di testuggine autoctona dell'Italia. È un rettile endemico dell'Europa meridionale, dove vive con diverse popolazioni frammentate nei paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo. Frequenta prevalentemente habitat costieri, con vegetazione bassa e macchia, ma può vivere anche in ambienti boschivi collinari. È una delle specie più diffuse in cattività e questo, purtroppo, ha contribuito al declino delle popolazioni in natura, insieme a tutti gli altri fattori di disturbo legati alla distruzione degli habitat e alle attività umane. Per questi motivi l'allevamento e la detenzione sono regolamentati da numerose norme e convenzioni che cercano di contrastare il prelievo in natura e controllarne il commercio.

Blano cenerino (Blanus cinereus)

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Il blano cenerino (Blanus cinereus) fa parte certamente del gruppo di rettili meno conosciuti tra tutti: le anfisbene. Sono imparentati a serpenti e lucertole ma hanno sviluppato una serie di caratteristiche davvero singolari. Come i serpenti quasi tutte le anfisbene hanno perso gli arti, e possiedono un aspetto vermiforme legato alle loro abitudini di vita fossorie. La maggior parte delle specie vivono in Sudamerica e in Africa tropicale ma ce ne sono alcune molto vicine a noi. Il blano cenerino, infatti, è endemico della penisola iberica, dove si ciba principalmente da insetti e larve che trova sottoterra.

Lucertola campestre (Podarcis siculus)

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Le lucertole sono i rettili modello base per eccellenza. Ne esistono tantissime specie in tutto il mondo, e quella campestre (Podarcis siculus) è sicuramente la più comune e diffusa in Italia. È facilissimo incontrarla mentre è sopita al sole con occhi semichiusi. Questa lucertola è talmente diffusa in Italia che ha sviluppato moltissime varietà o sottospecie locali incredibilmente diverse tra loro, che vanno da una colorazione quasi completamente bruna fino ad arrivare all'azzurro acceso. Mangiano soprattuto insetti e altri piccoli invertebrati, che catturano con agili e insospettabili scatti.

Drago di Komodo (Varanus komodoensis)

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Il drago o varano di Komodo (Varanus komodoensis) è la lucertola più grossa del pianeta, e vive in poche isole remote dell'Indonesia, tra cui proprio Komodo. Può arrivare fino a 3 metri di lunghezza e grazie al suo morso velenoso può catturare animali ancora più grossi di lui, come cervi e bufali. Può però nutrirsi anche carogne e sono stati registrati persino attacchi in gruppo coordinati, cosa molto poco comune tra i rettili. Purtroppo il drago di Komodo non se la passa molto bene ed considerato Vulnerabile dall'IUCN. Bracconaggio e la perdita di habitat legato alle attività umane sono le minacce principali per questa specie.

Iguana marina (Amblyrhynchus cristatus)

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Le iguane marine (Amblyrhynchus cristatus) sono l'unica specie di sauro al mondo adattata perfettamente alla vita marina. Vivono solamente alle Galapagos, dove mangiano quasi esclusivamente alghe, altra caratteristica piuttosto rara tra i rettili, che difficilmente seguono una dieta erbivora. Le strappano dalle rocce sui fondali immergendosi fino a 30 metri di profondità e trattenendo il respiro anche per mezz'ora o più. Passando molto tempo in mare ingeriscono grosse quantità di sale durante l'alimentazione. Riescono però a espellerlo dalle narici grazie a delle speciali ghiandole esocrine. Quando lo fanno emettono una specie di fragoroso e curioso starnuto.

Biacco (Hierophis viridiflavus)

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I serpenti sono forse i rettili più temuti e amati tra tutti. Al mondo ne esistono circa 4mila specie, adattate a ogni tipo di ambiente. In Italia una delle più comuni è il biacco, che è un serpente non velenoso che come quasi tutti i colubridi si nutre soprattuto di piccoli animali come rane, lucertole e roditori. Frequenta sia ambienti rurali e naturali che quelli urbani, e non è così difficile incontrarlo in parchi e giardini. Di recente la popolazione italiana è stata riclassificata in due specie seprate: il biacco comune (Hierophis viridiflavus), distribuito soprattutto nelle regioni centro-settentrionali occidentali, e il biacco melanico (Hierophis carbonarius), diffuso nel resto d'Italia e dalla colorazione completamente nera.

Cobra reale (Ophiophagus hannah)

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Il cobra reale (Ophiophagus hannah) è diffuso in India e in vari paesi del Sud-est asiatico, dove è spesso raffigurato nella cultura e nel simbolismo delle tradizioni srilankesi e indiane. È un serpente molto velenoso e il suo veleno è composto da tossine che colpiscono principalmente il sistema nervoso centrale, e possono portare chi viene colpito in uno stato di coma o addirittura alla morte. I morsi però non sempre rilasciano una quantità fatale di veleno, come succede anche per le vipere, e l'antidoto e il rapido intervento medico possono essere del tutto risolutivi. È una specie minacciata e la sua uccisione in India può essere punita anche col carcere.

Pitone reticolato (Python reticulatus)

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Il pitone reticolato (Python reticulatus) con i suoi oltre 6 metri di lunghezza è il serpente più lungo al mondo. Come quasi tutti gli altri serpenti è in grado di inghiottire prede enormi, grosse addirittura come i cervi. Ciò è possibile perché questi animali sono dotati di una mandibola disarticolata che permette loro di spalancare e allargare la bocca a dismisura. Vive ne Sud-est asiatico dove, nonostante il bracconaggio e la caccia, non è fortunatamente considerato a rischio estinzione. È anche un ottimo nuotatore e questo gli ha permesso di colonizzare numerose isole.

Coccodrillo marino (Crocodylus porosus)

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Il coccodrillo marino (Crocodylus porosus) è diffuso lungo le coste e tra le paludi salmastre di India, Sud-est asiatico e Australia settentrionale, e i maschi sono mediamente lunghi dai 4,3 e i 4,9 metri. Ma tra i villaggi locali girano voci di esemplari mostruosi che superano persino i 7 metri di lunghezza. Oltre a essere il più grosso tra tutti i coccodrilli è un predatore eccezionale, ma può rappresentare anche un pericolo per le persone che vivono a stretto contatto con loro. Gli incidenti ogni anno sono molto numerosi e spesso anche mortali. Sono all'apice della piramide trofica e mangiano qualsiasi cosa riescano a catturare col loro potentissimo morso.

Coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus)

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Anche i coccodrilli del Nilo (Crocodylus niloticus) sono super-predatori, e vivono in quasi tutti gli specchi d'acqua dolce delle savane dell'Africa sub-sahariana. Cacciano spesso animali di grosse dimensioni come gnu, bufali, zebre o antilopi, soprattutto quando le grosse mandrie devono attraversare i fiumi durante le loro migrazioni stagionali. Quando afferrano una grossa preda ruotano su loro stessi per poter staccare pezzi più piccoli e inghiottirli con maggiore facilità. Durata la stagione degli amori i maschi corteggiano le femmine emettendo curiosi versi simili a muggiti, soffiando l'acqua dalle narici e facendo vibrare l'acqua sul dorso con una bizzarra e insolita danza.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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