Iulia, insieme al suo compagno e a due cani meticci, viveva sotto il ponte del Sangone, il fiume che attraversa Nichelino, un Comune in provincia di Torino. La sua vita è terminata con una morte improvvisa proprio in quel fiume nel quale il suo corpo è stato ritrovato senza vita a ottobre. Un destino tragico che però ha risparmiato i suoi cani che sono stati recuperati e salvati proprio come lei avrebbe voluto. Un intervento complicato che è stato realizzato dall’Ufficio Tutela animali del Comune che della signora si occupava da tempo.
«Conobbi Iulia nel 2015 – racconta a Kodami l’assessore alle politiche animaliste, Fiodor Verzola – anno in cui con un’altra associazione cominciammo a interessarci a lei perché ci avevano segnalato la sua presenza sotto il ponte del Sangone. Quando andammo a parlarle, scoprimmo che era una cittadina rumena che aveva avuto lo sfratto dal Comune di Torino e che aveva trovato dimora, se così si può dire, sotto quel ponte. A partire da quell’anno abbiamo avviato tutta una serie di attività per starle vicino, fornendole supporto anche per trovarle una nuova casa, cosa che però lei ha sempre rifiutato. Nel momento, poi, in cui abbiamo saputo che aveva preso con sé due cani, come Ufficio tutela animali ci siamo dedicati insieme con l’Enpa anche a loro».
Purtroppo a ottobre la signora è deceduta e il suo corpo è stato trascinato probabilmente da una piena del fiume che avrebbe prima o poi potuto coinvolgere anche i cani, se non recuperati in tempo: «È stata una brutta vicenda, che però abbiamo continuato a monitorare. Nel momento in cui Iulia è stata identificata, infatti, ho deciso di non perdere tempo e di andare a vedere se il compagno si stesse occupando dei cani, ma arrivati abbiamo trovato una situazione decisamente critica. Uno era legato a catena ed era molto diffidente, l’altro, invece, era al contrario molto docile e collaborativo. Fatto sta che alla fine siamo riusciti a portarli via con noi. Ora i due animali sono al canile sanitario gestito dall’Enpa e dopo le verifiche del caso potranno trovare una nuova adozione».
L’ufficio tutela animali di Nichelino è il punto di riferimento dei pet mate della città anche perché le persone sanno che non si tratta di un semplice ufficio informazioni. «L’ho voluto costituire personalmente, ma con l’idea ben precisa di renderlo uno strumento operativo. L’ufficio è, infatti, nato su delibera comunale e questo significa che al suo interno non c’è nessuno che lavora su base volontaria, ma sono tutti dipendenti comunali che ho personalmente formato, essendo educatore cinofilo. Si tratta pertanto di persone che hanno acquisto competenze sul campo e con le quali io intervengo sempre in prima persona, perché credo che per fare davvero qualcosa di utile sia necessario sporcarsi le mani e non riempiersi solamente la bocca di paroloni».
Nessuno nasce esperto, come si dice, e anche per Verzola è stato lo stesso: «Anch’io sono partito dalla passione per gli animali, ma andando avanti mi sono convinto che ci fosse un gran bisogno di politiche sociali sugli animali, perché loro vivono con noi e le istituzioni devono cominciare a fare politiche che permettano una più facile coesistenza uomo-cane. Per questo motivo ho deciso di diventare educatore cinofilo perché lavorando già in politica per il benessere animale, diventava sempre più chiaro che per occuparsene al meglio erano necessarie delle competenze specifiche su queste tematiche. Da queste premesse è nato l’Ufficio tutela animali che oltre a difendere i diritti degli animali, ha l’ambizione soprattutto di fornire strumenti per amplificare la convivenza pacifica umano animale e non solo quello domestico, visto che il nostro Comune è nel territorio del Parco di Stupinigi e pertanto vanno considerati anche gli animali selvatici».
