Insolita e cruda la spettacolare scena che si è trovato davanti un ciclista durante un'escursione nelle assolate campagne del Salento, in Puglia. Una volpe (Vulpes vulpes) e un grosso cervone (Elaphe quatuorlineata), un serpente del tutto innocuo, lottano ferocemente senza esclusione di colpi. Il grosso rettile stava letteralmente stritolando con le sue spire il collo della volpe ancora viva, che difficilmente sarebbe sopravvissuta. L'uomo però è intervenuto, costringendo il serpente ad allontanarsi e salvando la vita alla volpe, conciata piuttosto male dallo scontro ma per sua fortuna ancora viva.
Le spettacolari immagini della lotta tra un cervone e una volpe. Video di Andrea Torsello.
La possibile dinamica
La "sacàra", come viene chiamato il cervone in Salento, è uno dei serpenti più grossi d'Europa, ed è diffuso in Italia soprattutto nelle regioni centro-meridionali. Malgrado le dimensioni si tratta di rettile piuttosto timido e per niente aggressivo, tant'è che viene spesso raccolto e utilizzato durante diverse cerimonie religiose, come i festeggiamenti per San Domenico a Cocullo, in Abruzzo. Gli animali si lasciano maneggiare con tranquillità e poi vengono nuovamente liberati a cerimonia finita.
Vive in prati e luoghi assolati con vegetazione scarsa, dove sono presenti sassaie, muretti a secco o edifici abbandonati in cui rifugiarsi. Mangia soprattutto piccoli mammiferi, rettili, uccelli e uova. Difficilmente attacca animali grossi come la volpe, che in ogni caso non riuscirebbe certamente a mangiare.
Molto probabilmente è stata proprio la volpe, mammifero opportunista e scaltro, ad attaccare per prima, tentando un'ardita e insolita predazione. Qualcosa però dev'essere andato storto e il rettile, per difendersi dall'attacco, ha reagito avvolgendo il predatore tra le sue letali spire. L'epilogo però è stato inaspettatamente ribaltato, e salvare da morte certa l'incauta volpe è stato solo l'intervento umano.
Il dilemma dell'intervento
In casi come questo l'intervento umano è giusto oppure no? Solitamente le interferenze con la fauna selvatica, soprattutto quando si tratta di predazioni, sono quasi sempre sbagliate, spesso illegali, e vanno il più delle volte stigmatizzate. Anche se può sembrare crudele, interferire con certe dinamiche naturali può forse salvare la vita a una preda, ma potrebbe condannare a morte un predatore, che sta semplicemente comportandosi come può per sopravvivere.
«Mai interferire con la natura» si sente spesso dire. Ma cos'è la natura? L'uomo non ne fa parte come qualsiasi altra specie vivente? In questo caso poi non trattandosi di predazione, visto che il cervone non sarebbe mai riuscito a mangiare la volpe e stava pure consumando una quantità enorme di energie, la risposta è ancora più difficile. Impossibile non provare compassione di fronte a una scena del genere, con una volpe agonizzante e prossima a una morte lenta e dolorosa.
Ma è pur vero che quella stessa volpe, se fosse davvero morta, sarebbe diventata un utilissimo pasto per tantissimi altri animali opportunisti o necrofagi, molti dei quali impegnati nel difficile periodo della riproduzione o dello svezzamento dei piccoli.
In casi come questo non c'è una risposta giusta o sbagliata, siamo una specie sociale, fortemente empatica e un intervento del genere è del tutto naturale e comprensibile. Del resto non siamo semplici osservatori del mondo, lo abbiamo modificato e influenzato (spesso in negativo) come qualsiasi altra specie passata su questo Pianeta.