Il pericolo è il suo mestiere. E spesso, quel pericolo, lo affronta di petto, con un tuffo che lo fa letteralmente volare tanto che il suo soprannome è "il cane volante". Ed effettivamente è proprio quello che sembra quando lo vedi lanciarsi dal parapetto dell’imbarcazione della Guardia Costiera, dritto in mare, come un fulmine. Nessuna paura dell’acqua, dell’ignoto, della velocità con cui la barca si muove veloce in mare. Nessun timore, solo l’improvvisa irresistibile voglia di quel tuffo al fianco del suo umano di riferimento per soccorrere chi, in acqua, è chiaramente in difficoltà. Per Sam, Labrador di undici anni bianco come la neve, la vita è anche quella: tra le onde del mare. «Non è facile diventare un cane bagnino brevettato dalla SICS, Scuola Italiana cani da salvataggio – spiega Andrea Barone che, con la moglie Maria Antonietta, ha affrontato il lungo percorso per diventare addestratore ed ora è il responsabile locale della scuola in Calabria – Ci vuole pazienza, passione e molta dedizione. Ma Sam è un cane eccezionale. Lo abbiamo capito subito, appena è arrivato da noi».
Sam, un super “cane bagnino” e testimone di nozze
Tanto eccezionale da aver preso parte a decine e decine di salvataggi, da lanciarsi fra le onde senza remore, da partecipare ad esercitazioni complicate e di grande resistenza come le simulazioni di salvataggio con la Guardia Costiera, malgrado la rottura dei legamenti e le due protesi al titanio nelle ginocchia. Tanto eccezionale da farsi testimonial delle buone pratiche nei confronti dei mari e degli oceani davanti ad una platea di circa 200 bambini, paziente e disponibile alle carezze. «Ma per noi Sam è rimasto sempre il cagnone bianco con un enorme fiocco al collo in prima fila in chiesa mentre ci sposavamo», racconta Maria Antonietta che custodisce gelosamente un archivio di migliaia di foto di Sam. «Lui è stato il vero e proprio collante della nostra storia d’amore. Solo quando è arrivato Sam abbiamo cominciato a sentirci davvero una famiglia».
La grande famiglia SICS Scuola Italiana Cani Salvataggio
E proprio grazie alle straordinarie capacità di Sam è nata anche l’idea di entrare a far parte della grande famiglia SICS, aderendo ad un progetto di volontariato a sfondo sociale che è diventato con gli anni il vero cemento dell’unione tra cane e umani. «Abbiamo prima preso il brevetto di conduttori, poi siamo diventati volontari e infine istruttori. Ma quello che più conta abbiamo trovato un grande gruppo e partecipato a bellissimi progetti», spiega ancora Maria Antonietta parlando della SICS, grande organizzazione mondiale che si occupa della preparazione dei cani da salvataggio nautico, nata 30 anni fa grazie all’intuizione e all’impegno di Ferruccio Pilenga, proprietario di Mas, il primo Terranova con brevetto dell’associazione. Impegnata anche all'estero nella formazione di gruppi cinofili stranieri, in particolare, negli Stati Uniti, in Germania, in Spagna, in Francia, SICS può contare su una media di 33 vite umane salvate ogni anno. In affiancamento alla Guardia Costiera e ai tradizionali presidi di sicurezza balneare, rappresenta ogni estate su moltissime spiagge italiane un vero e proprio baluardo per la sicurezza balneare nazionale. Sam, che con SICS ha partecipato ad ogni tipo di intervento, assieme ai suoi compagni umani costituisce una delle 400 unità cinofile operative su tutto il territorio italiano.
Il binomio uomo/cane: corsetto rosso fuoco e poi in mare
«Anche in questo Sam è un cane davvero speciale. Di solito ognuno di loro ha un conduttore con cui fa coppia fissa, perché la simbiosi deve essere totale. Sam invece riesce ad essere sempre pronto sia con me sia con mia moglie – spiega Andrea – Ha fatto, unico cane in Italia, la doppia accademia di preparazione per il brevetto, ed ora è operativo con tutti e due». «Un salvataggio insieme è davvero una sensazione unica – aggiunge Maria Antonietta – La prima volta che è accaduto, a Sovereto, recuperando un ragazzo che si era allontanato dalla riva col materassino, ho avuto una sensazione pazzesca: sentivo il suo fiato, sentivo la sua presenza. Improvvisamente non ho più avuto il pensiero di doverlo gestire. Ho capito davvero cos’è il binomio uomo/cane: sentono la nostra adrenalina, capiscono improvvisamente che non è più un gioco e che si fa sul serio». Uno dei momenti più belli per Sam è quello in cui capisce che si sta per uscire. «Appena vede il suo corsetto rosso pronto per essere indossato si mette subito in azione. Rimane fermo immobile in attesa di essere vestito – racconta Andrea – e anche quando arriviamo al porto per salire sulle imbarcazioni della Guardia Costiera rimane compostissimo sulla banchina in attesa del cenno del capitano che gli indica di salire. In barca poi è sempre seduto al suo posto, fino a quando non riceve l'ok per tuffarsi». Da qualche anno Sam è accompagnato nelle sue attività da Zoe, un’altra Labrador arrivata in famiglia qualche anno dopo di lui. «Quasi tutti le unità cinofile iniziano con un cane e finiscono per prendere il secondo. Noi abbiamo scelto Zoe dopo averla vista appena nata a Roma. Anche lei ha seguito l’addestramento ed ora esce in coppia con me oppure con mia moglie. Per noi è come se fosse una seconda figlia. Non è coraggiosa come Sam ma è perfetta per i turni sulla spiaggia».
Il lavoro insieme frutto di una relazione tra uomo e cane
Il lavoro inizia con un periodo in cui cane e umano si esercitano alla loro reciproca conoscenza. «É un momento considerato fondamentale. Solo quando si è raggiunta una relazione veramente strettissima tra uomo e cane, si passa all’acqua. Qui si comincia dalla riva, con i giochi che servono a superare i primi timori di entrare in acqua. Poi si comincia a nuotare allontanandosi dalla battigia fino anche a 200 metri di distanza. Quando l’istruttore vede che la coppia funziona anche in acqua, si passa alla fase tre che consiste in un addestramento finale di una settimana a stretto contatto con alcuni esperti di nautica e un motivatore. Ovviamente si devono imparare anche gli elementi di pronto soccorso. Per avere il brevetto si deve infine superare un esame».
In acqua con i non vedenti
Ad ogni modo, brevetto o no, la più felice di casa per la presenza di Sam e Zoe è sicuramente Morgana, arrivata sette anni fa. «Il problema è che lei pensa di essere un cane – confessa Andrea – Ha imparato a camminare appendendosi al pelo di Sam: ormai vivono tutti e tre in completa simbiosi». «Educare i bambini al rispetto e alla conoscenza del mare attraverso il lavoro che facciamo con i nostri cani è una delle grandi possibilità che mi ha offerto la SICS – conclude Maria Antonietta – anche se una delle iniziative più commoventi a cui abbiamo partecipato è stato qualche anno fa, quando abbiamo accompagnato in spiaggia un gruppo di non vedenti. Grazie alla fiducia che questi cani hanno saputo infondergli sono entrati in acqua e hanno fatto il bagno abbracciati. Vederli nuotare con i nostri cani, aggrappati alle maniglie dei loro corsetti, rilassandosi completamente in acqua senza più nessuna paura, è stata un’esperienza indimenticabile».