L’approccio metodologico ed etologico non è solo a parole, ma prevede una serie di iniziative. «Abbiamo avviato il servizio gratuito di microchippatura dei felini di proprietà per prevenire il randagismo felino e anche il furto. Più spesso di quello che ci si immagini, infatti, anche se in buon fede, succede che persone che vedono un gatto passeggiare, pensano di doverlo salvare a tutti i costi, non considerando che quel micio possa essere di qualcuno e, soprattutto, abbia tutto il diritto di passeggiare alla scoperta del mondo. Purtroppo, la Regione Piemonte non ha ancora imposto l’obbligo del microchip felino e quindi ogni Comune deve fare da sé».
Sempre a proposito di gatti, l’Ufficio ha tra le sue attività la gestione totale delle colonie feline: «Credo di essere l’unico o uno dei pochissimi Comuni che si occupa in toto delle colonie feline sparse sul territorio. Ne abbiamo una quarantina e ci occupiamo del censimento, della sterilizzazione e del monitoraggio della popolazione felina, ma una cosa che ho scoperto che in pochi fanno, forniamo ai 40 tutor che se ne occupano a nome del Comune, la quantità di cibo che serve per tutti i gatti».
Recentemente è stato avviato anche un corso di mantrailing sportivo che poi si tradurrà in un nucleo operativo di ricerca persone e anche di esche avvelenate: «Facciamo molti progetti sugli interventi assistiti con gli animali. E ci interessano particolarmente quelli con le scuole. Quest’anno partirà un progetto sperimentale nuovo improntato al prevenire il disagio giovanile in una fase precisa, ovvero quella del passaggio dalla terza media alla prima superiore, cercando grazie all’aiuto dei cani di andare ad anticipare i comportamenti a rischio che possono apparire in quella delicatissima fase. Si chiama "Mi fido di te" e prevede un ciclo di incontri settimanali nella classi prime dei nostri licei».
Un’altra battaglia alla quale Verzola tiene molto è l'orribile pratica dei cani tenuti a catena: «A questo riguardo ho modificato l’Art.18 del nostro Regolamento comunale che, vietava sì la pratica, ma dava però alcune condizioni per le quali diventava possibile. Ecco, io ho cancellato le condizioni, in modo che la norma non sia più interpretabile e si capisca soltanto che la pratica è vietata. Cercando di uniformarmi a quello che hanno già fatto la Regione Toscana, Lombardia e Lazio, a differenza di quello che non ha fatto ancora la Regione Piemonte, ho deciso di costituire un fronte unito di tutti i Comuni del territorio che abbiano un assessorato alle politiche animali per vedere se riusciamo a farci ascoltare di più a livello regionale».
Pur, infatti, cambiando la sensibilità, questa triste realtà esiste ancora sul territorio piemontese e oltre ad essere assolutamente non etica, porta a far sviluppare nei cani comportamenti che possono sfociare in stereotipie o comportamenti aggressivi: «Privare un cane dei comportamenti tipici della propria specie è chiaramente un maltrattamento etologico che purtroppo in Italia non è disciplinato da nessuna legge. Per questo abbiamo modificato il Regolamento. Una regola che, però, non vuole avere un carattere esclusivamente inibitorio e sanzionatorio, ma più che altro di prevenzione di incidenti e dinamiche comportamentali gravi».
L’ufficio tutela animali di Nichelino, insomma, investe sulle politiche animali soprattutto da un punto di vista etologico perché, come sappiamo, l’amore da solo non basta: «Anch’io chiaramente parto da questo, ma poi se davvero capisci cosa vuol dire amare gli animali ti accorgi che il solo sentimento non è sufficiente a garantire il loro benessere; serve studiare e acquisire delle competenze perché senza si possono fare dei danni irrecuperabili. In quest’ottica partirà tra dicembre e gennaio un corso completamente gratuito per i cittadini, i posti saranno una sessantina, di alfabetizzazione cinofila, iniziativa che ci permetterà di proseguire nella nostra battaglia all’ignoranza cinofila che caratterizza una buona parte della politica».