I lamenti provenienti dal giardino. Un giovane che nonostante fosse notte decide di uscire per prestare soccorso a un animale. Una volpe di circa un anno è stata salvata a Taviano, in provincia di Lecce, dopo che la sua coda era rimasta tranciata, probabilmente da una tagliola o da un cancello automatico. “Sindrome da schiacciamento”, è stata la diagnosi del veterinario, il dott. Gianluca Nocco, una volta esaminata la coda e in particolare le condizioni delle vertebre caudali.
Ma a meritare di essere raccontato è soprattutto il comportamento dell’animale. Quando il ragazzo ha provato ad avvicinarsi alla volpe, la piccola nel piagnucolare sembrava proprio chiedere il suo aiuto. La coda, così combinata, era sporca e sanguinante. Doveva farle davvero tanto male. La volpe era sofferente ma si lasciava addirittura manipolare, a dimostrazione della fiducia immediatamente riposta in quell’essere umano, unica sua speranza di salvezza nel buio della notte. Il ragazzo ha aperto la porta di un capannone di sua proprietà e la piccola si è rifugiata all'interno, accoccolata in un angolo.
Il mattino seguente sono partite subito le chiamate ai soccorsi. Una breve ricerca sul web e la chiamata al Centro Recupero Fauna Selvatica Omeoterma di Calimera. I contatti erano facilmente reperibili sul web. I volontari, dalla loro base presso il Museo di Storia Naturale del Salento, si sono messi in movimento. Sara Mariello, con il prezioso contributo di Umberto Antonio Fedele delle Guardie per l’Ambiente, ha fatto sì che la volpe, attraverso una staffetta, arrivasse al Cras. «Lungo il tragitto, dal trasportino, mordeva anche l’aria», ci raccontano. Un atteggiamento del tutto normale, naturalmente.
A Calimera il veterinario ha provveduto a sedare l’animale procedendo con l’amputazione di un pezzo di coda, eliminando la parte infetta vicina alla necrosi. Un ricovero lampo che nel giro di due giorni le ha consentito di essere curata. La decisione è stata quella di restituirle la libertà nelle sue campagne, la zona a lei più familiare. Già sulla strada del ritorno la volpe è sembrata di nuovo rilassarsi.
«Curiamo circa una cinquantina di volpi ogni anno – spiega a Kodami Simona Potenza, Responsabile uccelli e mammiferi del Cras di Calimera – la maggior parte delle volte si tratta di giovani nel periodo degli accoppiamenti. Perlopiù si tratta di traumi da investimento (un allarme di cui Kodami aveva già parlato lo scorso febbraio). Spesso capita di trovare cuccioli la cui madre è stata uccisa, magari attraversando insieme la strada. L’anno scorso un cucciolo è stato recuperato sulla statale. Se ne stava accanto alla mamma e al fratellino morti investiti. Oppure capitano volpi che hanno subito aggressioni da parte di cani perché si sono avventurate in terreni privati. Purtroppo in giro non c’è molto cibo. Loro si avvicinano alla case alla ricerca di qualcosa. Fino a quando rubano un po’ di cibo dalle ciotole gatti non ci sono grossi problemi. Se le ciotole invece sono dei cani spesso finisce male. Una volpe pesa appena 5 kg, il morso di un cane può essere letale».
«Il nostro territorio è poverissimo di mammiferi carnivori – prosegue la responsabile – sono le conseguenze di un ambiente fortemente antropizzato. Rete stradale e monoculture caratterizzano il paesaggio: grano, ulivo o vite. Una caratteristica che impoverisce il terreno sia da un punto di vista floristico che faunistico. La volpe, per sua fortuna, si alimenta un po’ di tutto, riesce a cavarsela con gli scarti dell’alimentazione umana o delle colonie feline. Loro riescono a giostrarsela in questo modo, un po’ come fanno i ricci che approfittano delle ciotole dei gatti. Altri aspetti da non sottovalutare sono che le volpi sono cacciabili e inoltre sono spesso vittime di avvelenamento perché viste come ruba galline. In questo in realtà viene sottovalutato il ruolo di faine e donnole, presenti anche loro sul territorio».
Questo episodio, comunque, non deve far pensare che le volpi possano essere addomesticate o avvicinate con leggerezza: «Non è mai consigliabile toccare una volpe – aggiunge Simona Potenza – resta un animale selvatico che potrebbe diventare mordace per difendersi. Né tanto meno bisogna cercare di addomesticarla. Essendo cacciabile resta un animale vulnerabile. Per lei la vicinanza dell’uomo non sarà mai una cosa buona. Non le consentirà di distinguere tra una persona amica e una persona che potrebbe invece farle del male. Per raccontare un altro episodio ci è capitata un’altra cuccioletta: l’abbiamo trovata piccolissima da una coppia che pensava di poterla crescere. La cattiva alimentazione aveva determinato una deformazione alle zampe. Per aggiustare la postura è stato necessario un intervento».
Laddove si trovi un animale selvatico bisognoso di soccorso o in una situazione di pericolo la prima cosa da fare, dunque, è quella di rivolgersi alle persone preposte a questo compito. I Carabinieri Forestali, per esempio, o come in questo caso il Cras più vicino. Per la provincia di Lecce è competente, come detto, il Cras di Calimera presso il Museo di Storia Naturale del Salento. Volpi a parte, gli operatori che vi lavorano prestano soccorso a circa 1600 animali l’anno, ricoverati con cure del tutto gratuite, trattandosi di un servizio regionale. Per i cittadini è stata predisposta la pagina SOS Fauna Calimera o è disponibile il numero di telefono 320 658 6561.