Era in mezzo alla neve e non riusciva più a volare. Quando una donna l’ha vista ha subito chiamato i Forestali che l’hanno salvata. Protagonista di questa storia è un’aquila reale, che ora sarà rimessa in sesto nel Cras Lipu di Trento. Il fatto è successo a Soraga, in Val di Fassa. A intervenire, recuperando l’esemplare di Aquila Chrysaetos, è stato il personale della stazione forestale di Pozza di Fassa.
L'animale aveva un problema alle ali e non era in condizioni di poter restare in libertà. Per questo i Forestali l'hanno presa e portata nel Centro di recupero degli animali selvatici. Potrà restare lì quanto necessario a farla riprendere. Questa storia ricorda molto quella che ha visto protagonista, giusto qualche mese fa, un'altra aquila. Era rimasta intrappolata in una rete elettrificata messa per cercare di evitare che i lupi si infilino tra greggi e mandrie. L'esemplare, dopo un mese e mezzo di cure, lo scorso mese di agosto, ha poi guadagnato la libertà.
Il grande rapace, in questo caso, era stato soccorso in condizioni gravissime dal personale della stazione forestale di Canal San Bovo e dal guardacaccia dell'associazione cacciatori, su segnalazione di un pastore che l’aveva trovata ferita. L'aquila era stata immediatamente trasferita al centro Cras Lipu di Trento, dove le ferite erano apparse subito gravi in quanto interessavano i tendini delle ali.
I veterinari l’hanno aiutata sin dal primo attimo: per tutta la degenza è stata seguita e curata costantemente, migliorando pian piano, giorno dopo giorno. Un lavoro di squadra l’ha salvata. Il grande esemplare, di quasi 6 kg, femmina, è stato liberato nella zona di ritrovamento, a Malga Fiamena sopra Caoria.
In Italia ci sono quattro popolazioni di aquile distribuite su Alpi, Appennino, Sicilia e Sardegna. Sugli Appennini la densità è inferiore, probabilmente a causa della persecuzione e della minore disponibilità alimentare. Si tratta di un carnivoro, che caccia roditori, lepri, volpi, piccoli ungulati e rettili. Oltre alle prede vive le aquile reali si nutrono spesso di carogne, seguendo i corvi e altri animali “spazzini” per un pasto. Catturano anche pesci, rapinano nidi e rubano cibo ad altri uccelli. Si tratta di uno dei maggiori predatori che vola sui cieli italiani.